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Il nuovo progetto di Manifattura Urbana: ecco come sarà “Modulo ECO” in piazzale della Pace

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Il nuovo progetto di Manifattura Urbana sorgerà in piazzale della Pace. Si portano avanti idee di eco sostenibilità, efficienza energetica, autocostruzione, rigenerazione urbana e progettazione partecipata. Temi cari all’associazione di architetti, diretta da Francesco Fulvi e Giulia D’Ambrosio, che dal 2014 lavora in città e provincia grazie ai suoi volontari sempre più numerosi.

A luglio sono iniziati i primi assemblaggi presso il WoPa, e da settembre i primi lavori sul campo con rilievi, tracciamenti e il trasporto di qualche elemento come le travi di fondazione in legno che sosterranno il piccolo edificio, donate dall’azienda Il Parmense.

Si chiamerà “Modulo Eco” e sarà un padiglione di circa 60 mq progettato con i tutti criteri della sostenibilità. Una volta concluso, o meglio assemblato, ospiterà le iniziative di associazioni, Università, Comune, aziende e di chiunque abbia interesse.

Un progetto ecologico per parlare di temi ecologici, questo l’obiettivo dell’associazione. Creare uno spazio aperto alla cittadinanza in cui si possa dibattere di un nuovo stile di vita possibile, quello in armonia con l’ambiente: sfociando dall’architettura ed edilizia sino all’alimentazione e all’efficienza energetica. L’associazione ci tiene a diffondere una nuova cultura delle costruzioni di una città consapevole, del costruire sano e naturale. Elementi essenziali per invertire il processo degenerativo e fronteggiare la crisi dell’edilizia.

Il Comune di Parma patrocina il modulo e lo userà anche come sportello energia. I cittadini, in tempi e modi ancora da definire, potranno recarsi in piazzale della Pace invece che al Duc. L’amministrazione organizzerà inoltre incontri per illustrare i lavori e iniziative ducali sull’efficientamento energetico. Tra i numerosi patrocinatori anche le associazioni ambientaliste Wwf e Legambiente, le associazioni Donne Ambiente di Parma, Città dell’Arte e Slow Food Parma.  Il progetto è stato premiato lo scorso 15 marzo a Roma da i Centri Educational Awards  sui progetti per l’ambiente.

La struttura dovrebbe essere pronta verso la metà di novembre per poi essere smontata a gennaio e trasferita in un quartiere della città dove fungerà da elemento di rigenerazione urbana. Il padiglione non sarà dotato di riscaldamento o impianto di raffreddamento: “Sarà occasione per far capire che se si costruisce bene e con le tecniche giuste è possibile creare uno spazio auto sostenibile energeticamente ed efficiente – spiega l’architetto Fulvi – Una struttura con grandi performance energetiche che verranno poi monitorate durante la sua vita qui in piazzale della Pace”.  La struttura indipendente sarà dotata di un impianto fotovoltaico e gran parte degli elementi proverrà dal legno.

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La progettazione è stata possibile grazie alla coordinazione di 45 soggetti diversi e tutti volontari: professionisti, docenti e studenti oltre a tecnici comunali e gli studenti dell’istituto di geometri Rondani. Preziosa ed essenziale anche la partecipazione di aziende, molte di queste locali, che hanno donato i materiali. “Modulo Eco avrebbe un valore di più di 100 mila euro, a cui aggiungere il lavoro di manodopera, che noi realizzeremo praticamente a costo zero” chiarisce l’architetto.

Verrà utilizzata una tecnologia a secco, basata semplicisticamente in una serie di assemblaggi tra materiali e forme che non ha bisogno di scavare fondamenta e cementificare. Si utilizzerà anche la terra a crudo, “Consiste in pratica in terra selezionata e sabbia, compattata, che andrà a creare i mattoni. – spiega Fulvi – Tre quarti del mondo utilizza questa tecnica ma non molti in occidente la conoscono. Questi mattoni hanno la capacità incredibile di assorbire e rilasciare umidità. Ci sono edifici costruiti così che sono in piedi da centinaia di anni”.

