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Spadoni (M5s) interroga Ministro Economia su PGE: l’ultimo attacco a Pizzarotti

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Mentre il sindaco Federico Pizzarotti annuncia il suo abbandono dal Movimento 5 stelle, i suoi ex compagni sferrano l’ultimo colpo. La deputata Maria Edera Spadoni ha presentato un’interrogazione su Parma Gestione Entrate al Ministero dell’Economia e delle Finanze.

La pentastellata Spadoni illustra al ministro Padoan le vicende di PGE e chiede di fare chiarezza sulla questione e quali misure sono state adottate o che il ministero intenderà adottare. Un’interrogazione che poteva essere presentata già da mesi che tuttavia compare curiosamente solo il 3 ottobre sulla scrivania ministeriale.

Il testo dell’interrogazione: la ricostruzione di  Spadoni inizia col 27 novembre 2015, quando “veniva diffusa la notizia che la Guardia di finanza di Parma aveva effettuato approfondite perquisizioni presso la sede di Parma Gestione Entrate, l’agenzia di riscossione controllata dal comune di Parma; il 21 gennaio 2016, con una conferenza stampa del Movimento Nuovi Consumatori di Parma, prendeva avvio un clamoroso caso relativo alle notifiche delle sanzioni amministrative comminate ai cittadini di Parma dalla società Parma Gestione Entrate; numerose testimonianze venivano portate circa innumerevoli mancate notifiche presso le residenze dei cittadini, mentre altrettante notifiche venivano depositate presso la casa comunale per irreperibilità dei cittadini stessi; tra gli elementi apparsi immediatamente singolari vi è il fatto che alcuni messi notificatori risultavano aver depositato dalle 300 alle 600 notifiche in un solo giorno, un numero difficilmente giustificabile, dal momento che il messo avrebbe dovuto recapitare gli avvisi presso altrettante abitazioni in un sol giorno; durante la conferenza stampa del 21 gennaio 2016 il presidente di MNC Filippo Greci informava altresì che le informazioni venivano diffuse nel rispetto del «segreto istruttorio e le indagini coordinate dalla dott.ssa Delmonte», rendendo cioè pubblica l’inchiesta scaturita dalla denuncia della stessa associazione MNC; tra le ipotesi di reato formulate c’erano «truffa aggravata, abuso d’ufficio e falso ideologico».

In una successiva conferenza stampa del 2 febbraio 2016 MNC denunciava come «Parma Gestione Entrate, per non fare scadere le multe (che per legge devono essere notificate entro 90 giorni altrimenti diventano nulle), non notifica tutte le multe presso l’abitazione dei cittadini come dovrebbe fare per legge ma direttamente alla Casa Comunale. I cittadini, pertanto, non si ritrovano a casa nessun cartellino di notifica… semplicemente perché il messo non c’è andato e nessuno ha suonato il campanello»; inoltre, si denunciava che «la stessa multa sarebbe stata notificata da due notificatori diversi […] (che sono due persone diverse, anche se talvolta, tra le tante sigle diverse che assumono, firmano nello stesso modo)»;

Il 21 marzo 2016 è scattata una vasta operazione di perquisizione della Guardia di finanza e della squadra mobile negli uffici della società di riscossione; l’operazione di polizia, a quanto si è appreso dalla stampa, si è svolta anche nelle abitazioni del presidente di Parma Gestione Entrate, dell’amministratore delegato e del direttore, che hanno ricevuto un avviso di garanzia con l’accusa di usura, peculato e falso ideologico; ulteriori avvisi di garanzia sono stati recapitati anche ad un quarto dirigente, solo per l’ipotesi di reato di falso ideologico, amministratore di una società esterna a cui Parma Gestione Entrate aveva dato in concessione il servizio di notifica di multe e ingiunzioni fiscali; nell’aprile del 2016 si sono registrate le dimissioni del presidente di Parma Gestione Entrate e del direttore della stessa società; è notizia pubblica l’avvio di un’indagine che riguarda atti della società Parma Gestione Entrate, e al contempo le denunce pubbliche su evidenti incongruenze nella notifica delle sanzioni comminate dalla stessa società rimangono senza una spiegazione chiara e definita; i casi potenziali, visto l’elevatissimo numero di notifiche recapitate giornalmente presso la casa municipale, potrebbero essere migliaia e ammontare a milioni di euro di sanzioni che necessitano controllo e approfondimento, stanti le informazioni diffuse dalla stampa; la posizione dei cittadini interessati è quindi ancora sospesa nell’incertezza, ragion per cui si ritiene necessario acquisire elementi circa gli sviluppi dell’indagine, pur nel rispetto delle prerogative proprie del procedimento giudiziario”.

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