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“1968, un anno”: i miti e i riti di un anno cruciale del ‘900- In mostra allo Csac i linguaggi del cambiamento

di Titti Duimio 

“1968, un anno” ovvero il racconto di quanto è successo storicamente in un anno che ha segnato un profondo rinnovamento culturale in Italia e non solo del movimento politico che lo caratterizza.

La ricostruzione per immagini dell’archivio Csac di un anno fondamentale per comprendere appieno la forza di un cambiamento e le trasformazioni di linguaggio espressivo contemporaneo che appartiene alla storia di tutti.

Questa la mostra presentata questa mattina all’Abbazia di Valserena da Francesca Zanella insieme a Gigi Dall’Aglio presidente della Fondazione Teatro Due e Fabrizio Storti, Pro Rettore per la Terza Missione e Consigliere CSAC, e che aprirà i battenti domani sabato 20 ottobre.

La mostra, frutto di una attenta ricerca del Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, che conserva e fa dialogare con il pubblico le migliaia di immagini raccolte e catalogate nel corso degli anni, espone in modo sincronico gli avvenimenti sociali e culturali che hanno cambiato un’epoca.

Attraverso idee, utopie, opere, progetti e oggetti datati o correlati all’anno 1968, individuati all’interno dei diversi fondi conservati allo CSAC, questa mostra vuole far emergere le trasformazioni nel sistema della comunicazione, i mutamenti socio-antropologici (i nuovi miti e i nuovi riti), e una nuova riflessione sul corpo e sull’ambiente, che esplosero in quell’anno. Ambiti e linguaggi differenti sono così affiancati per affrontare le contaminazioni e la coesistenza di diversificate culture.

L’ossatura della mostra all’interno del suggestivo spazio della Chiesa abbaziale di Valserena è costituita da una lunga timeline, composta da oggetti, immagini e cronache, affiancata da una sequenza di approfondimenti dedicati alla trasformazione del sistema delle immagini e delle differenti scale del progetto degli spazi e del territorio.

La riflessione sul corpo è rappresentata a differenti scale: dal gioiello all’abito, dall’ideazione di nuovi luoghi della cultura giovanile alla ridefinizione della scena e alla riappropriazione dello spazio pubblico. Il confronto di molteplici sistemi di segni e iconografie avviene attraverso manifesti, progetti di abiti, rappresentazioni di gesti e reportage fotografici: dall’immaginario cinematografico e teatrale con i costumi provenienti dall’archivio della sartoria di Piero Farani (per i film Barbarella e Il cavaliere inesistente, per il teatro con Il Barone di Birbanza) alle sfilate happening ideate per Mare Moda Capri (Walter Albini) all’affermazione dell’uomo moda (Carlo Palazzi) e della maglieria (Albertina e Krizia).

E non per caso anche Csac nasce nel ‘68 da una geniale intuizione del prof. Carlo Arturo Quintavalle che riconobbe i segnali di un cambiamento epocale nei gesti espressivi che toccavano tutti i livelli della comunicazione e decise di organizzarli in un sistema di archivio che fece della cronaca del momento un pezzo di storia della comunicazione e dell’arte del nostro paese in una grande operazione artistica e socio-antropologica.

Ora Csac restituisce al pubblico una scheggia importante di quel percorso di cui è interprete e protagonista insieme dedicando una mostra al racconto di un preciso momento storico che appartiene a tutti e che contribuisce a ri-costruire un’identità culturale condivisa che ha segnato indelebilmente l’evoluzione dei linguaggi espressivi degli ultimi 50 anni.

E per sottolineare l’appartenenza di tutti a questo enorme patrimonio culturale raccolto da Csac in 50 anni, per tutta la durata della mostra saranno raccolte immagini, ricordi e testimonianze del ‘68 dei visitatori che verranno catalogate e archiviate come documenti storici nell’Archivio della Comunicazione ed entraranno a far parte del racconto dettagliato di uno dei più grandi musei del linguaggio contemporaneo del mondo.

Grazie alla collaborazione con l’Archivio della Fondazione Teatro Due si documenteranno l’edizione del 1968 del Festival Internazionale del Teatro Universitario (Fondo FITU) e gli spettacoli realizzati dal Centro Teatrale Universitario (Fondo CUT). 

I rapporti solidali tra la città di Reggio Emilia e alcuni paesi dell’Africa australe, sviluppati proprio in quegli anni, saranno raccontati invece attraverso i materiali provenienti dall’Archivio Reggio Africa, prodotto dal Comune di Reggio Emilia e custodito e valorizzato da Istoreco (Istituto storico per la resistenza e la società contemporanea in Provincia di Reggio Emilia).

Mostra 1968. Un Anno

Date 20 ottobre 2018 – 4 agosto 2019

 

Inaugurazione Sabato 20 ottobre, ore 11-13 (ingresso libero); dalle ore 14 biglietto ridotto a 5 euro.

 

Sede CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione

Abbazia di Valserena | Strada Viazza di Paradigna, 1 (Parma)

 

Gruppo di Ricerca

Coordinamento: Francesca Zanella

Paolo Barbaro, Mariapia Branchi, Claudia Cavatorta, Giulia Daolio, Lucia Miodini, Paola Pagliari, Simona Riva (CSAC), Cristina Casero, Elena Fava, Roberta Pierangela Gandolfi, Sara Martin (Università di Parma), Chiara Torcianti (responsabile dell’archivio Reggio Africa per Istoreco – Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Reggio Emilia), Giacomo Giuntini (Fondazione Teatro Due)

Collaborazione alla ricerca e alla realizzazione della mostra

Francesca Asti, Giorgetta Leporati, Antonella Monticelli, Marco Pipitone, Danilo Rubino

 

Grafica e Allestimento

Daniele Ledda (xycomm) con Filippo Ferrari, Fabrizio Cantoni e Alessandro Tonelli

Elisabetta Terragni (Studio Terragni Architetti) con Mike Dolinski e Paola Frigerio

con la collaborazione di Area Dirigenziale Edilizia e Infrastrutture Università di Parma

 

Restauratrice Lorena Tireni

 

Progetto didattico a cura di CSAC e Servizi Museali

 

In collaborazione con

Fondazione Teatro Due e ISTORECO Archivio Reggio Africa

 

Ingresso

Biglietto: 10 euro

Per tutte le riduzioni e informazioni aggiornate: www.csacparma.it/visita

Visita guidata in italiano per gruppi: 14 euro (da 5 a 10 persone); 12 euro (da 11 in avanti).

 

Orari

Mercoledì, giovedì e venerdì: dalle ore 15 alle ore 19

Sabato e domenica: dalle ore 10 alle ore 19

Lunedì chiuso

Martedì chiuso con possibilità di prenotazione per gruppi su appuntamento

 

Per informazioni al pubblico

+39 0521 607791

servizimuseali@csacparma.it 

www.csacparma.it

 

 

 

 

 

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