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Dietro l’auto incendiata a Bologna, l’ombra degli attivisti di Casa Pound del parmense

L’auto della Polizia incendiata a Bologna “è un fatto gravissimo compiuto contro le istituzioni”. Così lo definisce il procuratore aggiunto Valter Giovannini, coordinatore del gruppo Terrorismo e ordine pubblico della Procura. “Verrà fatto – prosegue Giovannini – ogni sforzo per individuare gli autori che saranno perseguiti con risolutezza e severità”.

L’incendio doloso della vettura, parcheggiata all’interno dell’ospedale Sant’Orsola, nei pressi del posto di polizia, è stato appiccato nella notte tra mercoledì e giovedì. La pista seguita dagli investigatori della Digos, coordinata dalla Procura, guarda alla galassia anarchica e antagonista.

Vicino alla Fiat Stilo bruciata, fermato con un sasso, è stato trovato un foglio scritto al computer: “Colpire i fascisti e chi li protegge. Libertà per Andrea, Pippo e Tommy. Sbirri assassini, per voi nessuna tregua”, il messaggio con riferimento ai tre attivisti di centri sociali, due di Modena e uno di Parma, arrestati a fine agosto per un incendio di una casa di proprietà di un esponente di Casapound, nel 2014 nel Parmense.

Scritte a sostegno dei tre arrestati sono comparse anche sui muri di Parma.

 

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