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Fallita la Maguro di Tristano Marusi Guareschi. La holding ha 214.118.700,57 € di debiti col fisco

UnknownSi è aggiudicata un nuovo primato, la bizzarra famiglia Marusi Guareschi: la holding è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Parma su richiesta di Equitalia Centro. E’ la prima azienda a Parma a fallire per esplicita richiesta di Equitalia, anche se spesso fisco e tasse sono decisive per affossare definitivamente aziende in crisi: la Maguro spa vanta ben 214.118.700,57 euro non pagati allo Stato.

Non un’inezia, ed è anche lecito chiedersi come sia stato possibile accumulare cotanto debito.

Amministratore dell’azienda, Tristano Marusi Guareschi, primogenito del più noto Rodolfo, passato alla ribalta delle cronache per aver fondato la Repubblica della Terra, con sede immaginifica a Sant’Ilario d’Enza, nella villa di famiglia e una moneta, il Dhana, mai entrato in circolazione ma del valore sommario di 29 euro secondo il suo “coniatore”.

Sul sito della Repubblica della Terra si legge che la Maguro spa, fondata a metà degli anni ’90, ha 600 milioni di capitale sociale versato, che si occupa di progettazione e produzione di beni strumentali e che nel 1999 aveva fatturato l’equivalente 850 milioni di euro. Sono elencate una serie di partecipazioni, in Carisma spa, Carisma Marketing srl, Carisma Informatica srl, Professional srl, Carisma Engeenering srl, Fiae srl, Apecs srl, Carisma Veicoli srl, I.H.S. Srl, Ics System srl, Pima srl, Carisma Finance spa e Fidit srl.

Giustizia e guai paiono far rima con la famiglia Marusi Guareschi: agli albori del 2000, Marusi Guareschi senior venne accusato di truffa ai danni dello Stato.

Aveva chiesto al ministero dell’Industria poco più di 5 mila miliardi di lire, dichiarando di possedere società con capitale versato per 16mila miliardi di lire, ricevendo, per tutta risposta, una cartella esattoriale da 1,2 miliardi di euro.

Nel 2001 fu arrestato per truffa alla Regione Sicilia, poi, coinvolto in una bancarotta e in alcune inchieste di carattere finanziario, condannato dalla Corte di Appello di Bologna e da quella di Cagliari per bancarotta fraudolenta nel 2013.

Proprio all’epoca delle indagini a suo carico per bancarotta, scritta una lettera aperta al popolo dichiarandosi un perseguitato, continuamente condannato per reati di cui non sapeva nulla, qualche anno prima aveva chiesto il sequestro di tutti i beni di Silvio Berlusconi, sostenendo che la liason con Ruby avesse danneggiato un grande affare.

In attesa dell’udienza per la verifica dello stato passivo, prevista per il 14 dicembre, curatore del fallimento è stato nominato il commercialista parmigiano Vincenzo Piazza, già curatore del recente fallimento di Eventi Sportivi Spa, “proprietaria” di Parma Fc. Chissà se troverà qualcosa di questi fantomatici beni, considerato che nel 2010 Equitalia tentò un pignoramento senza trovare nulla…

(Francesca Devincenzi)

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