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Festival Sviluppo Sostenibile: l’economia innovatrice è possibile. Il libro di Lepratti

Le riflessioni sull’economia contraddistinguono l’avvio del Festival dello Sviluppo Sostenibile.

Nel libro “L’economia innovatrice”, presentato alla libreria Feltrinelli Barilla Center, l’autore Massimiliano Lepratti argomenta come «la circolarità dell’economia, che l’immagine della ciambella prova a sintetizzare in modo efficace, occorra considerare tre aspetti: la produzione di beni, il mercato del lavoro, il mercato finanziario. Ciascuno di questi tre corre il rischio dello scarto. Se per il bene merce è chiara la circolarità nel concetto di riutilizzo meno facile è individuare come recuperare i cosiddetti esuberi sul piano occupazionale e le eccedenze di liquidità del mercato finanziario».

La chiave, spiega il moderatore Paolo Fabbri, docente di economia dell’Università di Parma è «disaccoppiare la produzione di valore dei beni dalla misura del benessere, come dice il nobel Amartya Sen». «Nella misura del benessere – rincalza Lepratti – c’è un effetto soglia. In pratica oltre a un certo limite di guadagno, che in Italia è stato stimato in 3.500 euro mensili, ma nella persona non si apporta un incremento di benessere pari o superiore al livello di stress per raggiungerlo».

Esempi virtuosi che combinino la circolarità dei tre fattori, produzione di beni, lavoro e settore finanziario, al momento secondo Lepratti sono riconoscibili in alcune esperienze della cooperazione sociale «che hanno dato vita al “surriciclo”, ossia da oggetti scartati a fine vita si ottengono nuovi beni, diversi. Ma il terzo settore è no profit, non una potenza economica, però prefigura stili e consumi e ragiona in modo sistemico, perché immerso nel sociale e nell’ambiente, cosa che solitamente le aziende di mercato non sono». In definitiva, secondo Lepratti, per conciliare l’innovazione in economia, che porti dal modello lineare a quello circolare, serve un ruolo regolatore dell’ente pubblico.

Intanto cresce l’attesa per la conferenza del climatologo Luca Mercalli, che si terrà giovedì 25 maggio alle ore 17 al palazzo del Governatore. L’organizzazione del Festival ha deciso di attivare un servizio di prenotazione, gratuita, dei posti, in ragione dell’interesse manifestato. Si può prenotare il posto sottoscrivendo il modulo a questo indirizzo web: http://festivalsvilupposostenibileparma.it/index.php/il-programma-completo-del-festival/crisi-ambientale-e-climatica-perche-la-sottovalutiamo-l-mercalli/

Prossimi appuntamenti del Festival Sviluppo Sostenibile.

Mercoledì 24 maggio, ore 17, Chiesa S. Tiburzio, Borgo Palmia 6/A,  sarà affrontato il tema della crescita della popolazione umana, con il luminare Massimo Livi Bacci, Università di Firenze, nella conferenza  “Popolazione, sviluppo e sostenibilità”. Modera l’incontro Matteo Manfredini, Università di Parma.

A chiudere mercoledì 24, alle ore 20:30  al WoPa, Via Palermo 6, la proiezione gratuita del film: “Domani”. Un documentario on the road, che attraversa parte dell’Europa e degli Stati Uniti e approda fino in India e all’isola della Réunion, alla ricerca degli esempi virtuosi in cinque campi, che indicizzano il film in capitoli, e sono l’agricoltura, l’energia, l’economia, la democrazia e l’istruzione.

Giovedì 25 maggio, alle ore 17:00 al Palazzo del Governatore in piazza Garibaldi, l’atteso incontro con  Luca Mercalli meteorologo, divulgatore scientifico e climatologo sul tema “Crisi ambientale e climatica, perché la sottovalutiamo?”  Modera Rolando Cervi, presidente WWF Parma.  A seguire proiezione del film “Il Suolo Minacciato” con presentazione di Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia Romagna.

Nonostante sia ormai evidente che il cambiamento climatico è una delle minacce più gravi per il nostro futuro, la questione è sostanzialmente assente dal dibattito pubblico, sia a livello politico che mediatico. Quali sono i motivi? Come possiamo diffondere una maggiore consapevolezza del problema e delle possibili soluzioni?

Il film “Il Suolo Minacciato” denuncia come nella sola Food Valley parmense, lo sprawl urbano consuma un ettaro di terreno al giorno, minacciando le produzioni agroalimentari d’eccellenza che lì sono nate (come il parmigiano o il culatello).

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