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Concerto del 25 aprile, Mahmood, Dimartino, Radiodervish e Massimo Zamboni in Piazza

Saranno Mahmood, Dimartino, Radiodervish e Massimo Zamboni i protagonisti quest’anno del sempre atteso concerto del 25 aprile in piazza Garibaldi, momento conclusivo delle tante iniziative con cui Parma celebrerà il 74° anniversario della Liberazione.

Lo spettacolo ad ingresso gratuito, organizzato dal Comune di Parma per la prima volta in collaborazione con il Barezzi Festival e con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, vedrà salire sul tradizionale palco di piazza Garibaldi il neo vincitore di Sanremo, Mahmood, che ha scelto Parma come data zero del suo tour “Gioventù Bruciata”, Dimartino, reduce dall’album “Afrodite”, che ha riscosso successo di pubblico e critica, e i Radiodervish che ritornano ad esibirsi eseguendo, in anteprima nazionale, il loro nuovo brano “Giorni senza memoria”, con Massimo Zamboni special guest alla chitarra.

La volontà – ha sottolineato l’assessore alla Cultura Michele Guerra – è stata quella, anche attraverso la collaborazione con il Barezzi, di creare una serata di alto livello artistico, ma anche di forte presa popolare come questo momento deve avere, senza dimenticare il valore storico di questa Festa”.

E’ il primo anno che siamo coinvolti nell’organizzazione del concerto del 25 aprile – ha affermato Giovanni Sparano del Barezzi Festival – ed è per noi questo motivo di orgoglio, oltre che un onore.  In linea con il Barezzi Festival abbiamo proposto artisti che dessero un taglio culturale trasversale all’evento: innovazione e valorizzazione dei giovani talenti, abbinate a profonda ricerca musicale”.

RADIODERVISH

Presentazione del nuovo singolo: “Giorni senza memoria”

di Lobaccaro Michele/ Nabil Salameh Cosmasola Edizioni

Il brano prosegue idealmente il percorso intrapreso con “Il sangre e il sal”, perché propone una riflessione sul destino comune, nello spazio e nel tempo, di un’umanità vittima della propria propensione alla violenza. Una violenza di cui spesso si perde la memoria e della quale non si riesce a far tesoro. Oltre a smascherare il male però è indispensabile porre l’attenzione sulla memoria del bene, e cioè, valorizzare quelle persone che hanno saputo riconoscere il male e opporsi ad esso preservando la propria e l’altrui umanità.

Nel testo si ricordano una serie di genocidi e di crimini contro l’umanità che spesso vengono dimenticati, i Giorni senza memoria” appunto; da quello contro i nativi americani a quello contro gli armeni, dalle bombe atomiche sganciate sul Giappone alla follia criminale dei Khmer rossi fino a giungere all’apartheid che esercita l’occupazione israeliana contro i palestinesi, il tutto passando per la terribile realtà dei campi di concentramento nazisti.

Per questo il videoclip, diretto da Carlo Mazzotta, che costituisce il supporto di questo singolo, si è scelto di girarlo nel campo di concentramento della Casa Rossa ad Alberobello. Luogo significativo dove sono stati internati ebrei e prigionieri di guerra alleati e, subito dopo la Liberazione, i fascisti a loro volta catturati.

La canzone “Giorni senza memoria”, scritta da Michele Lobaccaro e Nabil Salameh, prende musicalmente la forma di una ballata arrangiata insieme ad Alessandro Pipino, mixata e masterizzata da Mauro Andreolli e completata dalle chitarre elettriche di Massimo Zamboni e dall’apporto grafico di Amleto Melgiovanni. 

Nel concerto del 25 aprile 2019 a Parma i Radiodervish, oltre a eseguire i brani storici della loro lunga carriera musicale, come L’esigenza, Centro del Mundo, Erevan, Fedeli d’amore, presenteranno ufficialmente il brano inedito “Giorni senza memoria” e saranno accompagnati, come nel disco, dalle chitarre dell’ex CCCP – CSI Massimo Zamboni.

I Radiodervish, nati dall’incontro di Nabil Salameh e Michele Lobaccaro, sono da sempre promotori di un originale cantautorato mediterraneo, frutto dell’incontro tra culture diverse. La loro musica è un intreccio di sonorità mediterranee ricche di suggestioni mediorientali, declinate nei testi cantati in diverse lingue: dall’italiano all’inglese, dall’arabo al francese, allo spagnolo e infine al sabir, antica lingua spontanea dei porti ormai estinta, nata dalla mescolanza di idiomi differenti e utilizzata nel brano Il Sangre e il Sal, che dà il titolo al loro ultimo album pubblicato nell’estate del 2018..

In attività da oltre 20 anni, hanno pubblicato 12 dischi, distinguendosi fin da subito nel panorama musicale italiano e internazionale con le loro affascinanti sonorità, che li hanno resi una delle più apprezzate espressioni della world music italiana. Hanno collaborato con artisti come Franco Battiato, Massimo Zamboni e Giovanni Lindo Ferretti, l’Orchestra Araba di Nazareth, Lorenzo Cherubini, Stewart Copeland, Caparezza, Noa, Nicola Piovani, Antonella Ruggiero. Si sono esibiti sui più importanti palcoscenici, tra cui l’Olympia di Parigi, l’Opera House del Cairo, il Petruzzelli di Bari, l’Auditorium Parco della Musica di Roma, con notevole partecipazione di pubblico.