Dal 15 ottobre inizieranno, a cura dell’associazione, anche una serie di workshop che interesseranno la progettazione del padiglione. Si inizierà, nella prima data, con l’uso del legno per poi toccare successivamente “serramenti”, “tetto verde”, “terra cruda” e altro. Anche questi incontro-studio, che si terranno per la parte teorica al WoPa di via Palermo e per la parte pratica in piazzale della Pace, sono aperti a tutti.

Questo esempio di modulo verrà a utilizzato soprattutto a scopi didattici ma le sue funzioni sono esportabili in altri ambiti. “Si tratta di strutture montabili e smontabili, costruibili anche con materiali di recupero e soprattutto che possono essere messe in piedi da tutti dietro alla supervisione di tecnici e professionisti come noi” illustra Fulvi.

Manifattura Urbana aveva portato l’anno scorso il cubo di ghiaccio in piazza Garibaldi, oggi porta il Modulo Eco in un altro fulcro della città, piazzale della Pace, e in futuro ha già in mente qualche idea sull’economia circolare. Una costruzione quindi che dovrà essere composta unicamente da materiali di recupero.

Dietro ai professionisti, il grande lavoro lo fanno i volontari. Genko è un educatore, attirato dal progetto per l’idea che vuole promuovere: “Mi piace tutto quello che riguarda l’autoproduzione in tutti gli ambiti, dall’alimentazione alle costruzione. Partecipo a questo lavoro perché un giorno vorrei potermi costruire da solo la mia casa sostenibile. Oltre a Manifattura Urbana sono attivo per Fruttorti di Parma che propone un sistema di auto produzione del cibo in modo naturale e condiviso”.

Carlo è un rappresentante dell’azienda di Novara, ma presente in molte zone del nord Italia tra cui Parma, Gruppo Comoli Ferrari: “L’azienda per cui lavoro si occupa di forniture elettriche e parteciperà al progetto creando una parete domotica. Si tratta di nuovi sistemi di impianti per la gestione intelligente degli ambienti. Un esempio è accendere le luci e regolare impianti dal telefono. Noi abbiamo fornito tutta la parte elettrica, i corpi illuminanti e porteremo qui il nostro prodotto, ISAAC, creato con la collaborazione del Politecnico di Milano. Ho conosciuto Fulvi grazie a conoscenze in comune e al Circolo europeo Terza Rivoluzione Industriale”.

Mauro è un giovane neolaureato in architettura: “Partecipo al progetto sin dalla sua nascita, quindi da due anni. Ho fatto la tesi proprio sulla fisica tecnica calcolando il fabbisogno energetico di questo edificio. Qui non saranno montati sistemi di riscaldamento/raffrescamento e questo sarà possibile grazie a questi studi. Si chiama infatti edificio passivo. Ho fatto i calcoli insieme a Enef, spin off dell’Università. I dati sono stati verificati ma ci potrebbero essere delle differenze con la realtà perché i materiali donati non hanno le stesse e precise caratteristiche tecniche. Seguiranno infatti verifiche ulteriori a opera conclusa. Sono molto orgoglioso di questo modulo che nasce un po’ anche grazie a me”.

Mariaelena, laureanda in architettura: “Partecipo perché condivido i principi dell’associazione come l’idea dell’autocostruzione, rigenerazione urbana e dei progetti partecipati. Ci tengo che questo modo di pensare diventi di tutti e spero che questo progetto possa far capire che si può vivere in modo sostenibile e che ne abbiamo le conoscenze e gli strumenti. In futuro vorrei appunto lavorare su questi temi”.

Tutti i lavori e dettagli del progetto possono essere seguiti sul sito di Modulo ECO.

(aribe)

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