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Raid al Bar Jasmine, preso albanese in fuga. Si cercano i due “amici”

Di lui si è detto e scritto di tutto. Che fosse un cliente fisso del Bar, o che non si fosse mai visto prima. Che risiede a Milano, no a Parma, no in zona del Bar Jasmine.

In tutto questo turbillon, gli uomini delle Volanti hanno lavorato in silenzio, e lo hanno trovato, il 36enne albanese, residente a Parma, accusato di aver devastato il Bar Jasmine e ferito due clienti, marocchini, che avevano cercato di fermarlo (RILEGGI E RIVEDI LE FOTO).

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L’uomo, 36 anni, è stato denunciato per lesioni aggravate e danneggiamento aggravato, accuse gravi, ma non sufficienti per far scattare le manette, mancando la flagranza del reato. Si cercano, intanto, i due amici complici che erano con lui al momento del raid.

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Intanto Grace, titolare insieme a figlia e genero del Bar, che dalla sera del raid non lascia il locale un attimo, per raccogliere i cocci e ripartire, non ci sta e alza la voce: “Riapriremo, lo sappia chi ci vuole male. Questa attività ci è costata quasi 150mila euro, un investimento importante, perché ci credevamo e ci crediamo. Abbiamo riqualificato l’attività, e la clientela. La sala narghilè? La musica è soft, i clienti escono rilassati, mica aggressivi”.

Poi aggiunge: “Sono irlandese, non ho paura di nessuno”. Nemmeno di ricostruire, dopo un raid ancora senza un perchè.

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I FATTI – “Non mi dai da bere? Io spacco il bar e mando due clienti all’ospedale”.

Sarebbe stato un “no” ad una richiesta di altro alcool a scatenare la furia dell’uomo, albanese, che domenica sera poco dopo le 22 ha devastato gli interni del Bar Yasmine, in Via Sante Vincenzi, interna residenziale di Via Mordacci.

Poteva essere una sera come tante quando invece, intorno alle 19:00 di domenica 16 ottobre, nel bar gestito da una coppia di parmigiani, un paio di uomini, albanesi avventori del locale, sono arrivati a bordo della loro vecchia Punto e sono entrati chiedendo da bere. Vedendoli visibilmente su di giri, l’uomo dietro il bancone ha detto “no”. Uno dei due si è defilato, l’altro ha fatto un gran chiasso e spintonato alcuni clienti, fino al primo arrivo delle volanti.

Portato in questura ha finto di calmarsi: identificato, in regola sul territorio, gli uomini di Borgo della Posta non hanno potuto fare altro che lasciarlo andare.

E lui che ha fatto? Ha raccolto un paio di amichetti, ha preso un bastone sull’auto, un paio di coltellacci da cucina, ed è tornato nel bar un’ora dopo, gridando minacce e ingiurie. Alcuni clienti si sono chiusi in uno sgabuzzino, insieme a Roberta e Michele, figlia e genero della titolare. Due malcapitati amici di Michele hanno cercato di farli ragionare mentre con il bastone devastavano frigoriferi, bevande, tavole, sedie, espositori ed ogni cosa trovassero a tiro. I due sono stati gravemente feriti e sono finiti in codice rosso al Pronto Soccorso del Maggiore. Uno dei due è stato accoltellato vicino al collo ed è grave. L’altro è stato colpito alla testa con una sedia. Tutto per un bicchiere di troppo. (Fr.DeV)

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