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Aemilia bis, le intercettazioni e le parole del Procuratore capo: “Infiltrazioni? E’ riduttivo”

“A Reggio Emilia ci sono 11mila cutresi, 11mila persone… si sono trasferite a Reggio Emilia, Parma e Modena ok? Comandano loro, mi sono spiegato, non si muove foglia se Dio non voglia… anche per andare a prendere una bottiglia di vino devi andare a chiedere là… sono stato chiaro?”.

Queste parole sono state catturate dalle cimici della Dia nello studio dell’avvocato romano Giovanni Benedetto Stranieri, legale di Nicolino Grande Aracri  finito in manette per associazione mafiosa lo scorso gennaio su ordine della Dda di Catanzaro.

Queste parole sono la più forte dimostrazione di quanto in Emilia la cosca cutrese più che infiltrata sia insediata. Dice ancora: “Allora questi qua c’hanno tutta Reggio Emilia… perché c’hanno 7000 eh… calabresi a Reggio Emilia e 3/4mila a Parma … allora qua non dobbiamo sbagliare”. Parole che lo stesso procuratore capo di Bologna, Alfonso, nella conferenza stampa sugli arresti bis dell’operazione Aemilia,  definisce “preoccupanti, poiché trovo che con questi numeri parlare di infiltrazioni sia riduttivo”.

Gli arrestati risultano tutti residenti nel reggiano, tra Montecchio Emilia e Brescello, la figlia di Diletto, Jessica, finita ai domiciliari poiché incensurata ma considerata la “portavoce” del padre da quando è in carcere, aveva addirittura tentato la carriera politica nel paese di Don Camillo.

Ma è palese come i loro interessi gravitassero anche a Parma.

C’era l’Immobiliare Prestigio, con sede in città, proprietaria di un immobile in Via Lombardini, e un’immobiliare con sede a Modena ma un terreno a Parma in Via Langhirano.

Poi L’Ariete, Pizzeria in Via Milano, prima Pizza e Mandolino, sopravvissuta al sequestro perché in seguito ceduta a acquirenti che non centrano nulla. E ancora, la Caffetteria in Via Garibaldi 22, entrambe riconducibile a Consorzio Europa srl di Brescello, tutte proprietà di famigliari di Diletto.

E la Para, la discoteca di Bolognino, sequestrata a Baganzola.  La società di trasporto CT Vrabie Srl con sede a Parma, intestata dallo stesso Bolognino, prima di venire chiuso a Rebibbia, alla compagna Carmen Vrabie e alla figlia Catianna Bolognino. E sempre Catianna deteneva parte delle quote di Dodonut Srl, società titolare de “Il Bocconcino”a Parma.

Giri di denaro immobili e attività commerciali. Parenti prestanomi e teste di legno. Soldi, potere. Qualcuno le chiama infiltrazioni, ma l’impressione è che siano molto di più. (Francesca Devincenzi)

 

 

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