Home » Politica » Bagno “velato” della musulmana a Fidenza, botta e risposta Lega – Comune

Bagno “velato” della musulmana a Fidenza, botta e risposta Lega – Comune

Unknown

In principio fu un’interrogazione della Lega Nord, scevra da polemiche, volta a garantire igiene e regole certe negli impianti di balneazione pubblica. O meglio, prima ancora, era stato il bagno, vestita e velata, nella piscina Guatelli, sabato pomeriggio, di una donna musulmana.

La religione non le permette di mostrarsi, quindi, si sarà detta, perché non fare un bel tuffo con gli abiti con cui si era appena ruzzolata nell’erba, alla faccia dei normali bagnanti che passano sotto la doccia prima di accedere alla vasca.

Tuffo commentato così dal vice presidente leghista dell’Assemblea Legislativa Emilia Romagna: “Sono senza parole: nelle piscine pubbliche non si può fare il bagno vestiti per chiare ed evidenti ragioni di tutela igienico sanitaria. È vergognoso che questo sia stato consentito con la scusa dei motivi religiosi a dei fedeli mussulmani – commentava Fabio Rainieri  lunedì- Sull’episodio ho comunque presentato un’interrogazione in Regione nella quale ho fatto presente che i regolamenti delle piscine di proprietà pubblica o privata destinate ad utenza pubblica hanno tra le principali finalità quella di far rispettare i requisiti igienico ambientali delle acque utilizzate stabiliti dalle normative nazionali e regionali. Pertanto dovrebbero prevedere il divieto assoluto per i bagnanti di immergersi vestiti nelle vasche degli impianti.

Vorrei sapere se questa norma di civiltà e di igiene c’è anche a Fidenza o se invece alla piscina comunale Guatelli si preferisce derogare non tanto, come è ovvio, solo ed esclusivamente per le necessarie ragioni di pubblica sicurezza, ma anche per lasciar fare ai fedeli islamici secondo le loro tradizioni anche se sono rischiose per la salute pubblica e individuale”.
Nell’interrogazione il consigliere della Lega Nord chiedeva quindi alla Giunta regionale di “specificare che i regolamenti delle piscine di proprietà pubblica o privata destinate ad utenza pubblica debbano sempre prevedere il divieto di entrare in acqua con indosso vestiti diversi dai costumi da bagno e che ad esso non si può derogare per motivi religiosi”.

Martedì pomeriggio, quindi altre 24 ore dopo il commento di Rainieri, settantadue dopo l’ormai famoso “bagno in burquini”, la replica dell’assessore allo Sport del Comune di Fidenza, evidentemente molto meditata:

“Tutti devono rispettare le “nostre regole”, anche chi arriva da contesti diversi da quello locale. Alla piscina “Guatelli” di Fidenza quelle regole sono state rispettate e fatte rispettare.

Sabato scorso, come tanti fidentini, ero anche io in piscina e ho visto tutto in diretta. Ho visto soprattutto il lavoro egregio dei nostri bagnini, che hanno effettuato il loro compito di sorveglianza e di applicazione delle regole alla perfezione. Nonostante questo c’è chi non si è fatto scrupoli a coinvolgerli in questa squallida polemica, condita con toni che stanno a metà tra la malafede e il razzismo più becero. Ma del resto, da gente che non si fa scrupoli a definire una donna e parlamentare come un “orango”, non bisogna aspettarsi molto di più.

Innanzi tutto confermo che il regolamento della piscina Guatelli vieta di fare il bagno con indumenti non idonei e voglio sottolineare che il regolamento e le norme igieniche devono essere rispettate da tutti coloro che vogliono frequentare la piscina. Se ci sono delle regole si rispettano e ci sono persone che controllano che le regole siano rispettate.

Ed ecco la notizia bomba: la ragazza musulmana al centro della polemica non ha infranto alcuna regola. Lassismo? Alchimia? Fantascienza? No, era semplicemente in regola proprio come lo deve essere chiunque intenda frequentare le nostre strutture.

I bagnini hanno verificato immediatamente l’abbigliamento della ragazza, che ha anche presentato certificazione di idoneità all’utilizzo in piscine pubbliche dei capi che indossava, appositamente confezionati per la balneazione. Ammetto che io stesso, quando l’ho vista tuffarsi in acqua vestita, sono rimasto stupito perché credevo indossasse abiti comuni ma quando ho verificato con i bagnini che erano idonei, per me la questione si è conclusa. A scanso di equivoci, preciso che abbiamo anche interpellato l’Azienda Usl. Infine è stato consigliato (giusto per evitare polemiche, ma così purtroppo non è stato) alla ragazza di acquistare una mutina leggera, che è immediatamente riconoscibile come capo da balneazione tecnico.

