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Ilaria Alpi- Motta: “Archiviazione? La sua morte destinata a rimanere senza colpevoli?”

L’ex deputata Carmen Motta ha fatto parte della Commissione d’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e ora chiede che non si chiuda il caso Alpi per archiviazione. 

 

“La richiesta avanzata dalla procura di Roma di archiviazione dell’indagine sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin per l’impossibilità di accertare il movente e i killer dell’agguato avvenuto a Mogadiscio (Somalia) il 20 marzo 1984 rischia di lasciare senza colpevoli un omicidio efferato che ha profondamente segnato la storia del nostro Paese, l’opinione pubblica e il valore della libertà di stampa. È una prospettiva sconcertante che segue l’assoluzione, avvenuta nel 2016 da parte della Corte d’Appello di Perugia, del cittadino somalo Omar Hasci Hassan, già condannato in primo grado per omicidio, scagionato dalla ritrattazione della testimonianza del suo stesso accusatore”.

A dichiararlo è l’ex deputata Carmen Motta la quale, tra il 2003 e il 2006, ha fatto parte della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin ricomprendo il ruolo di capogruppo dei Democratici di Sinistra.

 

“L’assassinio della giornalista del Tg3 e del suo collaboratore pare quindi essere destinato a rimanere uno dei grandi misteri della nostra storia, irrisolto e senza colpevoli. Ma uno Stato di diritto non può accettare omissioni e reticenze e decidere di abbandonare la ricerca della verità sulla morte di due cittadini italiani. ‘È come se l’avessero uccisa un’altra volta’ sono state le parole che la mamma di Ilaria, Luciana Alpi, mi ha detto al telefono poche ore dopo la richiesta della procura di Roma, anticipandomi l’intenzione di non arrendersi e appellarsi. A Luciana, che ho conosciuto durante i lavori della Commissione d’Inchiesta, ho espresso la mia solidarietà e vicinanza: dopo 23 anni la verità sulla morte dei due giornalisti parrebbe essere ancora inafferrabile”

“La commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Ilaria e Miran ha concluso il suo mandato nel febbraio 2006. Gli esiti dei nostri lavori, purtroppo, non furono univoci e, alla fine, si contrapposero relazioni di maggioranza e minoranza con tesi molto differenti tra loro. Il Presidente Carlo Taormina (Forza Italia) sosteneva che si trattasse di ‘un omicidio casuale in ambito di guerra’ mentre noi, dell’allora opposizione di centrosinistra, sostenevamo la necessità di non chiudere le indagini in modo così sommario e, a nostro giudizio, approssimativo”.

“Oggi come allora è ancora necessario proseguire l’attività investigativa nella ricerca, con determinazione, della verità. Traffico di armi, gestione criminale dei rifiuti e dei fondi alla cooperazione internazionale: sono queste le piste da tornare a battere. Serve coraggio, un coraggio che evidentemente ancora una volta è mancato ma che non esime le istituzioni dal dovere di far luce su un omicidio che non può rimanere senza colpevoli”.

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