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Emilia Romagna: quasi 16mila alunni con disabilità. Ma restano le barriere

Nonostante in Emilia Romagna gli alunni con disabilità iscritti nell’anno scolastico 2014/2015 siano stati 15.855 – 2,6% del totale degli studenti della regione-, gli istituti presentano numerose barriere che non li rendono inclusivi. Tra queste l’assenza di segnali visivi, acustici e tattili per favorire la mobilità all’interno della scuola di alunni con disabilità sensoriali; la mancanza di percorsi interni ed esterni accessibili; la scarsa presenza di tecnologie informatiche per l’apprendimento.

Questa la fotografia scattata, su base dati ISTAT e MIUR – Ufficio di statistica, da Exposanità (Bologna 18-21 maggio 2016) – l’unica manifestazione italiana dedicata ai temi della sanità e dell’assistenza, che propone momenti di approfondimento e iniziative speciali dedicate al tema dell’inclusività, dalla vita quotidiana, all’istruzione, dall’educazione, al tempo libero.

Per quanto riguarda il grado di scuola in cui sono inseriti, il 10% degli alunni disabili emiliano-romagnoli frequenta la scuola dell’infanzia, il 38% la scuola primaria, il 25% la scuola secondaria di I grado e il 28% la scuola secondaria di II grado. L’incidenza più elevata di alunni con disabilità si segnala in Abruzzo (3,3% sul totale degli alunni della regione), Lazio (3,2%) e Liguria (3%) mentre la Basilicata (2%), la Calabria (2,1%) e il Friuli-Venezia Giulia (2,1%) sono le regioni con il tasso più basso. L’Emilia Romagna è al decimo posto con il 2,6%.

Il sostegno gioca un ruolo chiave nell’integrazione. Se a livello nazionale il rapporto tra numero di alunni con disabilità e posti per il sostegno è di 1,85 nell’anno 2014-2015, in Emilia Romagna è di 2,05.

Il rapporto è più basso nelle regioni del Sud Italia: in Molise viene affidato un incarico per il sostegno ogni 1,38 alunni con disabilità, in Calabria, uno ogni 1,49. Viceversa, il rapporto aumenta al Nord, dove spiccano Veneto (2,10) e Liguria (2,09).

“La scuola deve essere il luogo dell’inclusione per eccellenza – afferma Marilena Pavarelli, Project Manager di Exposanità – in fatto di strutture e strumenti tecnologici che mette a disposizione ma soprattutto per il ruolo che svolge per l’affermarsi di una cultura dell’apertura e dell’accettazione per l’altro che non può trovare terreno più fertile che a scuola, appunto. Exposanità offrirà una serie di appuntamenti pensati per coloro che seguono gli alunni con necessità speciali – famiglie, insegnanti di sostegno, logopedisti, fisioterapisti e terapisti occupazionali – in un ciclo di iniziative che spazieranno dalla comunicazione aumentativa, ai disturbi dell’elaborazione sensoriale, ai prodotti informatici in fatto di tecnologie assistive.”

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