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Gruppi d’azione locale per Appennino e Delta del Po

Ai nastri di partenza i nuovi Gal (Gruppi di azione locale) dell’Emilia-Romagna, società in partnership tra enti pubblici (Comuni e relative Unioni, Province, Camere di commercio, Parchi) e soggetti privati (organizzazioni economiche, Consorzi prodotti tipici e associazioni) per promuovere lo sviluppo economico, favorire l’incremento dell’occupazione e potenziare i servizi sociali nelle zone rurali marginali del territorio regionale, ovvero l’intera fascia appenninica da Piacenza alla Valconca e l’area del Delta del Po.

Obiettivi da raggiungere potendo contare su 66,4 milioni di euro, il 5% delle risorse complessive assegnate dall’Unione europea alla Regione Emilia-Romagna per l’attuazione del Programma di sviluppo rurale (Psr) nel periodo 2014-2020.
Identikit, strategie e modalità d’intervento dei nuovi Gal – sei in tutto, uno in più rispetto al recente passato, il Gal Valli Marecchia e Conca – sono stati illustrati oggi in una conferenza stampa a Bologna dall’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli, presenti alcuni dei presidenti delle nuove società, scelte dalla Regione  dopo un attento esame delle candidature e dei Piani d’azione proposti.

 

I sei nuovi soggetti e le risorse assegnate
Oltre alla new entry rappresentata dal Gal Valli Marecchia e Conca, il più piccolo come superficie (comprende anche i sette comuni del Riminese che nel 2009 sono  passati  dalle Marche alla Regione Emilia-Romagna) e all’altra novità del Gal Ducato nei territori appenninici delle province di Parma e Piacenza, gli altri quattro raggruppamenti misti pubblico-privati sono realtà consolidate del panorama regionale che si presentano al via della nuova programmazione europea Leader con una compagine sociale in parte rinnovata. Per la precisione si tratta del Gal L’Altra Romagna, che abbraccia  parte del territorio delle province di Forlì-Cesena e Ravenna; del Gal Delta 2000 (Ferrara e Ravenna); del Gal dell’Appennino bolognese e del Gal Antico Frignano e Appennino Modenese (Reggio Emilia e Modena).

Avranno a disposizione complessivamente 66,4 milioni di euro di qui al 2020 per dare concreta attuazione ai Piani di azione messi a punto in una logica partecipativa “dal basso”, cioè con l’attivo coinvolgimento delle comunità locali. Dunque un budget più ricco rispetto ai 49,6 milioni del settennio precedente (2007-2013), risorse destinate al sostegno di progetti di sviluppo all’insegna della multisettorialità e che spaziano dal rafforzamento delle filiere produttive (agroalimentare, artigianato, energie rinnovabili) al turismo sostenibile, alla cura e tutela del paesaggio e della biodiversità, alla valorizzazione dei beni culturali e del patrimonio artistico, all’accessibilità ai servizi sociali.

Dei 66,4 milioni di euro 60 sono già stati messi a bando e ripartiti tra i Gal grazie ad un meccanismo di valutazione basato su 64 indicatori, raggruppati in quattro distinti profili: caratteristiche del territorio, assetto societario, struttura organizzativa e qualità della strategia. La dotazione di partenza di ciascun Gal sarà la seguente: ai Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano e Delta 2000 vanno circa 10,738 milioni di euro a testa; Gal L’Altra Romagna 9,838 milioni, Gal del Ducato 9,808 milioni, Gal Valli Marecchia e Valconca 9,525 milioni e Gal Appennino bolognese 9,351 milioni. I restanti 6,4 milioni sono stati accantonati e saranno distribuiti a metà del periodo di programmazione come premio aggiuntivo agli attori che hanno realizzato le migliori performance in termini di capacità di spesa e risultati ottenuti.

I primi bandi nei prossimi mesi
I nuovi Gal sono già operativi e sin dalle prossime  settimane potranno presentare alla Regione i primi progetti. Una volta ottenuto il via libera dall’Unità tecnica Leader, l’apposito organismo di valutazione della Regione,  il Gal interessato potrà emanare il bando, rivolto a enti pubblici o imprese private, curando tutto l’iter istruttorio fino all’approvazione della graduatoria definitiva. Non solo: per progetti specifici i Gal potranno stipulare convenzioni con soggetti istituzionali pubblici, ad esempio Parchi, università, Comuni, oppure attuarli con regia diretta. La Regione, da parte sua, avrà il compito di supervisionare il tutto, assicurando il buon andamento della cosiddetta “strategia Leader”.

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