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Shoah – una poesia per la Giornata della Memoria

di Francesco Gallina

Disabili fisici e mentali, omosessuali e lesbiche, zingari e testimoni di Geova, prigionieri politici. Non furono deportati solo gli ebrei, come certa storia banalizzata tende a propinarci. La pulizia etnica hitleriana fu radicale e non riguardò il solo popolo ebraico, da un punto di vista numerico certamente il più martoriato. Per celebrare la Giornata della Memoria vi proponiamo una poesia, ma non una poesia patetica, perché la Shoah non merita né considerazioni pietiste né nazionalistiche. Solo storicamente corrette ed esaustive. Ricordare un evento solo perché tragico, di per sé, non serve a nulla. E dai fatti recenti, europei e mondiali, sembra che la Storia sia Maestra sempre meno ascoltata.

 

Scegliamo i versi di Eugenio Montale. Non parla né di Shoah né di campi, ma della religione nazista: quando Montale la scrive, non può ancora sapere dei campi di concentramento e di sterminio (che non furono la stessa cosa), sebbene i primi campi di concentramento per soli deportati politici risalgono al 1933. La primavera hitleriana, invece, si concentra profeticamente sull’origine di tutto: la mistificazione, l’ideologia mortifera, la fatale teologia nazista che, per un momento, sbarca a Firenze, nel 1938, per stringere la mano a Mussolini, portando una metaforica folata di gelo. Il gelo che spira quando si applica matematicamente un concetto alla realtà.

 

Accompagniamo questo piccolo gioiello montaliano (tratto dalla Bufera e altro del 1956) con uno degli sconcertanti disegni di deportati, selezionati e raccolti in K.Z. disegni dai campi di concentramento a cura di Arturo Benvenuti, frutto di una ricerca durata oltre 40 anni. Una testimonianza rimasta inedita fino al 2014, quando la casa editrice Becco Giallo pubblica 250 disegni a matita, acquarello, inchiostro, carboncino.

Quelli raffigurati potrebbero essere ebrei. Ma questo ci interessa relativamente. Ciò di cui siamo certi è che si tratta di esseri umani a cui fu rubata la dignità.Uomini ridotti a cose, numeri, spettri, feticci.

 

 

LA PRIMAVERA HITLERIANA

in LA BUFERA E ALTRO (1956) di EUGENIO MONTALE

 

Folta la nuvola bianca delle falene impazzite

turbina intorno agli scialbi fanali e sulle spallette,

stende a terra una coltre su cui scricchia

come su zucchero il piede; l’estate imminente sprigiona

ora il gelo notturno che capiva

nelle cave segrete della stagione morta,

negli orti che da Maiano scavalcano a questi renai.

 

Da poco sul corso è passato a volo un messo infernale

tra un alalà di scherani, un golfo mistico acceso

e pavesato di croci a uncino l’ha preso e inghiottito,

si sono chiuse le vetrine, povere

e inoffensive benché armate anch’esse

di cannoni e giocattoli di guerra,

ha sprangato il beccaio che infiorava

di bacche il muso dei capretti uccisi,

la sagra dei miti carnefici che ancora ignorano il sangue

s’è tramutata in un sozzo trescone d’ali schiantate,

di larve sulle golene, e l’acqua séguita a rodere

le sponde e più nessuno è incolpevole.

Tutto per nulla, dunque? – e le candele

romane, a San Giovanni, che sbiancavano lente

l’orizzonte, ed i pegni e i lunghi addii

forti come un battesimo nella lugubre attesa

dell’orda (ma una gemma rigò l’aria stillando

sui ghiacci e le riviere dei tuoi lidi

gli angeli di Tobia, i sette, la semina

dell’avvenire) e gli eliotropi nati

dalle tue mani – tutto arso e succhiato

da un polline che stride come il fuoco

e ha punte di sinibbio….

  Oh la piagata

primavera è pur festa se raggela

in morte questa morte! Guarda ancora

in alto, Clizia, è la tua sorte, tu

che il non mutato amor mutata serbi,

fino a che il cieco sole che in te porti

si abbàcini nell’Altro e si distrugga

in Lui, per tutti. Forse le sirene, i rintocchi

che salutano i mostri nella sera

della loro tregenda, si confondono già

col suono che slegato dal cielo, scende, vince –

col respiro di un’alba che domani per tutti

si riaffacci, bianca ma senz’ali

di raccapriccio, ai greti arsi del sud…

FRANCESCO GALLINA ha 24 anni ed è pramzän dal säss.

Laureato in Lettere Classiche e Moderne, è critico letterario, docente, blogger, narratore e autore di articoli e saggi accademici su letteratura, poesia, filosofia e arti dello spettacolo.

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