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Che batosta! Pistoia Capitale della Cultura 2017, Parma esclusa

imagesSulla sua pagina Facebook, il sindaco Federico Pizzarotti, poco prima della cerimonia di proclamazione della Capitale Italiana della Cultura (LEGGI), in programma a Roma, aveva scritto:

“Tra poco la diretta per conoscere chi sarà Capitale italiana della Cultura 2017 (LEGGI IL DOSSIER PRESENTATO DALLA NOSTRA CITTA’). ‪#‎Parma‬ è finalista. Ora al Mibact in attesa della decisione finale. ‪#‎ForzaParma‬”.

Ma a Parma è andata male, perché l’ambita possibilità e riconoscimento è andata a Pistoia. 

I COMMENTI: 

Ferraris, riprovarci nel 2017 – “Quando senti un P e non sei tu è chiaro che c’è un pizzico di delusione, ma c’è ugualmente grande soddisfazione per essere riusciti a giungere fino a qui”. E’ il commento dell’assessore alla cultura del comune di Parma Laura Maria Ferraris a Tv Parma  dopo la bocciatura della città emiliana a capitale italiana della cultura per il 2017. Parma si era proposta per celebrare i 2200 anni dalla sua fondazione ma l’esponente della Giunta Pizzarotti non nasconde la volontà di riprovarci per il 2018.

“Prima di tutto vediamo che tipo di bando esce – spiega l’assessore – ma credo che tutte le realtà che hanno lavorato assieme in questi mesi per questa candidatura sono in grado di elaborare un nuovo progetto. Nelle prossime settimane capire assieme se vogliamo rimetterci in gioco”.

Il commento del sindaco arriverà invece nelle prossime ore, magari in occasione della prima riunione del comitato di Parma città creativa della gastronomia Unesco in programma domani mattina quando da Parigi arriverà il logo ufficiale di investitura.

Rainieri: Ennesima brutta figura per Parma, Pizzarotti e i suoi dilettanti allo sbaraglio –  “Ovviamente non posso dire di essere felice perché quando la propria città perde occasioni così importanti, da essere allegri c’è ben poco. Ma questo è il triste risultato che si raggiunge quando al timone ci sono dei principianti allo sbaraglio. Questo sono e questo rimangono. Niente di più e niente di meno: solo principianti allo sbaraglio”.
Fabio Rainieri, vicepresidente del consiglio regionale dell’Emilia Romagna non le manda a dire a Pizzarotti e dopo la sconfitta di Parma da Parte di Pistoia quale capitale europea della Cultura 2017, parte all’attacco.
“Hanno presentato in pompa magna la candidatura di Parma, si sono fatti beli davanti alle telecamere, hanno promesso i miracoli e alla fine hanno fatto la solita figura da cioccolatai. Con tutto il rispetto per i cioccolatai e per il cioccolato. Nemmeno l’asse tra Pd e 5 Stelle ha funzionato. Con Pizzarotti la Città Ducale e’ stata retrocessa a borgo periferico di quinta categoria. Complimenti!”.
“A Pistoia – continua Rainieri -, vanno invece i miei complimenti sinceri. Hanno saputo battere Parma e portarsi a casa un risultato di primissimo piano. Quello che Pizzarotti e i suoi non sono stati in grado di fare. Ma forse – chiosa – abbiamo sbagliato noi a pensare che questa squadra di dilettanti allo sbaraglio potesse fare qualcosa di buono. Qui invece di buono nemmeno l’ombra. Mi auguro che almeno questa volta – conclude Rainieri – Capitan Pizza e i suoi vogliano davvero farsi da Parte. Le brutte figure che hanno fatto fare alla nostra città sono davvero troppe. Smettano di fare danni e facciano finalmente qualcosa di buono: se ne vadano”.

Dall’Olio: “Dispiace, ora lavorare per la Pilotta” – Dispiace che la candidatura di Parma non sia andata a buon fine riguardo alla sua candidatura per diventare capitale della Cultura nel 2017. Non entriamo nel merito della qualità e completezza della proposta presentata. Era oggettivamente difficile, anche per mere ragioni di collocazione geografica, che dopo Mantova potesse essere nominata Parma. Contiamo che la proposta possa essere ri-presentata e rafforzata con un maggiore coinvolgimento anche delle altre forze politiche presenti in consiglio comunale. Va comunque rimarcato che Parma ha, di recente, ottenuto un risultato rilevante, forse ancora più importante e strutturale della nomina a capitale culturale, di cui non ci pare sia stata colta appieno la portata: il riconoscimento da parte del Ministero della Cultura del complesso monumentale della Pilotta con la Palatina e i suoi musei quale polo autonomo di rilevanza nazionale (il secondo in regione, uno dei trenta presenti in Italia) Significa che la gestione del complesso della Pilotta non dipenderà più da Bologna, ma avrà un proprio direttore e bilancio autonomo e potrà sviluppare proprie strategie e progettualità con il concorso delle istituzioni locali, in primis il Comune, e in collaborazione con altri poli culturali nazionali ed europei. Questo apre grandi prospettive con la possibilità di promuovere e valorizzare in sinergia il patrimonio unico delle collezioni e di aprire ancora di più alla città spazi di grande rilevanza storico e monumentale, come il teatro Farnese o il cortile e i voltoni del Guazzatoio, attualmente sotto-utilizzati Si potrebbe ad esempio realizzare quanto da noi più volte proposto di rendere la Pilotta e piazza della Pace la porta e il biglietto da visita della città con tutti i servizi per i turisti e visitatori, a cominciare da un nuovo e più attrezzato ufficio turistico, da un book shop su Parma, da sale espositive e servizi di bar ristorazione. In attesa che la decisione venga formalizzata e sia individuato il nuovo direttore si tratta ora di lavorare, con idee, progetti, percorsi, interventi mirati di riqualificazione su quello che potrà diventare il principale attrattore culturale della città.

