Home » Cultura&Spettacoli » VIAGGI E CURIOSITA’ – Il Parco dei Mostri di Bomarzo (VT)

VIAGGI E CURIOSITA’ – Il Parco dei Mostri di Bomarzo (VT)

di Raffaele Terzoni

L’Italia è uno dei paesi che annovera il maggior numero di siti definiti dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità. La gran varietà di clima e di dominazioni succedutesi nel corso dei secoli ha consentito la sopravvivenza di luoghi dove il tempo pare essersi fermato e uno di questi è senza dubbio il Parco dei Mostri di Bomarzo, conosciuto anche con i nomi di “Sacro Bosco” e di “Villa delle Meraviglie”. L’area in questione si trova alle pendici del Monte Cimino, nel mezzo della Tuscia viterbese, e comprende un parco naturale di tre ettari arricchito da imponenti sculture in basalto cinquecentesche raffiguranti animali mitologici e mostruosi.

Il parco dei Mostri fu realizzato dall’architetto Pirro Ligorio su commissione del principe Pier Francesco Orsini detto “Vicino”, che concepì l’opera come omaggio alla defunta moglie Giulia Farnese. Il paesaggio armonioso e aspro fa da sfondo all’architettura unica del Sacro Bosco: sculture massicce di creature deformi, architetture bislacche come una casa inclinata, elementi bizzarri che alcuni hanno voluto ricondurre ad una matrice alchemica. Dopo essere caduto preda dell’oblio, il parco è stato ristrutturato a partire dal 1954 per opera di Giovanni Bettini e oggi si presenta in condizioni eccellenti, caratterizzandosi come uno dei siti più attrattivi per i turisti anche in virtù della vicinanza ad importanti arterie di comunicazione.

Sebbene sia inserito nella tradizione naturalista cinquecentesca, il parco viola tutti i canoni del classico giardino all’italiana: al posto dei classici giochi d’acqua e della coerenza di proporzioni fra i diversi elementi, troviamo un boschetto costellato di costruzioni eterogenee dal significato spesso oscuro.

Davvero pregevole è il tempietto funerario dedicato a Giulia Farnese, la consorte di Vicino Orsini, ma degne di nota sono anche La Tartaruga, La Casa Pendente e Orfeo che insieme al resto del Parco hanno contribuito ad affascinare schiere di viandanti e turisti più o meno noti tra i quali possiamo annoverare anche Goethe e Salvador Dalì. L’impressione generale è quella di un luogo che non si finisce mai di scoprire e che ad ogni nuova visita sorprende sempre sia dal punto di vista architettonico che naturalistico.

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*