In lingua sabir, l’espressione “il sangre e il sal” indica una condizione che è contemporaneamente appartenenza, il sangue che ci lega alle origini, e sradicamento, il sale che la traversata in mare lascia addosso. Come il viaggio verso “Itaca”, raccontato nell’omonimo brano, un richiamo ai versi del poeta greco Kavafis. Ispirato a un cammino mediterraneo alla ricerca delle piccole cose e dei semplici gesti che ne hanno reso grande la civiltà, Il Sangre e il Sal comunica un tentativo di recuperare il senso umano della Bellezza, con riferimenti a personalità che hanno saputo interpretare, raccontare e vivere lo spazio geografico e umano del Mediterraneo, come Pasolini, Darwish, Panagoulis, Baudelaire, Matvejevic, Omero o Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” di Pollica, ucciso dalla malavita.

RADIODERVISH – LINE-UP QUINTET a Parma 25 aprile 2019

Nabil Bey: voce, bouzouki, chitarra acustica, bendir

Michele Lobaccaro: basso elettrico, contrabbasso elettrico, chitarre acustiche, cori Mirko Signorile: pianoforte

Pippo Ark D’Ambrosio: batteria, percussioni a cornice

Adolfo La Volpe: chitarra elettrica, oud, basso elettrico

Special Guest: Massimo Zamboni: chitarra elettrica

MAHMOOD

Alessandro Mahmoud, in arte Mahmood, è nato a Milano nel 1992 da madre italiana e padre egiziano.

Nel 2016 ha partecipato alla Sezione Giovani del Festival di Sanremo con il brano Dimentica.

Nel 2017 arrivano due importanti collaborazioni: la prima con Fabri Fibra – con il quale scrive e duetta nel brano Luna (prodotto da Marz) pubblicato in Fenomeno – Masterchef EP e la seconda con Michele Bravi, con cui scrive Presi Male, contenuto nella riedizione dell’album Anime di Carta.

Nello stesso anno escono anche due singoli Uramaki e Pesos, presentato al Wind Summer Festival.

Il 21 settembre 2018 pubblica il suo primo EP, Gioventù Bruciata per Island Records dove sviluppa tutto il suo sound nei brani prodotti da Ceri, MUUT e Katoo.

Nell’EP anche lo straordinario featuring con Fabri Fibra nel brano Anni ’90 con cui Mahmood torna a collaborare dopo l’esperienza di Luna. Uramaki e Asia Occidente sono istantanee della fine di una relazione, che scorrono tra purezza, gusto per la sfida, nostalgia e orgoglio, rimpianto, rifiuto e desiderio. Nell’ultimo brano uscito con Gioventù Bruciata dal titolo Mai Figlio Unico confluiscono le tematiche del suo vivere.

Come autore Mahmood ha scritto Nero Bali con Dario Faini per Elodie e Michele Bravi, uscito nell’estate 2018 e certificato Disco di Platino e ha co-scritto con altri autori e Marco Mengoni tre brani del suo nuovo album Atlantico, tra cui Hola (I Say), il duetto con Tom Walker proprio ora in programmazione in radio.

E’ stata appena pubblicata Doppio Whisky, la traccia inedita di Gue’ Pequeno che contiene il suo featuring e che fa parte della colonna sonora di Sinatra, la serie in tre episodi del rapper trasmessa in esclusiva su TIMVISION.

Con Gioventù Bruciata – title-track del suo EP pubblicato lo scorso 30 novembre – ha vinto la seconda serata di Sanremo Giovani 2018, aggiudicandosi il Premio della Critica ed entrando direttamente tra i Campioni del Festival di Sanremo, il quale successivamente verrà vinto proprio da Mahmood con il brano Soldi.

Dopo il trionfo al Festival di Sanremo 2019, settimana dopo settimana Mahmood si è confermato l’artista più premiato anche in classifica. Soldi, il brano che lo ha portato alla vittoria, è stato certificato Doppio Disco di Platino, e rimane saldamente in testa alla classifica singoli FIMI/GFK. L’artista milanese fa il bis di successi anche con il suo primo album ufficiale, Gioventù Bruciata: nella sua prima settimana dall’uscita, debutta alla n°1 della classifica FIMI/GFK. Oltre alla title track Gioventù Bruciata, alle tracce tra cui Anni 90, feat. Fabri Fibra e a Soldi sia nella versione originale che in quella con il featuring di Gué Pequeno, il disco contiene anche inediti delicati e intensi come Il Nilo nel Naviglio e Remo e come la trascinante Sabbie Mobili.

DIMARTINO

nato a Palermo nell’82 è un musicista e un autore di canzoni. Fin dall’esordio nel 2010 con l’album “Cara maestra abbiamo” ha scelto “Dimartino” come nome della band di cui fanno parte anche Angelo Trabace al pianoforte e Giusto Correnti alla batteria.Del 2012 è “Sarebbe bello non lasciarsi mai ma abbandonarsi ogni tanto è utile”, per la critica fra le migliori uscite discografiche dell’anno. Nel 2013 esce soltanto in vinile l’ep “Non vengo più mamma”, un concept sulla morte dolce, accompagnato dalle tavole dell’artista Igor Scalisi Palminteri. Nel 2015 pubblica “Un paese ci vuole”, concept album sul concetto di “paese”, liberamente ispirato a La luna e i falò di Cesare Pavese.

E’ del 2017 il suo primo romanzo dal titolo “Un mondo raro” in cui racconta la vita e l’incanto della cantante messicana Chavela Vargas, scritto insieme al cantautore Fabrizio Cammarata edito da “La nave di Teseo”. Insieme a Cammarata incide anche un disco che ha lo stesso titolo del romanzo, registrato a Città del Messico insieme a Juan Carlos Allende e Miguel Peña storici chitarristi della cantante messicana.

Collabora come autore con numerosi interpreti italiani.

 

 

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