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Complesso di “San Paolo”: 6,5 milioni di per far rinascere la città dimenticata. Ma chi paga?

Sei milioni (oltre a quelli previsti da Art Bonus) )per la riqualificazione del complesso di San Paolo: questo il proposito annunciato dall’Amministrazione in relazione alla presentazione di un progetto ritenuto strategico e trasversale non solo per il Comune, ma per l’intera città.

Fulcro dell’operazione è il progetto “I Chiostri del Correggio”.

Si tratta di un percorso di rigenerazione urbana con importanti collegamenti trasversali ai temi della cultura, del turismo, dell’enogastronomia e dell’innovazione tecnologica.

Il Comune ha presentato formalmente in Regione la richiesta di finanziamento, pari a circa 3 milioni di euro, al fine di poter essere fra i soggetti beneficiari, a livello europeo, dei fondi stanziati per progetti di strategie di sviluppo urbano sostenibili.

Il progetto rientra nella politica dei Distretti socio-culturali attivata dal Comune di Parma con l’obiettivo strategico dell’innalzamento del livello di attrattività della città. L’ex Complesso di San Paolo, quindi, è pensato come polo culturale e di aggregazione sociale.

Ne hanno parlato, questa mattina nel corso di una conferenza stampa, il sindaco Federico Pizzarotti; l’assessore ai lavori pubblici Michele Alinovi; l’assessore alla cultura Laura Maria Ferraris; Giovanni Marani, assessore all’innovazione tecnologica; il direttore generale Marco Giorgi e il dirigente del settore attività produttive del Comune Gabriele Righi.

E’ un progetto fondamentale per l’Amministrazione – ha sottolineato il sindaco Federico Pizzarotti -, che parte da un luogo, il complesso di San Paolo, da 30 anni privo di visione complessiva, relegato a semplice contenitore delle iniziative più disparate.

Il nostro obiettivo è farne un luogo di rigenerazione urbana in un contesto più ampio, seguendo una linea strategica che coinvolge diverse spazi, quali l’Ospedale Vecchio, che meritano di rinascere attraverso un piano organico di intervento”.

Anche per l’assessore ai lavori pubblici, Michele Alinovi, si tratta di un momento importante: “una vera e propria chiamata a raccolta della città”. “L’intervento nel complesso di San Paolo – ha spiegato – rappresenta un’occasione straordinaria per il rilancio della cultura e del turismo, oltre che per la riqualificazione di un complesso storico e monumentale di primaria importanza”. Ed ha aggiunto: “Abbiamo previsto un investimento complessivo di oltre 7 milioni e mezzo di euro, di cui 6 destinati al recupero edilizio del complesso e 1 milione e 400 mila euro destinati al funzionamento del Laboratorio Aperto che qui troverà collocazione”.

L’assessore Giovani Marani ha espresso apprezzamento in merito al progetto rigenerazione urbana che rappresenta “un cammino lungo destinato a continuare nel tempo”.

“La richiesta di finanziamento di 3 milioni alla Regione, nell’ambito dei progetti Europei, segna l’avvio di un processo pratico che mette insieme istituzioni e competenze, nella consapevolezza che sarà l’intera comunità a produrre la rigenerazione della città. E’ un’occasione per lavorare insieme nei prossimi anni, spero che non diventi l’ennesimo luogo della polemica”.

“Il complesso di San Paolo – ha affermato l’assessore alla cultura Laura Maria Ferraris – è stato lasciato per molti anni in una situazione imbarazzante di degrado e trascuratezza. Finalmente ci troviamo di fronte ad un progetto strategico che valorizza Parma e la Cultura in tutte le sue espressioni e offriamo alla città l’opportunità di ricominciare a sognare grazie ad un progetto di elevato valore strategico”.

Marco Giorgi, direttore generale del Comune, ha ribadito “la trasversalità di questa operazione che dovrà dare risultati in tempi certi. Si tratta di un partita da giocare dentro e fuori dal Comune sulla base di un progetto che potrebbe diventare un modello nazionale”.

 

Il Progetto – Nello specifico gli obiettivi cardine della strategia possono essere declinati come segue: dare vita ad un sistema innovativo di spazi, di architetture, di funzioni ed esperienze da restituire alla città, attraverso la partecipazione di competenze qualificate; gestire servizi di qualità volti a promuovere Parma come destinazione turistica e a favorire la fruizione culturale e turistica del centro storico e del territorio; formare, educare e catalizzare la creatività in uno spazio innovativo che potrà rivestire sia la funzione di laboratorio che di incubatore per i giovani.

Il tutto in sinergia con i contenuti e le strategie già individuate nell’ambito della Candidatura al riconoscimento UNESCO di Città Creativa per il tema della Gastronomia e con la Candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2017.

