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L’associazione parmigiana 3Dproduction presenta”Noir Tales”: quando produrre cortometraggi è per passione

di Marco Rossi

 

Talento, finanziamenti, competenza professionale e duri anni di studi: queste sono tutte le caratteristiche che mancano ai membri dell’associazione culturale 3Dproduction, che, nonostante tutto, da ben ventiquattro anni si cimentano nella realizzazione di cortometraggi, autofinanziandosi.

Ci sono, tuttavia, altre qualità che possono vantare: perseveranza, passione e voglia di divertirsi stando insieme. Dopotutto, come ha detto Stanley Kubrick, “Il miglior modo per imparare a fare un film è farne uno”. Non uno, infatti, ma decine e decine di piccoli film sono stati realizzati dall’associazione nel corso degli anni, l’ultimo è stato il cortometraggio di 19 minuti Noir Tales, proiettato in anteprima lunedì 21 maggio presso lo Space Cinema al Barilla Center. Una soddisfazione doppia, non solo per i quattro anni di lavorazione che ha comportato, ma anche per aver avuto la possibilità di vederlo proiettato sul grande schermo durante quella che è diventata non una semplice presentazione ma una vera e propria festa in onore dell’associazione, tra risate e allegria.

Il film, che a differenza di altre produzioni dell’associazione non richiama pellicole particolari, rende omaggio ai film noir anni ’40, proponendo tutta una serie di archetipi visivi e di figure chiave del genere, evocando, in particolare, alle atmosfere crude e senza speranza di Sin City, amplificate dalla tesissima colonna sonora di Fabio Bellini, musicista di Noceto che vanta numerose collaborazioni negli Stati Uniti e in Giappone. Quello che rende il corto  avvincente e strano allo stesso tempo, però, è l’utilizzo del chromakey, la tecnica che permette, attraverso l’uso di teloni verdi, di unire più sorgenti video, in questo caso i fondali ricreati digitalmente con gli attori, impossibilitati spesso a trovarsi fisicamente sul set per impegni vari. Questo espediente dovuto alla pura necessità ha permesso di creare un’atmosfera surreale e fumettistica, rendendo le inesperte performance degli attori suggestive ed espressioniste.

Proprio gli attori sono stati celebrati durante la serata, potendosi finalmente vedere sul grande schermo dopo quattro anni di attesa, tanto da non ricordarsi quasi più niente del lavoro svolto. Nonostante non siano professionisti, molti di loro possono vantare un lungo curriculum composto dai vari cortometraggi realizzati durante gli anni di attività dell’associazione, realizzando opere come la saga di Stranbo, Indiana Jeans o Sfiga da New York. I vari partecipanti sono ormai amici da anni, capitanati da Ettore Di Gennaro, regista, sceneggiatore e cameraman del film, e hanno raggiunto una professionalità sbalorditiva se si pensa che siano partiti senza mai avere ricevuto lezioni da professionisti.

Premiarli sembra il minimo e così avviene a conclusione della serata, assegnando agli attori più apprezzati in sala dei piccoli oscar, consegnati da un’ospite d’eccezione, Luca Sommi. Il premio al miglior attore non protagonista è stato assegnato a Enrico Amoruso, nel ruolo di un brutale picchiatore che ricorda Marv di Sin City, mentre il premio al miglior attore protagonista è stato assegnato ad Alessandro Pavino, nel ruolo del killer senza che, come Clint Eastwood in Per un pugno di dollari, arriva in città e la lascia dopo aver ucciso un sacco di persone.

Nonostante lavorino tutti e abbiano responsabilità, questi ormai non più ragazzi sono riusciti non solo a entrare nel mondo del cinema ma a creare un’associazione che permette a chiunque di poterlo fare, anche solo per qualche weekend. Un percorso che li ha anche portati a Venezia nel 2016, grazie al corto Porlvergeis, che ha vinto, tra l’altro, il festival SpinOff nello stesso anno. Forse nessuno di loro sostituirà mai Kubrick nell’immaginario collettivo, ma di certo, come per il regista inglese, grazie ai loro lavori non saranno mai dimenticati.

 

2 commenti

  1. Grazie per la bellissima recensione. Sono contento che l’atmosfera in sala abbia rappresentato in pieno lo spirito dell’associazione.
    Alla prossima!

    • Ettore Di Gennaro

      Quando morrò vorrei che questo articolo venisse letto come epitaffio. Grazie
      Veramente è il nostro ritratto più sincero

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