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FUCK IT: notti ugandesi nelle foto del parmigiano Sibiloni

di Arianna Belloli

Bar, feste, prostitute, uova rotte, turisti, gru coronate, gonne rotte, cani randagi, risse, uomini armati, ragazze con fuck tattoo. Un viaggio per immagini nella profonda Africa.

Un reportage fotografico alla scoperta della Kampala notturna, quella viva e scioccante. Un Uganda sconosciuta a noi occidentali scandalizzabili. Un Uganda che il fotografo parmigiano ha voluto immortale e raccogliere in un libro fotografico dal titolo altrettanto d’impatto quanto le sue foto, “Fuck it“, cazzo.

Michele Sibiloni nasce nella tranquilla Parma nel 1981, si ritrova in Uganda nel 2012 – dove poi si trasferirà per 6 anni – e la prima cosa che nota è “la quantità di persone che occupavano le strade, soprattutto durante la notte. Avevo bisogno di andare fuori e fotografare cosa stavo vivendo. – racconta l’autore – Ogni volta che torno a Kampala sento il bisogno di andare a esplorare, è il mio modo di essere libero. Ho visitato bar, club, strade, ghetti, party privati, chiese notturne. Ho ritratto le persone della notte: guardie di sicurezza, taxisti, amici, teenager, prostitute, artisti. Ho percepito che durante la notte le classi sociali non avevano più importanza, le persone si mescolavano l’un con l’altro in modo diverso”.

Quella descritta è proprio la “seconda” Uganda, non quella cattolica e conservatrice alla luce del sole, ma quella della notte che non dorme mai, quella dell’alcool a fiumi e delle feste. Non a caso il  “Global Status on Alcohol and Health” l’ha dichiarato lo stato dell’est Africa dove è più alto il consumo di alcolici. Sceso il buio partono musica, balli carnali e sensuali.

Le sue foto sono mosse, sfocate, scentrate, confuse, a volte accecate dal flash perché sono il racconto di “avventure notturne senza bussola morale”, senza trucchi, preconcetti, inibizioni. Allo sbando per inseguire la seconda vita di Kampala.

Una produzione che “Internazionale” ha elogiato tra i migliori libri fotografici del 2016.  Guarda FUCK IT BOOK.

All’inizio il fotografo parmigiano non aveva ben chiaro cosa quegli scatti volessero essere. Vagava per il solo gusto di “catturare” in modo istintivo tutto quello che riusciva. Poi dopo circa un anno “l’entusiasmo di scattare foto strettamente personali, – spiega Sibiloni – diverse da quelle che sin’ora avevo fatto per news e clienti, mi ha convinto a creare un libro”. Questa quindi la sua prima pubblicazione che esprime e soddisfa la sua esigenza di arte libera. I soggetti rappresentati sono amici del fotografo o persone conosciute durante le sue esplorazioni.

Passano quasi tre anni prima che il progetto prenda forma e una casa editrice di Zurigo, Edition Patrick Frey, decida di pubblicarlo con 800 copie lo scorso marzo, copie andate sold-out in soli 2 mesi. Stampata poi una seconda edizione.

Anticipo del nuovo progetto di Michele Sibiloni: Nsenene

“Sono molto soddisfatto del mio lavoro. E’ la mia prima pubblicazione a libro e soprattutto la mia prima opera personale” spiega Michele che sta già lavorando a un secondo progetto: “catturare” i cacciatori di cavallette. In Uganda le cavallette sono una prelibatezza, anche cara, che va a stagioni. Queste si trovano solo in due periodi all’anno per 2 o 3 settimane. In quel breve lasso di tempo le strade, le campagne e i boschi si riempiono di gabbie e cacciatori. “E’ uno spettacolo molto onirico, pieno di luci verdi suggestive”.

In attesa della pubblicazione della nuova opera, qualche foto tratta da Fuck it

 

 

 

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