Home » Cultura&Spettacoli » Festa della Liberazione: donne migranti e storia della Resistenza in[Black] Bruno Longhi di Lenz Fondazione

Festa della Liberazione: donne migranti e storia della Resistenza in[Black] Bruno Longhi di Lenz Fondazione

Prima nazionale a Parma per il più recente episodio del progetto permanente di Maria Federica Maestri e Francesco Pititto su Resistenza e Olocausto. Protagoniste giovani donne provenienti da Nigeria, Pakistan e Gambia.

In occasione della Festa della Liberazione, dal 25 al 27 aprile debutterà a Lenz Teatro, a Parma, il nuovo esito, patrocinato dall’Assessorato alla Partecipazione e ai Diritti dei Cittadini del Comune di Parma, del progetto pluriennale di Lenz Fondazione su Resistenza e Olocausto: [Black] Bruno Longhi, dal testo originale di Francesco Pititto sul partigiano parmigiano del quale mai è stato trovato il corpo.

Interpreti giovani donne provenienti da Nigeria, Pakistan e Gambia residenti a Parma: Rachel Agbons, Sunita Ebomah, Stella Edoghayobare, Marriam Iluobe Omonzokpia, Awa Kujabi, Loulou De Montmartre e Sarah Peter.

La regia di questa intensa video installazione con performance live è affidata ad Adriano Engelbrecht, storico collaboratore di Lenz, che spiega: «Non è solo il racconto di Bruno Longhi, figura chiave del movimento di Resistenza antifascista a Parma, torturato e assassinato dalle SS. È anche il racconto di un dolore mai sopito, generato da una brutale separazione e alimentato da un mancato e disatteso ricongiungimento. L’idea di affidare queste parole ad un femminile spesso strappato e separato dagli affetti più cari e vicini, restituisce il colore di una lingua che non si riconduce più ad una provenienza geografica, ma parla la lingua delle sorelle, delle madri, delle giovani figlie».

Dal 2015 Lenz Fondazione ha reso permanente il suo storico progetto di ricerca drammaturgica intorno ai temi della Resistenza e dell’Olocausto. Realizzato con la consulenza scientifica dell’Istituto Storico della Resistenza e della Storia Contemporanea di Parma, viene configurato come attività di studio performativo pluriennale.

Dopo KINDER [Bambini] del 2016 sulla tragedia dei bambini ebrei di Parma vittime dello sterminio nazista; AKTION T4 del 2017 sul programma nazista di eutanasia per la soppressione dei bambini nati con malformazioni o portatori di handicap e Rosa Winkel [Triangolo Rosa] del 2018 sulla deportazione e sterminio degli omosessuali nei campi di concentramento nazisti, [Black] Bruno Longhi, realizzato in collaborazione con la Cooperativa Eidè e con la Cooperativa Lunaria di Parma, sarà il 25 aprile alle ore 17, il 26 aprile alle ore 21 e il 27 aprile alle ore 17.

Giovedì 25 aprile alle ore 18, inoltre, è in programma Campo Lenz, primo incontro dell’edizione 2019 di un ciclo rivolto agli spettatori allo scopo di introdurli alla lettura delle nuove creazioni di Lenz. In ogni appuntamento è fatto un focus su un aspetto formale considerato dominante nell’opera in programma ed esemplare della lingua di Lenz. Al dialogo del 25 aprile, ad ingresso libero, parteciperanno Francesco Pititto, Adriano Engelbrecht e Fabrizia Dalcò.

Ingresso unico € 6. Prenotazioni consigliata.

Performing and Visual Arts Foundation

Per informazioni: Lenz Teatro, Via Pasubio 3/e, Parma, tel. 0521 270141, 335 6096220, info@lenzfondazione.it  –  www.lenzfondazione.it.

Le attività 2019 di Lenz Fondazione si avvalgono del sostegno di MiBAC – Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia-Romagna, Comune di Parma, AUSL Parma, Fondazione Monteparma, Università degli Studi di Parma, Instituto Cervantes, Chiesi Farmaceutici, AuroraDomus, Koppel A.W., della collaborazione di Complesso Monumentale della Pilotta, Conservatorio di Musica Arrigo Boito di Parma, Fondazione Arturo Toscanini, Associazione Ars Canto, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Parma, Associazione Segnali di Vita_Il Rumore del Lutto, KNAP – Pešćenica Culture Centre e Loose Associations Contemporary Art Practices NGO di Zagabria, del patrocinio di Arcigay Associazione LGBTI+ Italiana e del Goethe-Institut Mailand.

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*