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Antonio Ligabue vola a Mosca con la Fondazione Museo di Parma

di Titti Duimio

Parma si conferma sede naturale di progetti culturali che promuovono artisti e diffondono nel mondo l’opera di personaggi fondamentali nel panorama pittorico a livello nazionale.
In via Campanini si trova, infatti, l’Archivio Antonio Ligabue recentemente presentato come Fondazione a Roma con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali, nato nel 1983 dalla passione del suo presidente, Augusto Agosta Tota amico personale del grande pittore nonostante la differenza di eta’ e suo fedele collezionista.

Quando ho conosciuto Ligabue nel ’51 io avevo 13 anni e lui 40, mi ha sempre dato del ‘voi’ con un senso di rispetto che descrive bene lo spessore umano del personaggio anche se non amava le persone alle quali preferiva gli animali. Lo aiutavo a vendere i suoi quadri a parenti ed amici ricavandone poche lire e la sua amicizia che non si e’ mai incrinata fino alla sua morte. Era un sognatore, un visionario che vedeva giungle e animali feroci nei pioppeti del Po, un uomo dalla grande fantasia che spesso usciva dalla normalita’ codificata e veniva considerata follia” ci racconta Agosta Tota. “Ho raccolto le sue opere e le porto in tutto il mondo per celebrare la sua grandezza, dal 25 gennaio al 30 marzo 2018 saremo a Mosca ospiti del Museo della Storia della Russia in collaborazione con l’Istituto di Cultura Italiana e da aprile fine alla fine di giugno ci trasferiremo a San Pietroburgo nel Museo Nazionale della Musica

 

E dopo decine di mostre organizzate in tutta Europa chiediamo al presidente Agosta Tota quali sono i progetti dopo la Russia?

“Abbiamo in mente una serie di iniziative per portare le opere di Antonio Ligabue anche in America e poi mi piacerebbe riuscire ad organizzare qualcosa di importante anche a Parma con l’aiuto dell’amministrazione locale per rendere il dovuto omaggio anche nel suo territorio dove non abbiamo mai realizzato niente.
Ma per Parma ho in mente un progetto importante che raccolga i capolavori del maestro e faccia una specie di sunto delle grandi mostre dell’estero”

 

Non crede che ha Parma ci sia un problema di attenzione e comunicazione di realta’ culturali come la sua forse poco conosciute dalla citta’?

“Ho sempre lavorato a Parma ma ho sempre agito fuori, le mie mostre le ho sempre organizzate in altre citta’ e forse io stesso non ho amplificato la visibilita’ delle mie iniziative localmente anche per scelta. Avevo contatti in giro per il mondo e li ho usati promettendo ogni volta che la seguente sarebbe stata qui e credo che ormai sia arrivato il momento per farlo. Parma ha un ruolo culturale centrale nel mondo e deve tornare ad essere protagonista”

 

Ligabue riesce a comunicare e a parlare a tutti proprio per i suoi temi e i suoi colori che emozionano a colpo d’occhio anche i non esperti, potrebbe essere un mezzo visivo per accompagnare i visitatori all’arte contemporanea forse un po’ ostile e difficile al grande pubblico?

“Il personaggio attira l’aspettativa, la sua vita, la presunta follia, la sua capacita’ di rappresentazione da assoluto autodidatta avvicinano il pubblico al suo lavoro con un approccio di condivisione e di appartenenza emozionale che ne facilita la lettura. Ligabue era un genio e i geni parlano lingue comprensibili senza mai essere banali rimanendo sempre se stessi. 76.000 presenze alla mostra che abbiamo fatto a Catania ci dicono che il suo e’ un linguaggio universale e non solo territoriale come spesso si crede”

 

Qual’e’ la mission della sua Fondazione?

“Voglio portare Ligabue ad essere conosciuto in tutto il mondo e in questi 35 anni di lavoro mi sono avvalso di grandi collaborazioni per farlo. Qui a Parma lavora con noi il critico d’arte Marzio dall’Acqua, ma hanno partecipato alle nostre iniziative anche altri nomi della storia dell’arte come Luigi Cavallo, Luciano Caramel, Mario de Micheli e Raffaele de Grada in tempi passati, Vittorio Sgarbi oggi e molti altri che ci aiutano a descrivere e a veicolare la produzione del maestro e far crescere la Fondazione. Ho un altro artista del nostro territorio che vorrei proporre, Pietro Ghizzardi per il quale abbiamo gia’ realizzato un catalogo come editori e che affianca Ligabue nella mostra di Salo’.
Fra qualche giorno verranno consegnati all’imprenditore Bulgari due quadri per la sua collezione che presentera’ a Tokio e a Singapore. I soggetti sono dei serpenti tema caro alla maison Bulgari, e confermano la bella sinergia che parla italiano e che ci identifica in tutto il mondo”

 

Dott. Tota ha un ricordo personale di Antonio Ligabue da raccontarci?

“Gli episodi sono tanti e noti ma c’e’ una frase che mi diceva spesso a bassa voce, umilmente ma con grande lucida consapevolezza e che mi ha guidato in questi anni ed e’:’Voi non ci crederete ma io domani saro’ nei piu’ grandi musei del mondo’. E io sapevo che aveva ragione”

 

Antonio Ligabue detto ‘el matt’ dai contadini della zona, nato nel 1899 in Svizzera ma sempre vissuto a Gualtieri (RE), e’ noto al pubblico come pittore naif ma con forti connotazioni espressioniste. Dopo un’infanzia difficile si dedica totalmente alla pittura grazie all’incontro con lo scultore e pittore Renato Marino Mazzacurati che lo incoraggia a dipingere il suo immenso disagio e la sua inquietudine pur non avendo nessuna formazione specifica.
Non avendo un grande amore per il genere umano Ligabue scelse la natura e gli animali come protagonisti del suo mondo interiore colorato e fantasioso nel quale trovava rifugio.
Unico soggetto umano piu’ volte rappresentato fu se stesso, maschera deformata dagli eventi e dalla crudezza della vita che riassumeva in un colpo solo l’infelicita’ umana e la sua scelta personale d’isolamento e di emarginazione.
A lungo sottovalutato dalla critica grazie alla Fondazione e ad alcuni studiosi lungimiranti, oggi Antonio Ligabue e’ riconosciuto come uno dei piu’ grandi interpreti del Novecento europeo.

www.fondazionearchivioligabue.it

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