Comprendo che non tutti possano essere a conoscenza che esistono “costumi da bagno” diversi dai nostri e che dia fastidio vedere qualcuno che apparentemente non rispetta le regole,ma credo che occorrerebbe informarsi prima di lanciare insulti, fare polemiche e creare situazioni veramente imbarazzanti. Ecco perché mi chiedo ancora quanto di questa polemica sia dettata da preoccupazioni sanitarie e quanto invece sia frutto di ignoranza e discriminazione.

Del resto, se a tuffarsi vestito fosse stato un ragazzo o una ragazza caucasica e fede cattolica, i nostri paladini dell’igiene pubblica si sarebbero agitati tanto? Mi congedo con un’ultima e amara riflessione: perché quando dei cittadini italiani – oserei dire estranei alla celebrazione per la fine del Ramadan – hanno aggredito uno dei nostri bagnini, nessuno ha reagito con la stessa veemenza e indignazione? Mi riferisco ai presenti in piscina e ai paladini della penna, che evidentemente si infiamma solo quando una ragazza musulmana si tuffa in acqua e viene messa alla gogna in modo vergognoso, prima in piscina, poi sui giornali”.

La controreplica, immediata, della Lega Nord – “Ho letto con stupore le dichiarazioni dell’assessore allo sport del Comune di Fidenza Davide Malvisi in merito a quanto accaduto all’interno della piscina Guatelli. Se per lui una legittima interrogazione presentata da un consigliere regionale che chiede tra l’altro come sono realmente andati i fatti è un atto di razzismo o è malafede, beh allora forse qualcuno dovrebbe spiegargli come funzionano le istituzioni. E se ancora non lo capisce, mi spiace per lui. Forse è meglio se si siede e lo studia”.

Così Fabio Rainieri , vicepresidente del Consiglio Regionale replica all’assessore fidentino secondo il quale la donna che ha fatto il bagno nella piscina Guatelli vestita, in realtà indossava un capo adatto alla balneazione.
“Io non so se sia adatto o no – replica Rainieri -. Di certo resto basito quando mi si taccia di razzismo solo perché ho riportato un fatto così come è stato pubblicamente raccontato e come testimoni continuano a confermare. Gli stessi presenti che continuano a smentire il racconto fatto dall’assessore. Sta di fatto che una ragazza di fede musulmana ha fatto il bagno vestita e a chi chiedeva spiegazioni è stato replicato che si trattava di una norma imposta dalla sua religione. Se poi ora, dopo 72 ore, l’assessore ci dice che in realtà di trattava di un costume da bagno diverso da quelli classici a dire il vero ci viene un po’ da sorridere.

Ma ci crediamo e non abbiamo problemi. Così come non ce ne sono nella mia interrogazione. Anzi – tuona Rainieri – dirò di più a Malvisi che forse non ha nemmeno letto quello che ho depositato: alla Giunta, caro assessore, chiedo proprio di andare a normare un settore che troppo spesso è lasciato alla libera interpretazione. Questo vuol dire essere razzisti? Io dico di no. Nel regolamento della Guatelli non c’è nessun divieto di tuffarsi vestiti, non raccontiamoci bugie”.
“Ma una cosa proprio non la capisco – riprende – se quel capo di abbigliamento era idoneo alla balneazione, perché l’assessore ha consigliato alla donna di comprarsi una mutina leggera? Non sarà forse che cerca in qualche modo di arrampicarsi sugli specchi gridando e lanciando accuse infondate oltre che cercando di offendere? A casa mia si dice che la prima gallina che canta ha fatto l’uovo. E qui a cantare c’è uno solo…”.

Il commento di Domenico Muollo – Domenico Muollo, fidentino, esponente di Fratelli D’Italia, era presente al momento del fatidico “tuffo”, denunciando anche l’episodio su Facebook. Ecco la sua risposta a Davide Malvisi: “Malvisi è palesemente in errore. Come ben ha detto all’accaduto eravamo entrambi presenti e abbiamo commentato la faccenda, quello che indossava la ragazza era un normalissimo vestito e lo Sto arrivando! benissimo anche lui, abbiamo fin commentato il fatto che la ragazza prima di farsi il tuffo in piscina era tranquilla a rotolarsi sull’erba per poi, senza passare dalle docce pre-vasca, tuffarsi in piscina.

Il mio errore è stato quello di rispettare la regola e non fotografare la ragazza mentre con abiti normali sguazzava in piscina mentre lui, sullo sfondo, osservavi basito.

Ma come afferma Malvisi le regole sono regole e vanno rispettate, sarebbe stato sicuramente di buon gusto che lui non replicassi all’accaduto”.

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*