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Lorenzo Minotti: “Il mio Parma da nove in pagella”

LorenzoMinotti28122015-750x330A questo Parma Calcio 1913, al termine del girone d’andata, mi sento di dare, come voto, un bel nove, perchè abbiamo fatto molto bene, tutti, ogni componente, ma bisogna sempre cercare di migliorarsi.

Tra i momenti che ricordo, ci sono le trasferte di Arzignano e di Brescello con il Lentigione. Per diversi motivi. Alla prima giornata, su un campo in quelle condizioni, non era facile, per una squadra costruita per vincere, trovare la forza caratteriale per riuscirci. A Brescello è stata una festa, un emblema della determinazione, ma anche dell’entusiasmo che ha tutto l’ambiente.

Credo rimarrà nella storia. Sta nascendo qualcosa di molto bello”.

Parola di Lorenzo Minotti, uno che il Parma di ieri lo ha costruito da capitano, quello di oggi, lo plasma di dirigente.

“Il mio bilancio del girone d’andata? È indubbiamente positivo – spiega. Siamo soddisfatti, nessuno poteva immaginare un’avventura che fino a questo momento sia stata quasi perfetta. I risultati ci sono,  ma la cosa più bella è quello che siamo riusciti a creare a livello di clima, di empatia, e soprattutto quello che sta nascendo. C’è un gruppo che si è amalgamato bene, stanno crescendo dei giovani importanti, abbiamo creato un’ossatura di giocatori di un certo livello, e direi che tutto sommato sta funzionando tutto a meraviglia. Merito anche di una società strepitosa: “Ci ha permesso di lavorare nelle condizioni migliori, se pensiamo che siamo nei dilettanti, e potete constatare ogni giorno che il livello professionale è molto alto”.

Il mercato? “A livello di operazioni importanti, che possano cambiare la squadra, non ne servono. Siamo super soddisfatti  e non vogliamo toccare qualcosa che sta funzionando al top. È normale che siamo vigili perchè soprattutto nell’ultimo periodo si è accanita una serie di infortuni tutti in un reparto, e quando tu sei costretto a giocare con la Sammaurese senza quattro attaccanti devi essere pronto a capire cosa sta succedendo, soprattutto per un campionato che si deciderà nei prossimi due mesi, perchè tra gennaio e febbraio giocheremo dieci partite, con gli scontri diretti contro Forlì ed AltoVicentino, quindi dobbiamo essere subito pronti. Allo stesso tempo siamo consapevoli che l’infortunio di Musetti dovrebbe essere superato, Baraye si era fermato solo per precauzione, ed il problema di Guazzo nel giro di 15 giorni dovrebbe essere superato. Longobardi, conoscendo l’indole del personaggio, ci sorprenderà e probabilmente lo vedremo prima di quello che avevamo preventivato. Per questo non riteniamo di dover fare grossi stravolgimenti.

Poi si vedrà,  gli scenari cambiano continuamente e Parma ha un appeal importante e molte situazioni ci vengono offerte. Noi valuteremo tutto, considerando sia il contingente sia una visione futura. Se ci saranno delle possibilità le valuteremo, ma non abbiamo la necessità di essere attivi sul mercato”.

Mercato in uscita – “Traykov era già destinato al prestito al Foligno, per andare a giocare. Poi c’è stato questo problema muscolare, ora è guarito completamente ed oggi ha fatto l’ultimo esame di controllo. Con lui abbiamo usato un escamotage, l’abbiamo messo in lista di svincolo, per cui lui è ancora trasferibile. Nel caso non trovassimo una collocazione rientrerà a Parma, perchè lo aspettiamo e vogliamo vederlo crescere. L’unica novità di questo periodo è la situazione di Ciotti, che ci ha chiesto di essere ceduto.

Ha espresso la voglia di andarsi a misurare altrove, e la cosa ci ha contrariato inizialmente perchè un mese fa avevamo esposto la situazione sia a lui che a Cotticelli, spiegando che piuttosto di fare il quarto portiere era meglio andare a giocare, e Cotticelli ha trovato l’opportunità di andare a Correggio. Per noi eravamo a posto, ma piuttosto di tenere qui qualcuno che da noi stava mal volentieri analizzeremo questa situazione. Adesso lui ha qualcosa di concreto con il Fondi, ci ha chiesto il nulla osta ed è andato ad allenarsi per una settimana lì, noi intanto ci stiamo guardando intorno, e faremo qualcosa. Se non dovesse superare il provino e dovesse tornare non so se terremo in squadra qualcuno con quella motivazione, quindi si assumerà la responsabilità di questa richiesta che ci ha fatto. Noi gli abbiamo fatto capire che un problema non lo risolvi se scappi dallo stesso, qui non c’è una gerarchia stabilita e l’esempio lampante è Simonetti, che non ha giocato nemmeno un minuto fino ad un mese fa. Anche lui aveva espresso un po’ di malcontento, ma la differenza la fa la motivazione ed il saper cogliere le occasioni. Lui e Ciotti sono i due opposti che spiegano l’atteggiamento che si deve tenere per far parte di questo gruppo”.

Gli obiettivi: vincere il campionato. “Noi dobbiamo guardare al concreto, dobbiamo pensare a questo campionato e a vincerlo. Siamo solo a metà, quindi non possiamo permetterci il lusso di distrarci o fare altri ragionamenti. Se una società ha determinati programmi ed ambizioni è normale poi che chi è deputato a certi ruoli deve cominciare ad analizzare il futuro, che non vuol dire altro che andare a vedere partite della Primavera, di Lega Pro e di Serie B. Questo è il nostro mestiere, e su questo restiamo vigili, perchè ogni settimana andiamo sui campi”.

I giocatori che mi hanno stupito di più? “Direi che il livello di questo girone credo che sia davvero tosto, c’è qualità di organici e di singoli. Sono fortissimi Turchetta, il tridente del Forlì, Tonelli del Romagna Centro, l’Imolese davanti ha qualità, lo stesso Trinchieri che ci troveremo di fronte è un giocatore che potrebbe fare la Lega Pro senza problemi. Ce ne sono tante di individualità.

Tra i giovani del Parma? Tanti, tutti. I portieri, Zommers in primis. Avevamo perplessità sul mettere un under tra i pali, ma ci siamo rivisti. Sereni ha grandi potenzialità, deve acquisire un po di consapevolezza, poi imparerà a metterle in mostra”.

La giornata che più mi ha emozionato? “La prima domenica, quella ad Arzignano, credo che sia stata quella più importante. Era una partita difficile, e tra vincere e perdere la linea era sottile. Lì è emerso il cuore, il carattere di questa squadra di sacrificarsi e vincere. Quella domenica abbiamo dato un segnale forte, e quella domenica me la ricordo bene. Poi anche quella contro il Lentigione, da come me l’hanno descritta, credo che abbia incarnato quello che sta succedendo in questa stagione, con una squadra che nelle gare importanti non ha mai fallito, oltre alla partecipazione di una città intera che è stata contagiosa”.

Sulle rivali: “Credo che l’AltoVicentino sia come ampiezza di rosa la più competitiva. Il Forlì va a sprazzi, in alcuni momenti gioca benissimo, e da metà campo in su è micidiale. Ma non ha continuità, quindi metto leggermente avanti l’AltoVicentino”.

Un voto al Parma? Nove. Perché si può sempre fare meglio, ma se da fuori è scontato che noi vinciamo, non è così facile. E abbiamo tanta strada da fare.

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