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Pali Italia, continua la farsa: azienda di nuovo all’asta

Tanto tuonò, che alla fine, forse, pioverà. Dopo mesi di presidi e manifestazioni, ma anche proposte d’acquisto lasciate cadere nel nulla dalla curatela, pareva che per Palitalia (ex Tecnopali) non vi fosse più alcuna speranza di “domani”.

Da ormai molti mesi, dopo che l’unica offerta pervenuta non era stata ritenuta idonea senza motivazioni mai del tutto chiarite, era calato il silenzio sullo stabilimento, ma ora  i curatori Ferdinando Santi e Donatella Bertozzi ci riprovano. Per la serie, ritenta e sarai più fortunato, questa volta il prezzo è più basso, i lavoratori garantiti ancora meno.

Ai tempi della precedente asta, la base era fissata in 2,4 milioni di euro: ora ne vengono richiesti 1.728.000 euro. Sensibile anche il calo del costo per lo stabilimento di Anagni. Le aste sono state fissate la prima per per il 6 giugno, la seconda, se la prima andasse deserta, per il 14.

Con un’ulteriore sconto del 10%. E zero garanzie per i dipendenti, o quasi: se il bando precedente prevedeva 55 reinserimenti spalmati sui due stabilimenti, e un imprenditore parmigiano era pronto a garantire la riassunzione immediata del 60% del personale della sede cittadina, ora si deve promettere la riassunzione di 22 entro un anno.

Sembrerebbe una passeggiata: chissà ce gli offerenti (ammesso ce ne siano) saranno più fortunati dei loro predecessori…

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