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La favola Islanda: così c’è un po’ di Parma a Euro 2016

images“Islanda Euro 2016 Errea – In un paesello di settemila anime nella provincia di Parma l’Erreà ha pensato e realizzato le maglie cariche di blu dell’Islanda, ormai impresse nelle mente di milioni di tifosi dell’Inghilterra.

Nell’inaspettata eliminazione dei Three Lions a Euro 2016 un piccolo ruolo lo ha giocato San Polo di Torrile, dove ha sede dal 1988 il quartier generale della Erreà. La società, fondata 28 anni fa dalla famiglia Gandolfi, si è espansa fino a Reykjavik dove nel 2002 ha stretto un accordo di sponsorizzazione con la nazionale islandese. Nel bilancio chiuso il 30 giugno 2015 (utile a 374mila euro) il fatturato della società ha toccato i 53milioni di euro e le previsioni per l’esercizio che si chiuderà il 30 giugno 2016 sono positive: “Un incremento del 10% che porterà i ricavi a 58 milioni di euro circa”, dice a CF – Calcio e Finanza Roberto Gandolfi, vice presidente di Erreà”.

Inizia così un approfondimento di Calcio e Finanza appunto (leggi), dedicato alla favola Islanda, tutta vestita Erreà.

“Il successo dell’Islanda a Euro 2016, spiega Gandolfi, figlio del presidente-fondatore Angelo, porterà “un ritorno economico” non ancora calcolato, soprattutto ci sarà “un ritorno intangibile di immagine”. Ma le magliette della nazionale islandese sono state ben vendute, un aumento che non si fa fatica a definire “considerevole”. Ovviamente in Islanda, ma anche (ironia della sorte) in UK: “Il mercato inglese ha risposto molto bene, è la magia del fair play”.

Con l’Islanda – nazionale che vale 30 milioni – la Erreà ha raggiunto il punto più alto della sua storia calcistica, ma in altri sport è riuscita ad alzare coppe importanti, vestendo, ad esempio 18 nazionali di pallavolo. “La Francia ha vinto l’Europeo di volley nel 2015 e negli ultimi tre anni abbiamo vestito i vincitori della Champions di pallavolo, sia maschile che femminile”. Insomma, sembra quasi che la società di San Polo di Torrile porti bene e che lì si possano coltivare sogni. Il loro, primo, è vestire gli azzurri: “Per ora rimane un sogno, ma nello sport non c’è solo il calcio”, ricorda (un po’ a tutti) Gandolfi – chiude Michele Chicco per C&F.

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