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Viaggio nella storia, dal corpo ai robot: “La Fabbrica dei Corpi” inaugurata a Palazzo del Governatore

Un affascinante viaggio tra passato e futuro, incentrato sulla conoscenza della struttura dei corpi viventi e proiettato verso la conquista dello spazio e le sfide tecnologiche di domani: dalle forme e anatomie animali e umane ai robot umanoidi, passando per la straordinaria collezione di maschere fisiognomiche di Lorenzo Tenchini, nuovamente riunite a Parma dopo 110 anni dalla loro realizzazione a fine Ottocento.

 

Promette questo e molto altro la mostra La Fabrica dei Corpi. Dall’anatomia alla robotica”, aperta fino al 17 dicembre al Palazzo del Governatore di Parma. Una grande esposizione storica, scientifica e divulgativa a carattere internazionale, inserita nelle iniziative del Comune di Parma per le celebrazioni dei 2200 anni di fondazione della città e in quelle promosse dall’Università di Parma per l’internazionalizzazione dell’Ateneo nell’anno accademico 2017-2018.

La mostra, curata da Roberto Toni, è organizzata dal Sistema Museale dell’Università di Parma con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Parma, con la collaborazione del Museo di Antropologia criminale “Cesare Lombroso” e del Sistema Museale dell’Università di Torino. È realizzata con la collaborazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, attraverso un contributo ottenuto nell’ambito del bando della legge 6/2000 per la divulgazione della cultura scientifica. Ha ricevuto inoltre il sostegno della Fondazione Cariparma, del Poliambulatorio Dalla Rosa Prati, dell’Associazione Alumni e Amici dell’Università di Parma e di Conad Centro Nord. Alla sua realizzazione collaborano numerose Istituzioni accademiche e sanitarie e prestigiosi Enti di ricerca nazionali e internazionali.
L’esposizione ha ottenuto il patrocinio della Città di Torino, dell’Università degli Studi di Torino, della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza, della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino, dell’IBC-Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna e di ICOM-International Council of Museums.

La mostra – ha spiegato l’assessore alla Cultura del Comune Michele Guerranel corso dell’inaugurazione – incrocia diversi saperi e mette in campo competenze e intelligenze diverse. Una esposizione innovativa che attraverso il passato guarda al futuro, buttando il cuore oltre l’ostacolo. Un esempio di apertura dell’Università verso la Città tutta che il Comune sostiene con convinzione”.

Si tratta di un progetto estremamente ambizioso nell’ambito delle iniziative del Sistema Museale di Ateneo – ha sottolineato Luca Trentadue, Delegato del Rettore al Sistema Museale -. La Fabrica dei Corpi è una mostra che si allaccia alla tradizione storico-accademica della nostra città proiettandosi però verso il futuro e aprendosi alla cittadinanza attraverso la splendida cornice di Palazzo del Governatore”.

A guidare il numeroso pubblico presente all’inaugurazione, spiegando nel dettaglio la genesi e le caratteristiche della mostra, è stato il curatore Roberto Toni, Direttore Scientifico del Museo e Biblioteca Storica Museale di Biomedicina del Sistema Museale di Ateneo.

Filo conduttore dell’esposizione, il cui allestimento è curato dall’arch. Maria Amarante, è la conoscenza della struttura dei corpi viventi, in particolare quella del corpo umano, che sta a fondamento di alcune tra le maggiori conquiste biomediche ottenute tra la fine del XX secolo e l’inizio del XXI secolo.
Essa promette di divenire sempre più una guida insostituibile per la ricerca mirata allo sviluppo delle biotecnologie per la rigenerazione dei tessuti e degli organi e per la loro ingegnerizzazione bioartificiale. A partire dall’evidenza di memoria darwiniana per cui, nei vertebrati, il raggiungimento di una specifica forma è condizione necessaria per assicurare una prestazione fisiologica adeguata alla massa cellulare tridimensionale (3D), oggi si è giunti alla consapevolezza che persino la capacità di un organismo di evolversi, ossia di sapere far fronte alle sfide della realtà mutevole in cui vive, dipende dai meccanismi embrionali che ne permettono la trasformazione morfologica.
Da qui sono partite le sfide tecnologiche che hanno condotto, nelle scienze biomediche, alla realizzazione dei materiali biocompatibili e al loro impiego in numerosi campi ricostruttivi clinici e preclinici, incluso quello artistico del restauro ceroplastico anatomico, sino alle bioprotesi con biomateriali, agli organi bioartificiali 3D con cellule staminali, ai biochip, alla biostampa e ai robot umanoidi, le cui innovazioni mirano a renderli supporto operativo alla tutela della salute umana, con l’ambizioso obiettivo di un loro impiego al fianco dell’Uomo nella conquista dello spazio.

La mostra si sviluppa su entrambi i piani del Palazzo del Governatore.

La prima sezione (al primo piano) si apre con una panoramica della storia attraverso i secoli della Scuola Medica e Chirurgica dell’Ateneo di Parma, che introduce a un articolato percorso conoscitivo.  Questo parte, in termini evoluzionistici, dalle forme e dalle anatomie animali, giungendo all’anatomia dell’Uomo e alle sue rappresentazioni anatomiche ceroplastiche e artistiche. Tra queste ultime spiccano la monumentale scultura lignea di Mario Ceroli e gli studi ergonomici di Ettore Sottsass conservati allo CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma.

Il fulcro storico della mostra è costituito dalla straordinaria collezione di maschere fisiognomiche, di dottrina lombrosiana, preparate dall’anatomico di formazione psichiatrica clinica dell’Università di Parma Lorenzo Tenchini: maschere realizzate a scopo strettamente scientifico, con l’intento di catalogare l’espressione e la struttura del viso dei soggetti che rappresentano (detenuti del reclusorio di Parma e ricoverati nel manicomio di Colorno), seguendo i principi della ricerca comportamentista del tempo, in particolare quella focalizzata sull’atteggiamento delinquenziale e sulle devianze sociali.

La collezione Tenchini è oggi divisa tra l’Università di Parma (Museo e Biblioteca storica museale di Biomedicina) e l’Università di Torino (Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso”). Nella mostra al Palazzo del Governatore essa è nuovamente riunita a Parma per la prima volta dopo 110 anni grazie alla generosa collaborazione del Museo Lombroso di Torino, che ne conserva una parte dagli inizi del XX secolo e che ha acconsentito al suo prestito integrale. Questa eccezionale opportunità collaborativa ha tra l’altro permesso di dare alle stampe, per i tipi di Skira, il primo catalogo bilingue (inglese e italiano) della collezione completa delle maschere di Tenchini, arricchito da saggi storici, scientifici e artistici di accademici italiani e stranieri, già disponibile in libreria e acquistabile anche durante lo svolgimento della mostra.

Nella seconda sezione (al secondo piano), partendo dalla strutturistica del corpo umano, l’esposizione si apre sulle simbolizzazioni ed elaborazioni matematico-computazionali per la ricostruzione virtuale dei corpi. Accompagna poi i visitatori nell’uso di queste ricostruzioni per l’ingegnerizzazione degli organi bioartificiali con biomateriali, delle bioprotesi, dei biochip e della biostampa, traguardi biotecnologici della medicina rigenerativa e ingegneria tissutale alle soglie del XXI secolo, arrivando sino alla simulazione antropomorfa dei corpi mediante robot umanoidi, ultima frontiera della tecnologia applicata alla salute umana, con la previsione di prossimi impieghi nelle missioni spaziali.

In occasione della mostra saranno proposti alle scuole visite guidate, laboratori e attività organizzate sui temi dell’esposizione.

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