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Banche, il digitale può ristabilire la fiducia

 

unknownÈ ancora una delle spese più cospicue nella gestione familiare, soprattutto allo sportello, dove i costi salgono; differente invece la situazione online, dove invece c’è possibilità di risparmiare grazie ai nuovi servizi. Ecco la situazione sui conti corrente in Italia.

Finora poteva sembrare solo una sensazione, ma adesso, grazie allo studio realizzato dall’Istituto Tedesco Qualità e Finanza, in esclusiva per l’inserto di Repubblica Affari e Finanza, c’è anche una conferma sostanziale: con le banche online oggi è possibile risparmiare sulle spese della gestione delle proprie finanze.

Il miglior conto corrente. L’istituto ha infatti valutato le voci di costo dei vari prodotti e servizi offerti dalle principali banche, digitali e tradizionali, realizzando una vera e propria classifica che vede al primo posto, con la valutazione di “ottimo”, Ing Direct, la banca online creata dal gruppo olandese. Sono infatti di colore “arancio” le offerte migliori sul conto corrente, così come emerge da questo studio, che ha messo a confronto le principali voci di costo degli istituti di credito, analizzando un campione di oltre 25 banche.

Due profili di correntisti. I calcoli dello studio tedesco sono stati realizzati ricorrendo a due profili di correntista-tipo presi come ipotesi teoriche: il primo ha un saldo medio attivo di 3mila euro, fa un uso intenso del conto e utilizza solo il canale online, accreditandovi lo stipendio o la pensione; inoltre, possiede una carta di credito e due bancomat, domicilia due utenze ed effettua circa 150 operazioni all’anno (nello specifico, 21 prelievi bancomat presso la propria banca, 33 presso altri istituti di credito e sei all’estero, 65 pagamenti con bancomat e 25 bonifici online). Il secondo profilo viene definito multicanale, perché presenta una intensità media di utilizzo del conto, prevalentemente in filiale e talvolta online, con un saldo attivo di 3mila euro, accredito della pensione o dello stipendio, due utenze domiciliate, una carta di credito e un bancomat; in questo caso, le operazioni totali all’anno sono 60 (di cui sei versamenti e dieci prelievi in filiale, cinque prelievi bancomat presso la propria banca, due presso altri istituti di credito, uno all’estero, 22 pagamenti con bancomat e cinque con assegno, un bonifico online e otto in filiale).

La classifica delle banche. Per tutte e due queste figure si è immaginata anche la richiesta di un fido, con un importo di 1.500 euro per tre mesi (con Taeg ricavato da quelli pubblicati nei fogli informativi ufficiali delle stesse banche). Dall’analisi incrociata di tutti questi dati è emersa, come detto, una classifica delle offerte più competitive, che ha visto l’ottimo piazza,mento di Ing con Conto Corrente Arancio, che ha ottenuto il giudizio di eccellenza Top Condizioni, con in particolare un saldo di conto a quota zero.

Paura per i risparmi. L’analisi dell’Istituto tedesco Qualità e Finanza assume un rilievo ancora maggiore se rapportata alla situazione generale della finanza in Italia, che è stata delineata di recente anche dal cinquantesimo Rapporto Annuale del Censis, che ha delineato un quadro a tinte fosche, parlando di un Paese che siede “su una montagna di risparmi”, pari a circa 114 miliardi di euro di liquidità aggiuntiva accumulati negli anni della crisi, che però non vengono spesi o investiti per paura.

Crolla la fiducia. Il Censis evidenzia come negli ultimissimi anni sia esploso “un grande risparmio cash”, dovuto anche “alla propensione di intere categorie professionali e sociali a richiedere pagamenti in moneta, per non andare in banca e per gestire in proprio la propria liquidità”. Si sta insomma passando da una “conservazione da bene rifugio a una imitativa strategia di messa a reddito”. Di pari passo è andato il crollo della fiducia nelle banche: oggi, gli istituti di credito (prevalentemente tradizionali) sono all’ultimo posto della specifica graduatoria nelle preferenze degli italiani, visti peggio addirittura dei politici.

 

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