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Teleducato si riaccende: stop allo sciopero, canali in affitto

UnknownE’ stata una giornata di speranze e disillusioni per i dipendenti di Teleducato, con un incontro fitto fitto (leggi)  tra i rappresentanti della proprietà e i sindacati nella sede dell’Unione Industriali.

Al termine del lungo incontro, la certezza è una sola: stop allo sciopero, da martedì sera riprendono le normali produzioni. Ma…a tempo determinato. E’ infatti fissato un nuovo appuntamento per fine novembre.

Allo stato attuale delle cose, Telemec conferma di voler interrompere le produzioni, quindi i nove dipendenti, tra tecnici e giornalisti, si troveranno senza lavoro e senza possibilità di accedere ad eventuali ammortizzatori sociali.

La stessa Telemec, proprietaria delle frequenze (nelle persone della famiglia Allodi – Gaiti, e in quota di minoranza Pizzarotti costruzioni) ha confermato di voler conservare sotto la propria proprietà le frequenze, affittando però i canali (11, 87, 197 dt). 

E proprio qui sta uno snodo importante per le sigle sindacali: “Dopo aver assicurato di non voler assolutamente provvedere a riassunzioni con contratti al ribasso, Telemec ha assicurato che darà prelazione e precedenza, in caso di più offerte per l’affitto, a chi sia pronto a riassorbire la maggior parte dei dipendenti lasciati a piedi” – spiega Davide Fellini, segretario Slc Cgil.

Un barlume di speranza, in attesa del nuovo incontro. In attesa di un domani, ad oggi, grigio come il cielo d’autunno.

IL COMUNICATO INVIATO DAI SINDACATI MARTEDì – “Nella giornata di ieri si è tenuto l’incontro tra le rappresentanze sindacali dei lavoratori di Telemec S.r.l. (Teleducato) e i rappresentanti dei soci di maggioranza della società stessa oltre l’amministratore unico.

L’incontro è stato utile per chiarire il contesto economico e finanziario in cui versa Telemec e soprattutto per conoscere il piano di industriale.

Tuttavia, da quello che è emerso e cioè l’intenzione di Telemec di restare attiva solo come operatore di rete ed “affittare” i canali Tv, le prospettive occupazionali per i nove dipendenti restano quanto mai incerte. Infatti, Telemec non avrebbe più la necessità di avvalersi della loro attività lavorativa. Inoltre, è stata fermamente smentita da parte dei soci di maggioranza presenti all’incontro la volontà di costituire una newco con la quale continuare l’attività di produzione televisiva e quindi di riassumere o rioccupare i dipendenti a condizioni economiche e normative diverse ed inferiori.

In questo scenario non è indifferente se ci siano e chi siano i possibili “acquirenti” dei canali TV. Al riguardo si è convenuto di definire un accordo con Telemec che dovrà prevedere l’impegno della società stessa a concedere in locazione/vendita i canali privilegiando i soggetti disposti a riconoscere garanzie occupazionali per i dipendenti e il necessario confronto con le loro rappresentanze.

Per i prossimi due, tre mesi, Telemec ha assicurato di poter garantire lo svolgimento dell’attività lavorativa e l’adempimento di tutti gli obblighi retributivi nei confronti dei propri dipendenti compresi quelli che deriveranno dalla cessazione del rapporto di lavoro.

Entro la fine del mese di novembre si terrà anche un incontro per verificare la congruità dei termini di cessazione dei rapporti di lavoro con le effettive esigenze di produzione al fine di continuare a garantire una produzione di qualità e dignitose condizioni di lavoro.

In ragione di tutto quanto sopra, nella speranza di riuscire a tenere viva la propria azienda e garantirsi un futuro occupazionale, i lavoratori hanno deciso di sospendere lo sciopero.

Oggi, però, l’unica vera soluzione che potrebbe garantire posti di lavoro e pluralismo dell’informazione, quanto mai necessario anche nella nostra città, sarebbe quella di trovare un soggetto, eventualmente un gruppo di imprenditori, che vogliano fare informazione e Tv in generale, seriamente. Non bastano quindi le manifestazioni di solidarietà ai lavoratori, ma occorrerebbe un impegno effettivo da parte delle forze economiche, istituzioni e loro rappresentanti per avviare un nuovo progetto editoriale”.

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