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Etichette per alimenti: troppa confusione sulle informazioni

Negli ultimi anni, a causa della crescente percentuale di allergie ed intolleranze ad alcuni alimenti, è cresciuta sempre più l’attenzione verso le etichette per alimenti. La Commissione Europea ha, infatti, deciso di registrare un’iniziativa dei cittadini europei intitolata Etichettatura alimentare obbligatoria non vegetariana – vegetariana – vegana, che tende proprio la mano al mondo dei vegetariani e dei vegani. Categoria, questa, che si vede ogni volta costretta a studiare l’elenco degli ingredienti di un prodotto alimentare per determinare se è idoneo per l’acquisto.

La questione etichette tocca, dunque, tutti gli alimenti, da quelli più semplici a quelli più complessi. Una recente legge, ad esempio, ha introdotto l’obbligo per i produttori di riso di specificare sulla confezione la tipologia di riso utilizzato. Il riso è un alimento difficile da catalogare in quanto tutto dipende dalla famiglia di appartenenza, specifica che va in base ad una serie di parametri, che vanno, ad esempio, dalla dimensione del chicco al suo colore. Esistono, però, alcune caratteristiche che differenziano un riso da un altro, ma che non vengono prese in considerazione per la catalogazione. Parliamo del tempo di cottura e del sapore, due aspetti tutt’altro che secondari per il consumatore, che si trova così ad acquistare confezioni di riso che magari riportano lo stesso tipo di famiglia sull’etichetta, ma risultano poi diverse al momento di cuocerlo o mangiarlo.

Un problema, questo, che inficia in maniera negativa anche sui coltivatori in quanto il contadino vende al distributore il riso secondo il prezzo di mercato, che tiene conto delle diverse varietà di prodotto. Una cifra che può non trovare riscontro sugli scaffali dei supermercati, dove magari una confezione viene venduta ad un prezzo maggiore perché sull’etichetta il riso acquista una categoria più alta, venendo inserito in una famiglia che comprende qualità più nobili.

Oltre questo fattore, le etichette alimentari sono fondamentali anche per una questione nutrizionale. E questo si collega direttamente ad una corretta alimentazione che ci aiuta nella lotta e nella prevenzione di diverse malattie. Per gli alimenti, inoltre, un maggior numero di informazioni equivale a dire maggiore qualità. Generalmente, infatti, la valorizzazione del prodotto avviene tramite elencazione delle sue proprietà nutrizionali, pubblicizzando la natura e l’origine dei suoi ingredienti. Il binomio trasparenza – qualità è quanto mai vero nel caso degli alimenti: più indicazioni sull’etichetta alimentare sono sinonimo di freschezza e qualità.

Ovviamente dobbiamo sapere che l’ordine in cui gli ingredienti sono elencati sull’etichetta è regolato per legge. I componenti del prodotto finito compaiono in ordine decrescente per quantità. Controllando l’ordine degli ingredienti, è quindi possibile confrontare due alimenti apparentemente simili.

In ogni caso diventa fondamentale imparare a leggere le etichette alimentare, per evitare fregature. Ad esempio bisogna stare attenti alle etichette che presentano la dicitura “senza zucchero”, ma che al tempo stesso annoverano, tra gli altri, lo sciroppo di glucosio, fruttosio, maltosio, cereali o l’amido di mais che sono prodotti zuccherini ad alto indice glicemico!

 

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