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Procura apre inchiesta su Legionella. I casi salgono a 35: grave una 27enne

 

legionella

La Procura apre l’inchiesta sull’epidemia di legionella partita dal quartiere Montebello. Si indaga verso ignoti per i reati di lesioni colpose, omicidio colposo ed epidemia colposa.

Il fascicolo è stato aperto per iniziativa della stessa Procura e i titolari dell’inchiesta sono i sostituti procuratori Andrea Bianchi e Giuseppe Amara che faranno partire una serie di accertamenti per scoprire le cause del contagio e le eventuali responsabilità penali. Le cartelle cliniche dei pazienti verranno acquisite per accertamenti.

La Procura potrà procedere con perizie e consulenze proprie che si andranno ad aggiungere ai risultati delle ricerche che stanno già svolgendo l’Ausl e la Regione.

Sin’ora sono avvenuti due decessi: un anziana ultraottantenne lo scorso 30 settembre e una 77enne il 4 ottobre. Entrambe erano state ricoverate per difficoltà respiratorie e febbre alta, avevano varie patologie pregresse. In totale sono 35 i casi segnalati, 4 in attesa di conferma. Due persone in particolare sono ricoverata al Maggiore in gravi condizioni: un 73enne con varie patologie pregresse e una ragazza di 27 anni.

Le prime ipotesi sulle cause del contagio potrebbero sorgere oggi. E’ stato infatti convocato l’incontro tra i medici delle Aziende sanitarie e della Regione con esperti dell’Istituto Superiore di Sanità.

L’ESITO DELL’INCONTRO – NOTA DELLA REGIONE

Primo incontro, oggi a Parma, per l’Unità di crisi istituita dalla Regione Emilia-Romagna a fronte dell’epidemia di legionellosi che ha colpito in particolare la zona urbana di Montebello. Esperti delle Aziende sanitarie di Parma, dei servizi regionali, di Arpae e dell’Istituto superiore di sanità (Iss) hanno fatto il punto sui casi segnalati e sui risultati dei controlli effettuati, mantenendo costantemente informato il ministero della salute.

Il Dipartimento di sanità pubblica dell’Azienda Usl di Parma ha avviato per tutti i casi un’indagine epidemiologica e un’indagine ambientale, per individuare le possibili fonti di esposizione; sono tuttora in corso prelievi di campioni di acqua per la ricerca del batterio Legionella, che vengono analizzati da Arpae, delle sezioni di Reggio Emilia e di Bologna. In particolare, si tratta di acqua della rete domestica a domicilio delle persone positive, della rete di distribuzione idro-potabile, degli impianti di irrigazione e delle torri di raffreddamento, all’interno e all’esterno della zona urbana interessata.

primi risultati relativi ai campioni raccolti a domicilio dei casi positivi alla Legionella sono negativi. Nei prossimi giorni, compatibilmente con i tempi tecnici necessari alla ricerca di laboratorio, saranno disponibili ulteriori risultati che potranno fornire un quadro complessivo della situazione. D’intesa con il Comune, sono stati già adottati alcuni provvedimenti cautelativi sulla rete idro-potabile interessata, sull’utilizzo di impianti irrigui, sul funzionamento di torri evaporative. Ad oggi, i casi segnalati sono 35, di cui 4 in attesa di conferma. Attualmente i pazienti ricoverati sono 20. Due le persone decedute.

L’Unità di crisi ha valutato positivamente gli interventi finora messi in atto dalle Aziende sanitarie. Verranno adottate ulteriori misure, in accordo con il Comune di Parma, che saranno dettagliate nelle prossime ore anche in base all’evolversi del focolaio epidemico.

1 Commento

  1. Non sono bastati 31 casi di infezione da legionella e 2 morti a convincere il Sindaco Pizzarotti del fatto che sia in atto un’emergenza sanitaria e che questa vada affrontata con la dovuta tempestività. Forse le indagini aperte dalla Procura per epidemia colposa avranno l’effetto sperato, fermo restando che con ogni probabilità si tratta di un atto dovuto e al momento non si segnalano persone iscritte nel registro degli indagati.

    Quel che è certo è che la Procura con questa iniziativa ha dimostrato di prendere molto sul serio quanto sta accadendo, francamente altrettanto non si può dire del Sindaco. L’appuntamento con i cittadini – il primo a una settimana dall’evidenza del problema – è infatti fissato per giovedì sera, con tutta calma. Del resto ad oggi le uniche parole proferite dalla massima autorità sanitaria cittadina sono state un generico quanto inutile invito alla calma e a non “spargere allarmismo”.

    È più che giusto non cedere al panico, ma affinché ciò non avvenga sarebbe stato opportuno che i parmigiani fossero tenuti costantemente informati su cosa si stia facendo, quali siano i rischi, quali le cose pericolose e quali non. Questo era il senso delle sei domande che ho posto tre giorni fa e alle quali ovviamente non è stata data alcuna risposta. Il risultato più che prevedibile è che giovedì sera assisteremo ad una assemblea più che infuocata nella quale alle giuste preoccupazioni dei cittadini si cercherà di rispondere con tardive rassicurazioni. Quelle stesse che se fossero state offerte a tempo debito forse avrebbero avuto l’effetto che domani probabilmente non avranno.

    Non si tratta di un problema di comunicazione o di forma: il sindaco che abbia a cuore i problemi dei cittadini deve concretamente essere sempre in prima fila insieme a loro, dimostrando nei fatti di essere il primo ad occuparsi delle questioni. Un concetto facile da declamare in campagna elettorale ma, alla prova dei fatti, davvero difficile da mettere in atto da parte Pizzarotti.

    Roberto Ghiretti

    Parma Unita

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