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JP Morgan crede a nuovi tagli tassi Fed

JPMorgan ha scelto di ridurre le proprie previsioni di fine anno in merito ai rendimenti dei titoli del Tesoro e ai tassi di interesse, affermando altresì che la Federal Reserve taglierà i tassi nella seconda metà di quest’anno. Si tratta di uno degli elementi di analisi fondamentale più importanti al mondo, come ben sanno tutti i trader che coltivano la propria conoscenza in materia con le migliori fonti informative, come quelle riscontrabili a questo link. Ma perché JPMorgan ha optato per questo orientamento?

Il mercato obbligazionario e i dati economici statunitensi stanno raccontando narrazioni diverse sulla crescita economica del Paese. Infatti, mentre i dati sul mercato del lavoro e sulla fiducia dei consumatori sono stati piuttosto forti, i mercati finanziari prevedono da mesi tagli dei tassi Fed entro il 2020.

Un mese fa, c’era un discreto consenso sul mercato sul fatto che la Fed avrebbe mantenuto i tassi stabili per il resto del 2019. Tuttavia, questo consenso si era formato prima che gli Stati Uniti decidessero di assumere una posizione di linea dura sulla propria politica commerciale con la Cina e con il Messico. Una settimana fa, i mercati finanziari hanno invece orientato il proprio consenso per un taglio dei tassi del 2019, e l’escalation potrebbe esser terminata.

Di fatti, a causa dei deterioramenti della scorsa settimana, i mercati implicano ora da due a tre riduzioni dei tassi di 25 punti base entro la fine di quest’anno. E JPMorgan, in questo frangente, ha deciso di allineare, più o meno, le proprie previsioni. Gli economisti della banca sostengono infatti che ci sarà una riduzione di 50 punti base dei tassi Fed entro la fine del 2019, con un taglio del tasso di 25 punti base a settembre e un altro a dicembre, adeguando a loro volta le stime del Libor. Hanno anche tagliato le loro previsioni di fine anno per i rendimenti del Tesoro e hanno ridotto la stima dei rendimenti a 10 anni all’1,75% dal 2,45%; e i rendimenti a 2 anni all’1,35% dal 2,25%.

Ricordiamo che generalmente la Fed taglia i tassi per mitigare il rallentamento della crescita economica e per restringere le condizioni di credito. Le tariffe sul Messico – in tale ambito – rappresentano un rischio maggiore per la crescita economica perché la maggior parte delle importazioni statunitensi dal Messico muovono prodotti lungo la propria catena di fornitura.

Ad ogni modo, guardando al futuro, l’impatto delle tariffe o il rallentamento della crescita potrebbe non dovrebbe essere subito inglobato nei dati economici statunitensi. Il ciclo di dati di maggio – che inizia la prossima settimana – sarà probabilmente troppo precoce per cercare l’effetto dell’inasprimento delle tariffe cinesi o messicane. Per poter osservare un primo deterioramento dei dati sul sentiment aziendale, bisognerà attendere probabilmente i primi di luglio. Se le tariffe sulle importazioni messicane dovessero salire fino al 25%, come minacciato da Trump, a quel punto la Fed potrebbe aver reale bisogno di tagliare i tassi di molto più di 50 punti base, ha poi concluso JPMorgan.

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