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Piazzale della Pace: dopo l’inaugurazione il parere di due ‘addetti ai lavori’

di Titti Duimio

Inaugurata sabato 21 settembre piazzale della Pace dopo l’intervento di riqualificazione che ha comportato investimenti pari a 2 milioni e 200 mila euro per rendere la piazza uno spazio più vivibile, maggiormente accessibile e funzionale anche alla rinascita del Polo Museale della Pilotta.

E’ stato creato il nuovo “Sentiero delle Lettere” che taglia trasversalmente la piazza partendo dal lato verso via Verdi fino di fronte all’ex palazzo della Provincia. Sono state ampliate le trottatoie e lo spazio attorno al monumento a Giuseppe Verdi, creando una piazza teatro. Il prato è stato completamente sistemato e sono stati inseriti anche alcuni nuovi alberi, su lato di borgo della Cucine.

Il progetto di riqualificazione è legato al significato culturale della piazza stessa dove sono collocati il Monumento al Partigiano e l’Ara Verdiana, descritti, nel “Sentiero delle Lettere”, da due poesie di Attilio Bertolucci: una in onore di Verdi che fa riferimento alla Giovanna D’Arco e l’altra in memoria di Giacomo Ulivi, un omaggio a Parma Città Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Abbiamo chiesto a due ‘addetti ai lavori’ un parere sul restyling della piazza alla luce della loro competenza.

Arch. Silvia Settimj-

“Mi sembra una sistemazione del progetto già esistente con un ampliamento delle strade d’accesso alla piazza da via Garibaldi che trovo molto efficace e fruibile. Una strada piazza che diventa un segno urbano importante per collegare il monumentale palazzo della Pilotta con il resto dell’architettura cittadina mettendo in dialogo le diverse forme e sovrapposizioni storiche. Ottima l’illuminazione verso la Pilotta, meno funzionale quella della fontana che dovrebbe evidenziare di più a mio parere lo spazio storico che rappresenta. Per quanto riguarda poi il percorso letterario del sentiero nord-sud cioè dal monumento a Verdi verso il palazzo dell’ex Provincia, il cosiddetto sentiero della memoria, lo trovo un pó frammentato e di difficile lettura e forse quasi incidentale senza troppa progettualità.

Alla luce delle tantissime proposte di riqualificazione che si sono viste nel corso degli anni anche di nomi importanti come quello di Aldo Rossi credo che il progetto Botta sia quello che è rimasto anche dopo quest’ultimo intervento. Rimane che l’idea della ‘grande via’ centrale verso la Pilotta è sicuramente di grande impatto e piacevole da percorrere e restituisce dignità e relazione tra il grande Palazzo Farnese e il resto della città che parla un linguaggio architettonico differente”

 

Arch. Ing. Francesco Fulvi-

“Secondo me è un progetto vecchio, fermo alle logiche precedenti che non guarda avanti alle nuove esigenze urbane ambientali e sociali. La scelta di eliminazione del prato a favore di una strada non si inserisce nella visione di spazio verde all’interno della città. È una soluzione di visibilità e fruibilità prettamente turistica che non serve ai parmigiani che dovrebbero viverla tutti i giorni. Uno spazio da fotografia e non da quotidianità, mi sembra che il protagonista di questo racconto architettonico sia il Palazzo della Pilotta e non il cittadino, e quando succede questo si sbaglia l’approccio con la funzione sociale del progetto urbano. Per quanto riguarda la diagonale poi, credo che non sia possibile creare un percorso verso il nulla o meglio verso un muro, è concettualmente sbagliato concludere il sentiero che arriva dal monumento a Verdi con il muro del Palazzo dell’ex Provincia o con una stele che sembra un rattoppo ad un errore di linguaggio compositivo. E per concludere nessuna attenzione all’aspetto climatico che tanta importanza ha nei recenti studi di architettura urbana e gestione degli spazi pubblici che devono essere vissuti dai cittadini, le estati torride in città non permetteranno di frequentare questa zona verde senza alcuna zona d’ombra prevista e circondata da trottatoi che raggiungeranno temperature incredibili senza aver previsto dei nebulizzatori d’acqua refrigeranti.

Il rapporto tra estetica e funzionalità sociale e ambientale non è stato nemmeno preso in considerazione pur essendo una priorità e un’esigenza moderna.

Per concludere nessun accenno ad una possibile socialità all’interno dello spazio, nessuna attenzione per i bambini, per esempio, come invece si può trovare a Parigi dietro al Louvre o a Notre Dame dove aree bimbi rispondono ad esigenze moderne di cittadinanza come comunità. Ogni luogo della città deve essere vissuto dai cittadini prima di tutto e questa funzione sociale è stata del tutto dimenticata”

1 Commento

  1. Bravo Francesco!

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