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Il Sole 24 Ore incorona Parma prima città in Italia per attrattività grazie ad aziende e Università


Una città che sa catalizzare nuovi residenti.
Parma è il centro urbano più attrattivo in Italia.

Questo il risultato dell’elaborazione del Sole 24 ore sulla popolazione residente nei centri urbani dal 2010 al 2019. La popolazione della Capitale Italiana della Cultura è passata  dai 172mila residenti del 2009 ad oltre 198mila abitanti a fine 2019.

Un segno positivo a due cifre, +15%, che in quest’ultimo decennio è cresciuto fino a regalarle il primo posto tra le città italiane per crescita demografica. Addirittura prima di Milano e Roma.

Distinguendo i residenti in base alla cittadinanza, scopriamo che il tasso di crescita nella nostra città è strettamente correlato alle caratteristiche dell’immigrazione, in quanto l’elevato numero di cittadini stranieri in ingresso, determina la crescita complessiva della popolazione.

Ad una prima fase (anni ’90) con arrivi in particolare da Albania e Filippine ne è seguita una seconda nella quale si è assistito ad una forte accelerazione dei flussi dai Paesi africani (anni 2000), mentre negli anni più recenti hanno prevalso quanti giunti dai paesi dell’Est europeo in cui risulta prevalente la componente femminile.

Se infatti paragoniamo i dati 2019 a quelli del 2000, ad una progressiva erosione della percentuale relativa al continente africano, che tuttavia rimane il più rappresentato, si accompagna la sostanziale stabilità di Asia, America e Paesi della Unione Europea, mentre l’aumento più significativo riguarda i Paesi Europei appartenenti e non all’Unione Europea.

E’ noto inoltre che gli stranieri siano mediamente più giovani degli italiani: a dimostrazione di ciò, l’età media degli stranieri è di 33,6 anni, contro i 47 degli italiani, e pertanto oltre 13 anni la differenza tra i secondi ed i primi.

La capacità di attrarre giovani studenti e lavoratori è fondamentale per contrastare un fenomeno che accomuna la maggior parte delle città italiane: cioè il progressivo invecchiamento della popolazione. Una tendenza che risalta nell’efficace rappresentazione a piramide della popolazione divisa per classi quinquennali e genere.

I dati rilevati prendono infatti una forma tutt’altro che piramidale, data la ridotta dimensione delle età da 0 a 19 anni, che  mostra il persistente basso livello delle nascite, mentre si confermano come più numerose le fasce d’età comprese tra i 40 ed i 59 anni. E’ evidente anche il forte squilibrio che, a partire dai 70 anni, vede le donne prevalere nel confronto con i maschi, in virtù di una maggiore aspettativa di vita.

Nell’arco temporale compreso tra il 2010 ed il 2019, i quartieri che presentano i maggiori incrementi sono San Pancrazio, Cittadella e Vigatto, rispettivamente di circa l’11, il 9 e l’ 8%, tutti collocati nella parte Sud della città. In termini assoluti, il quartiere più popolato si conferma il Lubiana, con 26.750 presenze.

Anche i dati e le elaborazioni dell’Ufficio Statistica del Comune all’inizio del 2020 confermano l’ulteriore incremento della popolazione. Il numero di quanti si iscrivono all’anagrafe di Parma è superiore al numero di coloro che ne vengono cancellati.

“Già nel 2015 il termine “attrattività” era stato inserito nel documento unico di programmazione del Comune insieme alle parole chiave che esprimevano quale direzione volesse seguire l’Amministrazione della Giunta Pizzarotti – spiega Marco Bosi, vicesindaco con delega ai servizi demografici -. “L’attrattività di Parma si esprime verso aziende e lavoratori. Qui la qualità della vita appoggia sui tempi ridotti e sulla comodità dei brevi spostamenti casa-lavoro e su servizi di comunità che si assestano su alti livelli. Tra questi, quelli per l’infanzia che sostengono anche il lavoro femminile. In città gli stranieri regolarmente iscritti in anagrafe sono passati dal 12 al 17,3% del totale della popolazione.

“Le aziende del territorio hanno dato possibilità di lavoro a molti immigrati. Il settore agroalimentare, di cui Parma è punto di riferimento internazionale, ha risentito della crisi, ma meno di altri distretti produttivi – prosegue Marco Bosi – la continuità di domanda di lavoro, la sicurezza di un indotto che ha resistito agli urti della crisi economica mondiale ha saputo offrire una dimensione che ha potuto concretizzare possibilità di regolarizzarsi ed integrarsi».

“Non si tratta solo di un appeal economico.” Prosegue Bosi commentando le cifre raccolte dall’Ufficio Statistica del Comune di Parma ”Non dobbiamo scordare il posizionamento del nostro Ateneo tra i più prestigiosi in Europa. E un aspetto fondamentale, che appartiene all’identità della città: la sua dimensione vivibile, ma nient’affatto provinciale. La sua comunità con una straordinaria capacità di accogliere e di fare rete, la sua capacità di nutrirsi di innovazione e creatività, credo sia quello che le conferisce un respiro europeo dentro il quale è facile sentirsi a casa” . 

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