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Star, dall’America un musical drama (con pregi e difetti)

di Carlo Lanna

Non solo al cinema ma anche in tv c’è una riscoperta del musical drama. Da poco più di un mese, in America, imperversa il fenomeno di Star. La serie che va in onda su FOX ed  attualmente inedita in Italia, porta al firma di Lee Daniels, lo sceneggiatore che tre anni fa ha fatto esplodere in tv un altro fenomeno nazional/popolare. Stiamo parlando di Empire, la saga famigliare a suon di note musicali che, fino ad ora, rimane una fra le serie più celebri degli ultimi anni. Star è la cugina più dolce e sbarazzina, non è uno spin-off (anche se è nelle intenzione del network far incontrare i protagonisti di entrambe le serie), condivide con Empire solo la voglia di fotografare l’universo musicale di oggi, all’epoca dei talenti mordi e fuggi, dei sogni di gloria e dei social network.

Sicuramente la serie ha i suoi difetti, e non sono pochi, eppure Star grazie ad un’innata caparbietà ha saputo giocare con le sue debolezze portando in tv un drama musicale molto teen, ma sexy e spregiudicato. Una vera consacrazione per il genere musical che, dopo Glee, Smash e Nashville, vive un’esistenza tutta nuova. La tv infatti riscopre con Star ed Empire, appunto, tutte le potenzialità del dramma musicale e, contestualizzando le sue caratteristiche, si riesce a realizzare un prodotto fresco, stiloso ed appetibile ad un pubblico meno esigente. Un genere non facile da giostrare, eppure Lee Daniels, sembra essere molto abile nell’aver dato vita ad un universo canterino dove amore, lotte di potere (e di classe), segreti e misteri sono gli ingredienti più particolari.

Ambientata ad Atlanta, la diciottenne Star che ha trascorso una vita fra case-famiglie dopo la morte della madre, decide di prendere in mano la vita e realizzare il suo sogno più grande: diventare una cantante. Alla forsennata ricerca di sua sorella Simone e con l’aiuto di Alexandra, ragazzina piena di talento figlia di un noto produttore musicale, le giovani raggiungono Carlotta. Ex cantante ed amica della defunta madre di Star e Simone, la donna accoglie le tre giovani cercando di guidarle nel competitivo mondo della discografia di oggi. Tutto fila liscio finchè, il padre adottivo di Simone,  non fa ritorno sulla scena.

La trama in se per se non è affatto originale, ha i suoi latenti difetti e forse proprio per questo in quanto ad ascolti non ha fatto il boom come in molti credevano, eppure nonostante tutto Star non è un insuccesso, è comunque una serie da tenere d’occhio. Convince per la sua graffiante colonna sonora, per la regia da video clip, per le interpretazioni di Queen Latifah e Benjamin Pratt (manager dall’oscuro passato) e, soprattutto, è da non perdere perché nella sua convenzionalità, Lee Daniles è stato capace di fotografare i sogni, i desideri e le aspirazioni dei giovani di oggi. L’America che da sempre viene vista come la terra delle opportunità, in Star viene tratteggiata come un paese allo sbando, senza un leader politico  forte e rappresentativo, e di convesso questa situazione politica, si accartoccia su i giovani che, nonostante le qualità, non riescono ad emergere dalla massa. Ma il girl power, la forza delle 3 protagoniste, rappresenta un faro di speranza. Quella speranza di non abbattersi e nel sperare in un mondo migliore, quella speranza di poter credere in noi stessi e nelle nostre capacità. Star non è quindi un semplice drama in musical convenzionale ed in odore di già visto, è un drama giovanile bello forte che attraverso la musica, riesce a veicolare sapori ed umori della nostra società. Un sottotesto di tutto rispetto e forse proprio in questa chiave di lettura si trova la vera energia dello show.

Certo stilisticamente non è eccelso, dato che è patinato e meno spregiudicato rispetto ad Empire, eppure ogni episodio è un tripudio di battute al fulmicotone e strabilianti coreografie. Quindi appena sarà disponibile anche qui in Italia, lasciatevi trasportare dal ritmo … non rimarrete delusi.

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