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Costruire un cuore con una foglia di spinacio? Un nuovo studio

di Federico Baglioni

 

Potrebbe sembrare un’impresa folle e senza alcun significato, eppure quello che hanno fatto alcuni ricercatori del Worcester Polytechnic Institute è un vero studio scientifico e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista Biomaterials.

Uno dei settori più all’avanguardia nel campo medico-scientifico riguarda la cosiddetta medicina rigenerativa, ovvero quella branca che si occupa di rimpiazzare e rigenerare cellule, tessuti o addirittura organi in modo che l’organismo funzioni correttamente; l’obiettivo, sicuramente molto ambizioso, è quello di superare gli evidenti limiti delle protesi e degli organi artificiali. Tuttavia realizzare veri organi è molto complesso, un percorso pieno di difficoltà che obbliga gli scienziati a cercare sempre nuove vie. Ecco quindi che l’idea di usare un tessuto “alternativo”, magari vegetale, per mimare una struttura del nostro corpo può risultare geniale.

Uno dei punti critici è il fatto che gli organi, in particolare il cuore, hanno bisogno di un sistema vascolare efficiente, ovvero una rete di vasi sanguigni che permetta la circolazione di sangue e nutrienti. Come fare? L’intuizione di fondo è che anche le piante, pur così diverse da noi, hanno bisogno di un sistema di trasporto per acqua e nutrienti.

Gli scienziati hanno così preso una normale foglia di spinacio e hanno rimosso le cellule vegetali: in questo modo è rimasta solo l’impalcatura di cellulosa, un materiale vagamente trasparente biocompatibile e già molto usato in medicina. La foglia è stata quindi irrorata con cellule di tessuto cardiaco e nei vasi è stato versato un fluido rosso di consistenza simile al sangue per dimostrare che le venature della foglia di spinacio possono davvero alimentare il nuovo tessuto (qui il video ufficiale che spiega la ricerca).

Ovviamente si tratta solamente di una prova sperimentale senza nessuna immediata applicazione pratica che aveva l’obiettivo di verificare la fattibilità del progetto. Ora sarà importante studiare tutti i dettagli per trasformare questa idea “folle” in una possibile soluzione per i pazienti di tutto il mondo.

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