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La denuncia: “Troppo disinteresse per la riorganizzazione della Provincia”

Riceviamo dal Coordinamento Sindacale Autonomo – Regioni Autonomie Locali.

La Provincia di Parma, per come la conosciamo noi, dalla sua nascita ad oggi cesserà di esistere a fine anno. Sul tema della riorganizzazione, delle funzioni e soprattutto sul destino dei dipendenti è sceso un velo, nel disinteresse più totale della politica e non solo.

La normativa stabilisce che gli Enti di area vasta debbano adottare il “Piano di riassetto organizzativo, economico, finanziario” entro l’1/03/2015 (tempi e strumenti previsti dalla legge 23 dicembre 2014, n° 190 in coordinamento con la legge n° 56/2014 e la circolare n° 1/20015). Tutto ciò attraverso il riordino delle funzioni proprie (attraverso la legge n° 56/2014 e le collegate leggi regionali di riordino) che rimarranno in capo alle province stesse e cioè:

– pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, nonché tutela e valorizzazione dell’ambiente, per gli aspetti di competenza;
– pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, in coerenza con la programmazione regionale, nonché costruzione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad esse inerente;
– programmazione provinciale della rete scolastica, nel rispetto della programmazione regionale;
– raccolta ed elaborazione di dati, assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali;
– gestione dell’edilizia scolastica;
– controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale.

Quello che anche l’Amministrazione Provinciale di Parma era tenuta a fare era entro 90 gg. dall’entrata in vigore della legge di stabilità (190/14), cioè entro il 31 marzo 2015 era individuare il personale che per proprio ruolo sarebbe rimasto assegnato all’ente e di conseguenza individuare il personale da destinare alle procedure di mobilità, in quanto non più in funzioni in capo all’ente stesso.

Tutto questo è stato disatteso in toto dall’Amministrazione Provinciale.

Il risultato di questa politica di gestione del personale adottata della Provincia di Parma, ha generato le più disparate condizioni a volte forse di maggior favore per qualche dipendente o peggiorative per altri. Negli ultimi mesi sono state concessi “comandi” verso i comuni e in particolar modo verso il comune di Parma, a persone collocate su funzioni delegate cioè che andranno in capo alla Regione, queste persone restano in organico sulla funzione, quindi hanno legittimamente la possibilità di rientrare in seno alla Provincia, non si comprende quindi lo scopo di questi spostamenti.

Il riordino istituzionale coinvolge a tutto campo i comuni, soprattutto capoluoghi. In questa fase così delicata l’impianto legislativo viene massacrato e delegittimato dal comune agire dell’amministrazione provinciale e dei comuni, in particolare da quello di Parma, amministrazione il cui piano dei fabbisogni legittima operazioni al di fuori delle norme vigenti, trasformando bandi di mobilità in comandi.

Già in precedenza, e più volte, abbiamo rimarcato, (lo prevede anche la legge!!!) la necessità di definire un modello organizzativo della Provincia che resterà con le funzioni proprie, ovvero definire quali servizi saranno ancora necessari e quali andranno ridotti numericamente o soppressi in quanto inutili, quali eventualmente rafforzati. Constatare oggi l’eventuale e dolorosa condizione di avere esuberi di personale per le possibilità economiche dell’ente, può ancora trovare soluzione attraverso mobilità e trasferimenti, o anche attraverso una chiara ed esplicita richiesta di collaborazione con la Regione stessa.

Arrivare a dichiarare esuberi o dover per disgrazia dichiarare default tra sei mesi, sarebbe una catastrofe per i lavoratori. La loro ricollocazione sarebbe difficile.

Insomma crediamo sia necessario finirla con il nascondere la mancanza di decisioni, di scelte con la necessità di sapere cosa farà la Regione.
Resterà una Provincia con funzioni proprie, con un bilancio, magari rovinoso, ma su quello dovrà lavorare per trasformarsi in area vasta. Quindi chi deve amministrare e governare questo non è la Regione ma chi ha scelto di amministrare la Provincia, chi svolge un ruolo di governo nelle scelte deve assumersi le proprie responsabilità, così come i dirigenti che hanno un ruolo determinante in tali scelte e deve farlo nell’interesse prioritario del mantenimento dei servizi e della salvaguardia dei posti di lavoro.

IL COORDINAMENTO PROVINCIALE CSA RAL di PARMA

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