Il finanziamento regionale, in attuazione alle politiche europee, connesso al progetto candidato, dovrebbe consentire al Comune di Parma di acquisire 3 milioni di euro di cui 1,6 milioni per il recupero del contenitore storico, 1 milione per la creazione e gestione del Laboratorio aperto e 400 mila euro per la promozione integrata del patrimonio culturale e del laboratorio aperto.

Riscoprire la “città dimenticata”, è uno degli obiettivi del progetto “I Chiostri del Correggio”.

In un tempo in cui i luoghi del centro storico sono quelli dove più si sono palesati gli effetti negativi legati all’eccesso di espansione urbana degli ultimi decenni; la rigenerazione del polo di San Paolo va nel senso di migliorare l’attrattività turistica e l’offerta commerciale, unitamente a proposte legate alla valorizzazione della tradizione e dell’identità locale e della vivibilità dei luoghi stessi, in una logica di sistema diffuso ed integrato con il contesto urbano, sociale e culturale. L’interno prevede la realizzazione di uno spazio pubblico, articolato in percorsi e relazioni che oggi restano inespresse.

Il Comune di Parma, a questo fine, ha presentato alla Regione Emilia Romagna la propria candidatura, per l’accesso ai finanziamenti regionali POR FESR – Piano Operativo Regionale Fondi Europei – Asse 6, proponendo il progetto di recupero funzionale del complesso monumentale del San Paolo. Il progetto “I Chiostri del Correggio – Parma Cultura dell’eccellenza agroalimentare” è stato declinato attraverso l’individuazione di una strategia di sviluppo urbano sostenibile, così come richiesto dalla Regione, nell’ambito dei finanziamenti indiretti europei. In particolare la Regione ha richiesto di individuare una strategia che si basi sull’innalzamento di attrattività della città rafforzando le identità culturali ed agendo in modo integrato sulla messa a disposizione di servizi avanzati e competenze innovative (ICT – Information Communciation Technology), attraverso la creazione di “laboratori aperti” e sulla valorizzazione degli attrattori culturali, legati, in particolare, al settore enogastronomico, che rappresentano una leva di nuova identità territoriale. In questo senso la strategia che sottende il progetto per il recupero funzionale del complesso monumentale dell’ex monastero si fonda sull’obiettivo di fare del San Paolo il nucleo centrale di un nuovo sistema culturale integrato.

ART BONUS – Contribuire concretamente a riqualificare i luoghi della cultura cittadini e, contemporaneamente, beneficiare di detrazioni fiscali: è questa la possibilità che offre il decreto ministeriale Art Bonus a cui il Comune di Parma ha aderito, proponendo un primo elenco di interventi necessari per recuperare, valorizzare e sostenere il patrimonio culturale e artistico cittadino.

Il decreto che apre la strada agli aspiranti ‘novelli Mecenate’ è stato presentato lunedì al Ridotto del Teatro Regio a conclusione di un ciclo di incontri che ha visto il Ministero della Attività Culturali impegnato in 5 città italiane.

“Stiamo organizzando, insieme all’Anci – ha affermato il Sottosegretario ai Beni Culturali Francesca Barracciu – un mini Road Show in giro per l’Italia, una chiamata alle arti che si concluderà entro la fine dell’anno con giornate informative dedicate proprio a far conoscere questo strumento fiscale ai cittadini, alle camere di commercio, alle associazioni locali. La legge consente a imprese, e cittadini di ottenere un beneficio fiscale pari al 65% dell’importo delle donazioni. E’ uno strumento per la rinascita, per il recupero, per la valorizzazione dei nostri beni culturali, materia prima anche per l’industria turistica, è anche un modo per affermare la responsabilità sociale di cittadini e imprese, uno strumento per ripensare il futuro, insomma, una scommessa da vincere insieme, con i Comuni protagonisti”.

“Abbiamo aderito con convinzione a questa soluzione promossa dal Governo – ha affermato l’assessore Laura Maria Ferraris – ci siamo rivolti ad istituzioni e mondo economico, attivando un percorso per valorizzare questo strumento, che può avere effetti importanti per la cultura e per l’indotto turistico, come dimostrano i cento milioni di persone che ogni anno visitano i nostri musei e i nostri monumenti. Abbiamo anche individuato un primo elenco di opere che hanno bisogno del sostegno dei cittadini per essere restaurate, ma siamo aperti a tutte le proposte”.

“Iniziative simili ad Art Bonus – ha constatato il sindaco Federico Pizzarotti, davanti ad un’attenta e qualificata platea di operatori economici e rappresenti delle istituzioni – sono diffuse in altri Paesi, come gli Stati Uniti, dove la leva del risparmio fiscale viene da tempo utilizzata per contribuire a recuperare luoghi e opere d’arte e promuovere cultura. Ne è un esempio l’Orchestra di Chicago, quasi interamente sostenuta da privati. L’Italia è ricca di tesori, spesso abbandonati a sé stessi da troppo tempo. A Parma abbiamo gli esempi dell’Ospedale Vecchio e soprattutto del San Paolo, dove ci sono ancora i ponteggi del 1983. Art Bonus può essere la leva giusta per riscoprire luoghi dimenticati o da valorizzare”.

