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Animali Fantastici sul Battistero: il centauro

di Francesco Gallina

Benvenuti al settimo appuntamento della rubrica Animali fantastici e dove trovarli nella mia Drogheria dell’Arte. Oggi, direttamente dal magico mondo di Narnia, è passato da queste parti Oreius, il centauro buono, e mi ha detto che tanto tempo fa fece da modello per un geniale artista di Cremona. «Sarà mica Benedetto Antelami?» E niente… mi ha caricato in groppa e, sotto la luna piena, lontano da sguardi indiscreti, mi ha accompagnato in Piazza Duomo.

Con il centauro, dunque, proseguiamo il nostro viaggio lungo le pareti esterne del Battistero di Parma, fra i bassorilievi di questa curiosa creazione scultorea che è lo Zooforo.

Oreius è gentile e leale, ma nel passato, di lui, la pensavano un po’ diversamente. Mi dice che Omero, Virgilio, Ovidio e altri autori classici erano soliti dipingere i suoi simili come mostri rozzi e malvagi. D’altronde, la sua stirpe entrò in conflitto con il popolo tessalo dei Lapiti. I Lapiti ebbero la meglio e i centauri superstiti, banditi dalla Tessaglia, trovarono rifugio sul monte Pindo. E pensare che erano nati proprio da un re lapita – un poco di buono, Issione – che aveva avuto la balzana idea di concupire Era.

Le cose cambiarono un po’ con l’avvento del Cristianesimo, che vide nei centauri la doppia natura di Cristo. Ma la cuccagna durò poco e, con Dante, i centauri si trovano direttamente all’Inferno come istigatori dei violenti contro il prossimo. Con la fama di seduttori che si ritrovavano, e piantagrane, balordi e ubriaconi, non poteva che essere altrimenti.

Contemporaneamente, nascono le prime eresie, e cos’è l’eretico se non un eterodosso che professa dottrine diverse dal Dogma? Metà cristiano, metà pagano. Dalla padella alla brace.

Bisognerà attendere Il principe di Machiavelli perché il centauro veda restaurata la sua dignità. Il centauro, allora, diventa l’uomo per eccellenza, giusta miscela fra umano e razionale. Per non parlare di quello strambo D’Annunzio, che vede centauri sbucare dalle acque del Serchio! Ma Oreius ringrazia l’Esteta perché, dopotutto, ha fatto del centauro un simbolo del Superuomo. «Oreius, ma com’era D’Annunzio?» gli chiedo. E ottengo per tutta risposta la declamazione di alcune quartine tratte da Alcyone. Si danno un po’ di arie, questi centauri, ma quando mi ricapita di vederne uno ai piedi del Duomo?

 

                La morte del cervo                 

[…]

Il Centauro! Di manto sagginato

era, ma nella groppa rabicano

e nella coda, di due piè balzàno,

l’equine schiene e le virili arcato.

Ritondo il capo avea, tutto di ricci

folto come la vite di racimoli;

e l’inclinava a mordicare i cimoli

dei ramicelli, i teneri viticci

con la gran bocca usa alla vettovaglia

sanguinolenta, a tritar gli ossi, a bere

d’un fiato il vin fumoso nel cratère

ampio, sopra le mense di Tessaglia.

Levava il braccio umano, dal bicipite

guizzante, a côrre il ramicel d’un pioppo.

Repente trasaltò, di gran galoppo

sparì per mezzo agli arbori precipite.

[…]

FRANCESCO GALLINA ha 24 anni ed è pramzän dal säss.

Laureato in Lettere Classiche e Moderne, è critico letterario, docente, blogger, narratore e autore di articoli e saggi accademici su letteratura, poesia, filosofia e arti dello spettacolo.

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