Il Comitato Leggere tra le ruspe: rivalutare il sistema bibliotecario – “Il titolo di Capitale Italiana della cultura 2017 avrebbe comportato per Parma l’arrivo di un inaspettato milione di euro, e soprattutto la possibilità di sbloccare finanziamenti dai vincoli del patto di stabilità. Ricordiamo che i criteri determinanti per proclamare la vincitrice Pistoia sono stati: chiarezza del dossier, sostenibilità dei progetti, contenuti, capacità di fare sistema.

A nostro avviso, senza nulla togliere ai soggetti che hanno collaborato alla stesura del dossier, la cittadinanza di Parma non è stata minimamente coinvolta, quando ben altro livello di partecipazione e di condivisione ci si sarebbe aspettati.

Ricordiamo che la giuria ha posto l’accento sull’importanza data, all’interno del dossier prescelto, al sistema bibliotecario.

Per quanto riguarda quello della nostra città, al netto dei tanti annunci, i ben pochi passi positivi faticano a bilanciare i grossolani errori e le scelte affrettate: la programmata chiusura del Centro Cinema “Lino Ventura” di via D’Azeglio; i danni al patrimonio culturale dovuti alle enormi operazioni di scarto nelle Biblioteche e nell’Emeroteca; la mancata manutenzione per 4 anni nella Biblioteca Civica, la soppressione di intere biblioteche – Balestrazzi, Bizzozero; il permanere per ormai 5 anni della Biblioteca di Alice nella insalubre serra del Giardino Ducale, etc.

In prossimità della conclusione di questa esperienza amministrativa ci rivolgiamo ai nostri concittadini e all’assessore Ferraris, nella speranza che l’ultima fase del suo mandato sia caratterizzata da una profonda inversione di tendenza.

Il dossier inviato al Ministero (su cui nutrivamo seri dubbi circa contenuto e forma), sfumato il contributo economico, è destinato, infatti, a rimanere in gran parte lettera morta: occorre ridisegnare una gerarchia di priorità sulla base di quanto oggettivamente realizzabile ed urgentemente necessario per la cittadinanza, che andrebbe finalmente coinvolta in fase progettuale.

Ci permettiamo di indicare, come utenti che vivono le biblioteche di Parma e la loro sventurata situazione, ciò che, a nostro avviso, occorrerebbe alla città prima di qualsiasi evento patinato, passerella mediatica, inaugurazione di contenitori privi di contenuto.

Ci stiamo riferendo alle donne e agli uomini che lavorano (come dipendenti comunali o come precari delle cooperative) nelle nostre biblioteche e nei luoghi della cultura a Parma.

Nella convinzione che l’aspetto umano e professionale venga prima delle infrastrutture, pur fondamentali (dopo anni di inerzia finalmente inizieranno lavori di messa in sicurezza nella biblioteca Civica: irrazionale, invece, il tentativo di trasformarla in una biblioteca di paese stile mediastore), chiediamo che al più presto si torni ad investire sul personale delle biblioteche.

– Innanzitutto attraverso nuove assunzioni, che non sono impossibili, visto che in altri settori queste hanno sempre avuto luogo, portando ad esempio il personale della Polizia Municipale oltre le 200 unità: un numero molto elevato per una città di medie dimensioni come Parma, quando – secondo le nostre informazioni – almeno da 10 anni il turn over nelle biblioteche è praticamente bloccato.

– Attraverso la formazione del personale bibliotecario, con adeguati corsi di aggiornamento, visite in strutture all’avanguardia, e con un coordinamento vero tra le singole biblioteche, nel rispetto ovviamente delle caratteristiche di ognuna.

– Attraverso l’internalizzazione di personale precario che ha dimostrato, in questi anni di lavoro incerto e spesso mal retribuito, di saper fornire con competenza un servizio importante ai cittadini.

– Attraverso la motivazione di tutto il personale, col riconoscimento della professionalità del bibliotecario e infine con una maggiore tutela della libertà di espressione, ponendo fine all’attuale interpretazione – molto rigida – del regolamento interno, che proibisce – e punisce – critiche e osservazioni.

Il clima nelle biblioteche sarebbe più sereno e costruttivo, con notevoli ricadute sulla qualità del lavoro e sul servizio”.

 

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