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Le foto dei ‘Gioielli di famiglia’ alla Galleria San Ludovico: racconti di eccezionale normalità negli scatti degli studenti del liceo Toschi guidati dal fotografo Fornaciari

 

di Titti Duimio

Nell’ambito della mostra ‘Abecedario’ curata da Gloria Bianchino e Alessandro Canu in corso alla galleria San Ludovico si e’ svolta venerdi’ 11 maggio l’esposizione collaterale dal titolo ‘Gioielli di Famiglia’, risultato di un interessante workshop del fotografo Edoardo Fornaciari organizzato con i ragazzi che frequentano due classi del quart’anno audiovisivi e multimedia del Liceo Artistico Statale Paolo Toschi e realizzato in collaborazione con Associazione Culturale Kinoki.

“Sono stato contattato da Roberto Pettenati preside del Toschi per sviluppare insieme agli studenti un percorso di rappresentazione fotografica che portasse ad un lavoro collettivo ma assolutamente personalizzato sull’esperienza e il linguaggio di ogni singolo giovane artista-dice Fornaciari fotografo di grandi testate nazionali come Panorama, l’Europeo, Il Mondo e autore di un celebre scatto apparso sul Time– Da li’ abbiamo ragionato coi ragazzi per cercare un tema comune che riguardasse le persone, io non amo rappresentare le cose perché ogni scatto è un racconto e dietro l’obiettivo deve esserci un’anima che lo contiene. Abbiamo pensato a soggetti di strada ma mandarli allo sbaraglio nei quartieri degradati per trovare volti con storie da raccontare non ci è parso opportuno.

La scelta è andata quindi ad una scheggia di vita affettiva, intima e inevitabile che rispondesse alla domanda ‘chi ti mantiene?’.

Ed ecco il risultato: scatti di vita vera che parlano di rapporti, di emozioni e di relazioni famigliari non tutte facili e non tutte disponibili a farsi raccontare.

Dietro ad ogni foto traspare il racconto che cercavamo con contraddizioni e legami, dialoghi intensi o mancanti ma pur sempre pagine di realtà che costruiscono uno spaccato della società contemporanea” racconta ancora l’artista dello scatto che ha elogiato e gratificato i ragazzi con il massimo dei voti per tutti.

 

“È stato molto interessante seguire le dinamiche di costruzione della foto dei ragazzi in continuo confronto tra di loro, ognuno con la propria difficoltà con il proprio pudore di mostrare ‘i gioielli di famiglia’ e cioè la propria origine e in qualche modo le proprie radici identificative che li rende unici e mai omologati-prosegue Edoardo Fornaciari– Alcuni hanno dovuto scontrarsi con la ritrosia dei genitori a mostrarsi, soprattutto se appartenenti a classi sociali ritenute non opportune, altri con genitori in conflitto tra loro impossibilitati a rappresentarli insieme che hanno trovato soluzioni alternative, qualcuno che ha addirittura dovuto forzare la mano per avere il permesso di raccontare un genitore sul posto di lavoro.”

Un grande percorso di empatia e di conoscenza di se stessi che si riassume in una mostra leggera come una festa di classe ma che nasconde un laboratorio antropologico di una classe di diciottenni alle prese con la propria storia e la rappresentazione della propria intima verità.

“Scrivere, filmare e scattare sono strumenti dello stesso concetto: un’esigenza di racconto e la tecnica serve a poco, ognuno può imparare in un mese, ma costruire la frase scritta che sia la perfetta sintesi della tua analisi è più difficile e lì è nascosta la genialità di uno scatto che non deve essere mai banale” conclude Fornaciari soddisfatto del risultato ottenuto.

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