Home » Altre storie » La filosofia di Epicuro

La filosofia di Epicuro

Epicuro è un noto filosofo grecoche nacque a Samo nel 341 a.C. e perì ad Atene nel 270 A.C. Trascorse la sua infanzia a Samo dove suo padre era maestro di scuola e sua madre esercitava la magia. Si ritiene che sia stato discepolo del platonico Panfiloe dell’accademico Senocrate. A sua volta, lo stesso Epicuro esercitò la professione di maestro di scuola e, nel 306 a.C. aprì la sua scuola nota come la “scuola del Giardino”. Padre dell’Epicureismo, la filosofia di Epicuro affonda la sua ispirazione atomist nel clima culturale ed etico dell’ellenismo che dopo la delusione politica seguita alla caduta della democrazia ateniese.

Filosofia Epicurea: i caposaldi

La filosofia epicurea ha come fine ultimo il raggiungimento della felicità dell’uomo, realizzabile mediante un uso equilibrato e ragionevole dei piaceri, tra i quali Epicuro raccomanda quelli naturali e necessari (come cibarsi), ammette quelli naturali ma non necessari (come il cibarsi di alimenti non raffinati) e sconsiglia quelli che non sono né naturali né necessari (come il diventare ricchi). Da questo punto di vista il suo non è quindi un vero e proprio edonismo; infatti, la felicità che tale morale di Epicuro vuole procurare all’uomo è fatta di tranquillità, di pace, diatarassia, in pieno accordo con la natura, e di liberazione nei confronti del dolore (aponia) e dei pregiudizi. Questa sorta di “calcolo dei piaceri” implica una relativa austerità ed una forma di saggezza tranquilla e distaccata. La scuola di Epicuro o “Giardino” era, infatti, un luogo di calma, un sereno rifugio dove regnavano la frugalità ed il lavoro, una sorta di “oasi di felicità” nel cuore della tormentata società di allora. L’Epicureismo, come lo Stoicismo, spinge l’uomo a trovare un rifugio nella propria interiorità, allo scopo di sottrarsi ai colpi del destino (“vivi nascosto”). In questo caso, l’individualismo non è certo compiacenza di sé stessi, ma una difesa del singolo che vuol realizzare la sua libertà interiore e, infatti, un caposaldo dell’etica per Epicuro è l’amiciziafacilitata da questa libertà.

Etica Epicurea e Tetrafarmaco

Nella disciplina dell’etica, Epicuro riprende l’edonismodei Cirenaici, ma mentre per questi il piacere è “dinamicamente inteso come continua ricerca del piacere”, per il filosofo greco è un piacere “statico”, assicurato dall’eliminazione del dolore. La filosofia epicurea ruota intorno al ritenere che sia proprio lo stesso “amore per il sapere” ad essere lo strumento, il mezzo, teorico e pratico, per raggiungere la felicità degli uomini. Per questo propone il “quadrifarmaco” o Tetrafarmacocapace di liberare l’uomo dalle sue quattro paure fondamentali. Si tratta di un complesso di quattro regole fondamentali per il conseguimento della felicità, consistenti nella consapevolezza che gli dèi non si interessano all’uomo e non hanno incidenza sulla sua vita, che la morte è nulla per l’uomo, che il piacere è soppressione del dolore raggiungibile soddisfacendo gli stimoli primari e che il dolore fisico ha una durata breve. La filosofia di Epicuro venne screditata dalle scuole rivali, in particolare dai platonici e, successivamente, dai cristiani a causa del suo materialismo e della teoria del piacere. Infatti, durante l’epoca medievale il termine di “epicureo” era sinonimo di “ateo, irreligioso ed eretico“.

Fonte: Epicuro.org

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*