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No alla caccia! A Parma scende in piazza la cultura del rispetto di ogni essere vivente

Si è tenuta questa mattina 7 febbraio in piazza Garibaldi la manifestazione contro la caccia promossa da NAC (No a la Caza) in Spagna e organizzata a Parma, unica città italiana, da Almalibre Rescue, un’associazione no-profit nata allo scopo di salvare i levrieri utilizzati nella caccia e nelle gare in Spagna.

“Siamo tutti volontari e supportiamo il rifugio a Siviglia dove i cani vengono accolti e, per quanto possibile, curati- spiega Cecilia responsabile di Almalibre nella nostra città- Successivamente, una volta ristabiliti, provvediamo a cercare ai cani una famiglia qui in Italia, che possa prendersene cura con l’amore e l’affetto che meritano. Siamo scesi in piazza oggi per supportare NAC nonostante il tempo e le limitazioni Covid che hanno impedito l’arrivo massiccio previsto da altre città e regioni per ribadire il nostro convinto No a tutti i soprusi sugli animali che ancora in Spagna  non sono riconosciuti come esseri viventi”

NAC, associazione senza scopo di lucro, apartitica e aconfessionale, il cui obiettivo è quello di sensibilizzare, promuovere il rispetto e gli interessi degli animali, in particolare di quelli legati alla caccia, nonchè di affermare e espandere i loro diritti, è nata nel 2010.

Nel corso della prima manifestazione che ha avuto luogo unicamente a Madrid, sono arrivati a malapena a riunire 30 persone.

È stato scelto questo mese di febbraio per manifestare perché a febbraio in Spagna termina la stagione di caccia con il levriero.

“Attualmente siamo presenti a manifestare in quasi tutti i Comuni Autonomi della Spagna (quest’anno in 36 città) e sempre più si uniscono a noi città estere per chiedere l’ abolizione della caccia con i cani in Spagna” dicono gli organizzatori.

Sebbene il massiccio abbandono dei cani da caccia inizi in ottobre, febbraio è un mese particolarmente tragico, secondo lo studio della Fondazione Affinity poichè alla fine della stagione di caccia 22.000 cani da caccia vengono abbandonati, a cui dobbiamo aggiungere quelli durante e prima dell’inizio della stagione, per un totale di oltre 128.000 cani recuperati ogni anno dalla caccia.

In Europa la caccia con galgos è proibita dal 1952 in Germania, dal 1995 in Belgio, dal 2002 in Scozia, dal 2004 nel Regno Unito e negli altri paesi proprio non esiste. Anche in Argentina dal 2016 fu proibita quando si scatenò una forte polemica dopo il ritrovamento di ben 50 galgos mutilati e bruciati ai bordi di un’autostrada. Malgrado ciò, i galgueros argentini contiuano ad attraversare la frontiera per esercitare la caccia con galgos in Uruguay dove tuttavia si sta cercando di proibirla anche in questo paese.

Ma chi sono le vittime della caccia?

-Animali:22 milioni di animali vittime di fucili da caccia ogni anno secondo il ministero dell’ambiente: tra il 2012 e il 2016 si parla di migliaia e migliaia di cinghiali, caprioli, cani, ma si aggiungono alla lista anche volpi, daini, cervi, conigli, lepri, lupi, orsi, camosci, gatti selvatici, tassi e linci.

– Persone: finora in questo XXI secolo abbiamo superato 5.000 feriti e 1.500 morti per armi da caccia, non solo uomini ma anche donne e bambini.

-Specie acquatiche: 100.000 uccelli acquatici avvelenati ogni anno dal piombo delle cartucce dei fucili

-Gli animali utilizzati come strumenti: galgos, podencos, setters, cani da presa e da riporto

Alcune associazioni come la WAP (World Animal Protection Holanda) insieme a Animal Today e al PACMA (Partito animalista contro il maltrattamento degli animali) nel 2017 hanno consegnato al Ministero dell’Istruzione, Cultura e Sport più di 100.000 firme con le quali chiedono l’abolizione della caccia con galgos in Spagna.

Le associazioni estere che danno una mano sono molte e di svariati paesi, soprattutto europei tra i quali, oltre all’ Italia scende in campo anche la Francia, la Germania, il Belgio, il Portogallo, i Paesi Bassi.

Queste associazioni stimano che ogni anno vengono abbandonati circa 50.000 galgos e che circa l’ 80% dei cuccioli sono sterminati nel corso del loro primo anno di vita per evitare che si ricerchino i loro proprietari.

In Spagna ci sono 12.000 galgueros federali che censiscono i loro galgos alla federazione spagnola dei galgos (il numero è di circa 200.000 galgos secondo le loro stime divulgate in un articolo del quotidiano El Mundo); a questi però c’è da aggiungere quelli non registrati nelle diverse federazioni e i bracconieri che fanno aumentare la cifra di galgos a ben più di 500.000.

L’età ideale per competere per il galgo è di 22-26 mesi per la femmina e 24-30 per il maschio. Questo ci dice che dopo i 3 anni il galgo non è più nel momento ideale per competere per cui non rende più nel ruolo affidatogli dal galguero e viene scartartato o usato per la riproduzione se è stato un cacciatore valido.

Quindi questo numero viene rinnovato ogni 4 anni perchè all’età di 4 anni un galgo non è più considerato idoneo per la caccia e purtroppo comincia la sua tragica fine….

COSA RICHIEDE NAC FINO A QUANDO IL DIVIETO DI CACCIA NON SARA’ TOTALE:

  Che i cani da caccia abbiano la stessa legislazione dei cani da compagnia

  • Limitare il numero di animali e non consentire l’allevamento da parte di singoli individui
  • Controlli accurati per verificare la corretta identificazione degli animali dalla nascita.
  • Controllo del numero di animali prima e dopo la stagione di caccia
  • Un unico registro con identificazioni, cessioni, vendita, ecc. e creazione di una banca del DNA statale.
  • Controllo accurato delle razze che, per la loro fisionomia, sono destinate alla caccia
  • Inasprimento delle sanzioni per abusi sugli animali
  • Maggiore fornitura di risorse materiali e personali alle forze di sicurezza che assicurino il benessere degli animali e il rispetto della legge.
  • Programmi di educazione per la sensibilizzazione verso questi esseri viventi

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