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13 marzo: “Perduto in Paradiso” di Umberto Pasti presentato alla Biblioteca Palatina


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intervengono 
CARLO MAMBRIANI DAVIDE TORTORELLA

       AVVENTURE DI GIARDINAGGIO ESTREMO
NEL NORD DEL MAROCCO
“È il mio corpo, il mio corpo è diventato questo posto, questo posto è sempre stato un giardino.”

All’inizio di questo libro Umberto Pasti è un quarantenne che ama la bellezza. Ha viaggiato e vissuto. Ma nulla lo ha preparato a ciò che sta per succedergli. Nei pressi di un villaggio sperduto sulla costa atlantica del Nord del Marocco, stanco dopo una lunga camminata, si addormenta sotto un fico. Quando si sveglia ha subìto una metamorfosi. È diventato un giardino. Rohuna è un luogo estremo e inospitale, quasi inaccessibile, senza acqua, senza luce, abitato da ragazzi violenti, donne fiere, vecchi saggi, e spiritelli logicamente molto dispettosi. Ma è anche bella e solenne come l’apparizione di un dio. Per esistere, per realizzarsi, il giardino deve traformarsi in giardiniere. Ecco le fatiche titaniche, il viavai dei muli carichi di terra, la pista scavata a mani nude, le piante salvate sui cantieri che sfregiano il paese, la ricerca affannosa dell’acqua, l’invasione degli scorpioni. Ecco i ragazzi diventare prima amici e poi giardinieri, i malati da curare, i bambini da istruire. Ecco il paradiso farsi sempre più reale. Nonostante le battaglie legali, le minacce di affaristi senza scrupoli, la pressione crescente di un turismo predatore, in questo tempo di conflitti feroci tra Islam e Occidente Rohuna resta il luogo unico e insostituibile in cui un uomo venuto da lontano ha riconosciuto la sua casa e la sua famiglia. E, come alla fine di un rito iniziatico, ha trovato se stesso.

UMBERTO PASTI Scrittore, giornalista, disegnatore di giardini, divide il suo tempo tra Milano e il Marocco. È autore tra l’altro di L’età fiorita (Il Saggiatore, 2000; Bompiani, 2014), L’accademia del dottor Pastiche (Il Saggiatore, 2008), Giardini e no (Bompiani, 2010), Più felice del mondo(Bompiani, 2011) e Animali e no (Bompiani, 2016).

“Ero qui, appoggiato al tronco del fico sotto cui sto scrivendo, e come un verme che muta in pupa, o una pupa in farfalla stavo diventando un giardino. Io, un uomo di quarant’anni, ero aiuole e scale e terrazze. Rimanevano terra, cespugli e bordure dove erano stati sangue e pensieri. Avevo le zolle dove avevo avuto i capelli. Ma ero un giardinsenz’acqua, al quale si arrivava arrancando per ore tra pietre roventi, sudati, assetati,  con le gambe rotte. Fu la mia buona stella a mettere queste difficoltà sul mio percorso: da giardino, per poter esistere, essere me stesso, fui obbligato a trasformarmi in giardiniere.”


Romanzo Bompiani
pagine 286
prezzo € 18

1 Commento

  1. Caro Pasti, ho letto il tuo libro davvero sorprendente in una Oasi del Marocco a venti km da Guelmin e a Dakhla dove si ha molta nostalgia di fiori, piante e verde. Mi ha colpito molto il tuo linguaggio botanico colto e “sensuale”, sono un poeta e non solo ma questo ancora di più mi ha fatto innamorare del tuo giardino. Grazie. Dino Azzalin

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