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Baistrocchi, l’allarme dei lavoratori: nessun acquirente, e gli stipendi non sono stati pagati

centro-termale-il-baistrocchi 130 dipendenti che rischiano di rimanere senza lavoro: è andata deserta anche la seconda asta per l’acquisto delle Terme Baistrocchi, sono stati concessi trenta giorni per la vendita, ma la situazione fa paura. 

Terme Baistrocchi: dopo che anche la seconda asta per la vendita dell’immobile e delle attività è rimasta senza acquirenti, cresce l’ansia tra i 130 dipendenti per il loro futuro. E gli stipendi di maggio non sono arrivati.

Per questo i “quasi disoccupati” raccontano il loro disagio in una nota:

“Quello che preoccupa,  è la mancanza di rassicurazioni sulla data dell’eventuale regolarizzazione – spiegano. La situazione purtroppo era già alla nostra attenzione da tempo vista la sempre maggiore difficoltà nel rispettare, da parte degli enti pubblici proprietari, la scadenza per il regolare pagamento delle mensilità”.

L’allusione, chiara, al fatto che le quote del Baistrocchi sono detenute al 40% dal Comune di Parma e al 20% ciascuno da Asp, Ausl e Provincia di Parma.

“Ora, la situazione sembrerebbe ulteriormente peggiorata andandosi a sommare con una realtà debitoria complessiva dai connotati sempre più negativi – proseguono. Come sollecitato in più occasioni, chiediamo per l’ennesima volta che venga fatta completa chiarezza sia sulla situazione gestionale pre commissariale che su quella successiva per conoscere se veramente siano state adottate tutte le situazioni atte ad evitare l’attuale tracollo finanziario”.

L’eventuale acquirente del Baistrocchi, oltre all’immobile, dovrebbe accollarsi circa otto milioni di euro di debiti. “Chiediamo di sapere se esiste un progetto di ristrutturazione aziendale e un piano di rientro per riportare questa importante realtà economica a livelli di sicurezza e di liquidità -. sottolineano i dipendenti -. Una realtà, quella dell’istituto termale – sottolineano i lavoratori – importante non soltanto per le 130 famiglie che vivono grazie allo stipendio dei dipendenti stessi, ma anche per tutto l’indotto che è stato sempre garantito per la città termale. Questa attività non merita di fallire per scelte politiche discutibili, per l’insufficiente controllo da parte degli enti proprietari e nel totale silenzio delle istituzioni”.

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