L’assessore Michele Alinovi ha poi presentato il progetto di riutilizzo del complesso di San Paolo, destinato a diventare “luogo di promozione della città, punto di riferimento per il turismo e simbolo dell’identità culturale di Parma, legato alle sue eccellenze gastronomiche”.

Anna Maria Meo, direttore del Teatro Regio, ha evidenziato come il meccanismo possa essere utilmente proposto anche per il sostegno dell’attività teatrale.

I dirigenti di Arcus, la società legata al Ministero, Ettore Pietrabissa e Carolina Botti, hanno quindi illustrato le modalità operative per diventare mecenate (finora, in questi mesi sono 685) e per avere la certezza che quanto donato verrà speso per le opere indicate dal sottoscrittore.

Art Bonus riconosce un credito d’imposta pari al 65% di quanto donato e realizzato per interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici (D.L. 31 maggio 2014, n. 83, convertito con modificazioni nella Legge 29 luglio 2014, n. 106), per azioni di sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica (es. musei, biblioteche, archivi, aree e parchi archeologici, complessi monumentali, come definiti dall’articolo 101 del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al Decreto Legislativo 22/01/2004 n. 42) delle fondazioni lirico-sinfoniche e dei teatri di tradizione e per la realizzazione di nuove strutture, restauro e potenziamento di quelle esistenti, di enti o istituzioni pubbliche che, senza scopo di lucro, svolgono esclusivamente attività nello spettacolo.

Il Comune di Parma ha individuato un primo elenco di 7 interventi, passibile di integrazioni (si terrà conto di segnalazioni anche riguardanti i beni statali) cui destinare i proventi del Decreto Art Bonus: la statua ‘Battaglia di Legnano’ di Ximenes, la lapide di Cesare Battisti, il gonfalone dell’Anselmi, il monumento alle Barricate, il dipinto San Giovanni di Riccò, il complesso scultoreo di Barriera Bixio e il restauro degli interni di Palazzo Ducale. Questo primo elenco potrebbe essere ampliato e aggiornato a seconda delle proposte e delle disponibilità che verranno manifestate.

Per consultare l’elenco completo degli interventi fin qui selezionati e proposti ai potenziali mecenati è sufficiente andare sul sito dedicato http://www.comune.parma.it/artbonus o scrivere a artbonus@comune.parma.it.

SAN PAOLO VERSO IL RECUPERO – Ammonta a poco più di 500 mila euro la cifra stanziata dal Comune per interventi urgenti legati alla sistemazione del tetto dell’ex monastero di San PaoloGli interventi sono stati deliberati dalla Giunta e verranno messi in atto dalla società di scopo Parma Infrastrutture.

L’ex monastero di San Paolo si presenta come un vasto e articolato complesso edilizio, oggi utilizzato solo in parte. Nel corso del tempo si sono evidenziate criticità nei tetti, in particolare nell’ala ovest che collega via Melloni con i giardini di San Paolo e su due collegamenti trasversali di cui il primo si trova tra il chiostro principale ed i giardini di San Paolo e il secondo tra il chiostro principale ed il chiostro interno alla pinacoteca Stuard, cioè la parte sovrastante le camere di San Paolo.

I tetti si affacciano nella maggior parte dei casi su spazi pubblici utilizzati per l’accesso ai giardini, al museo dei burattini ed, appunto, alle camere di San Paolo. Gli interventi programmati intendono porre in sicurezza dalla possibile caduta di coppi tutte queste zone con un intervento mirato attraverso la redazione di un progetto ad hoc.

I lavori prevedono l’inserimento di uno strato di protezione per migliorare l’impermeabilità dei tetti e la successiva posa dei due manti di coppi con ganci antiscorrimento che ne evitino la caduta. Per le parti più compromesse è previsto un intervento radicale di rifacimento e di messa in sicurezza. Oltre ai tetti sono previsti anche interventi di ripristino di due terrazzi uno di essi si affaccia sul chiostro grande, mentre il secondo si affaccia sui giardini di San Paolo. In entrambi i casi sono previsti interventi volti a risolvere infiltrazioni d’acqua con la rimozione del pavimento e la posa di una guaina su cui verrà posto il nuovo pavimento in cotto.

“Il patrimonio storico del Comune richiede manutenzioni adeguate – spiega l’assessore ai lavori pubblici Michele Alinovi – specialmente per un complesso storico di assoluta rilevanza come quello di San Paolo. In questo senso va anche il progetto di recupero del campanile posto in fondo a via Cavour ed afferente allo stesso complesso”.

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