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Vivere con un animale ti migliora la vita: lo dice anche la scienza

di Giovanna Maggiori

Studi recenti dimostrano che i bambini traggono più soddisfazione dal rapporto con gli animali domestici che da quello con i loro pari. E anche per gli adulti la vita con un amico a quattro zampe è fonte di serenità.

 

I “migliori amici” di bambini e ragazzi? Spesso sono Fido o Micio. Secondo una ricerca dell’Università di Cambridge i giovanissimi sembrerebbero trarre più soddisfazione dal rapporto con gli animali domestici che da quello con i loro pari. L’analisi è stata pubblicata sul Journal of Applied Developmental Psychology.

Lo studio dei ricercatori di Cambridge aggiunge un tassello agli studi che evidenziano la grande influenza degli animali domestici sullo sviluppo dei più piccoli. Una presenza, spiegano gli scienziati, che potrebbe avere un impatto positivo sulle competenze sociali dei bambini e sul loro benessere emotivo.

“Anche se gli animali domestici non possono comprendere in pieno o rispondere verbalmente, il livello di apertura dei ragazzi nei loro confronti non era minore di quello mostrato con i propri fratelli o sorelle”, spiega il ricercatore Matt Cassells. Anzi, aggiunge, “il fatto che gli animali non possono capire o rispondere potrebbe essere un vantaggio perché questo significa che sono del tutto ‘privi di giudizi'”.

Nel nostro Paese sono tante le famiglie che tra i loro membri annoverano anche un gatto o un cane. Secondo il recente Rapporto Italia 2017 dell’Eurispes il 33% degli italiani ha almeno un animale domestico: le nostre case ospitano soprattutto cani (62%) e gatti (40,8%).

Ma il benessere di stare con un animale è di giovamento solo per i più piccoli? Non sembra.

Secondo una recente indagine di Associated Press una gran parte dei proprietari considera il proprio animale domestico come un membro a tutti gli effetti della famiglia. La compagnia di un animale domestico svolge importanti funzioni sia di supporto contro solitudine e isolamento, sia di vero e proprio sostegno sociale. Secondo alcuni psicologi anche semplicemente accarezzare un animale costituirebbe un potente fattore calmante del sistema neurovegetativo: il contatto col pelo morbido sarebbe un potente effetto calmante per battito cardiaco e la respirazione.

Altro aspetto non di secondaria importanza, prendersi cura di un animale domestico stimola anche il proprio senso di responsabilità nei confronti di un’altra vita, seppur pelosa e a quattro zampe.

 

Si vedano poi gli effetti sempre più importanti che ha la pet-therapy: un modo nuovo di interpretare l’atavico legame tra l’uomo e gli animali domestici, che non sono solo cani e gatti, ma anche conigli, criceti, canarini, pappagalli e pesci, fino ai cavalli  e di dargli un ruolo terapeutico. Nella pet therapy la relazione uomo-animale non è solo gioco, diversivo o consolazione, ma una vera terapia, che comprende interventi con gli animali strutturati e realizzati all’interno di un progetto di cura personalizzato che integra le tradizionali terapie farmacologiche, riabilitative o assistenziali.

La letteratura scientifica assegna valore a questi interventi se progettati e realizzati con competenza, in contesti ricettivi e da personale in possesso di adeguate credenziali. Le linee guida contengono inoltre disposizioni per la preparazione e la tutela degli animali, che devono essere mantenuti in pieno benessere durante il ciclo di incontri di terapia.

Il Piccolo Principe chiede “Che cosa vuol dire addomesticare?” ” E’ una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami” gli risponde la Volpe …

 

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