Home » Altre storie » Investimenti, Moneyfarm cala la carta Portafoglio 7

Investimenti, Moneyfarm cala la carta Portafoglio 7

Moneyfarm è ormai da anni una delle società leader nel settore degli investimenti finanziari. A certificare questo dato non sono soltanto i rendimenti garantiti ai propri clienti, ma anche la puntualità con la quale ha adempiuto ai doveri previsti dalla direttiva europea MiFID II in merito alla trasparenza sulla gestione dei portafogli. Insomma, una società di consulenza all’avanguardia. 

Come ultima novità, Moneyfarm ha lanciato Portafoglio 7, una nuova e mediamente aggressiva strategia di investimento. Adatta a chi possiede un buon capitale e mira ad ottenere guadagni significativi ad un tasso di rischio contenuto. Naturalmente, la certezza non esiste nel campo degli investimenti, ma vale la pena dare uno sguardo più approfondito alla proposta di Moneyfarm. 

Tradizionalmente, Moneyfarm ha preferito puntare su portafogli equilibrati, in cui prevaleva l’elemento obbligazionario rispetto a quello azionario, più rischioso. Con Portafoglio 7, invece, l’esposizione azionaria varia da un minimo del 75% ad un massimo del 90%. 

Quote importanti, che farebbero tremare i polsi a molti. Non si tratta, tuttavia, di un salto nel buio. L’azionariato dei paesi in via di sviluppo, infatti, copre meno del 10% del portafoglio, e non dovrebbe comportare degli squilibri esagerati, specie se raffrontato con l’azionariato dei paesi sviluppati, che sfiora il 70% del pacchetto. Con il 10% circa di bond governativi, Moneyfarm delinea un margine di rischio contenuto, nonostante la suddetta esposizione azionaria; complessivamente, il target di volatilità non è eccessivo, e si aggira attorno al 14/15%. 

Portafoglio 7, quindi, non è paragonabile ad un investimento speculativo, ed è adatto anche ai meno esperti del settore. I costi, inoltre, sono bassissimi, ampiamente sotto la media (per Bankitalia, il costo medio è del 2,11% del capitale investito, con Portafoglio 7 si scende circa 3 volte sotto questa stima). 

La scelta della diversificazione

Alla base di ogni buon portafoglio di investimenti c’è la diversificazione, che garantisce un margine di flessibilità e di tutela del capitale che altrimenti non si avrebbero. Portafoglio 7 non fa eccezione. 

L’esposizione geografica guarda principalmente ad Europa (poco meno del 20%) e Stati Uniti (oltre il 55%), ma Russia, Cina e India rappresentano comunque una fetta importante del pacchetto, che si aggira attorno al 5%. Il Comitato di Investimenti che decide la strategia, poi, stabilisce quanto pesare una regione rispetto ad un’altra, in base alle fasi economiche. La flessibilità di Portafoglio 7, infatti, consente di reagire rapidamente ad eventuali shock negativi. 

pastedGraphic.png

Anche con le valute, Moneyfarm ha pensato di non utilizzare le fiches su un solo giro. Il dollaro rimane la valuta di riferimento con il 45% degli investimenti denominati nella moneta del nord America, ma il 30% dell’Euro testimonia la volontà di attuare una strategia su ampia scala. Occhio al 10% di asset denominati in valute dei mercati emergenti: una scelta ardita, ma che può portare risultati di rilievo. Rispetto ai settori economici, infine, convince molto la scelta di puntare su beni di consumo (oltre il 30% del portafoglio), tra ciclici e non, e sul settore tecnologico (13% circa). Il settore finanziario (dal 20% in su) sarà comunque un ago della bilancia importante. 

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*