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Hanno preparato le ostie e il pane, i detenuti del carcere di Via Burla, braccio di massima sicurezza. Uomini con una lunga detenzione alle spalle, e altrettanta davanti, che cercano una redenzione nella cultura del lavoro, la pace dell’anima nello studio di una professione.
In undici hanno studiato Agro Alimentare alla scuola Forma Futuro, poi hanno messo le loro mani e il loro tempo, fin li destinato alla cella perpetua, nella preparazione di ostie che verranno benedette il 13 dicembre, il giorno in cui anche per Parma avrà ufficialmente inizio il Giubileo proclamato da Papa Francesco.
Poi, verranno distribuite ai fedeli, a simbolo di una redenzione passata anche per dei pani, focacce e pizze, omaggiate ogni mercoledì alla mensa di Padre Lino. Pani per i poveri, realizzati da chi povero lo era forse di spirito, e ora cerca un’espiazione. “Padre Lino in carcere veniva tanto, a portare cibo, oggetti, conforto – ha detto il Vescovo, Enrico Solmi. Ed ora sono i figli di Padre Lino a ricevere dal carcere, è un segno di unità e continuità”.
Come quello che traspare dalle parole di un detenuto, che parla a nome di tutti i suoi dieci colleghi, un ergastolano con spiccato accento napoletano, che racconta come il lavoro, seppur “aggratis”, dietro una sbarra, nutra le loro anime.
E non rimarrà un progetto isolato, assicura Carlo Berdini, direttore del carcere: “Sono progetti conciliabili con la sicurezza, che facilitano il recupero dei detenuti”. “Il tutto nella massima sicuerezza – assicura Roberto Cavalieri – garante dei detenuti e anima di questo progetto. “Il compito di questa istituzione è riaccompagnare, rieducare chi è detenuto, non punirlo”.
La redenzione passa dalle ostie, lo insegnava anche Cristo. E’ Natale, arriva il Giubileo, perchè non crederci?