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I genitori di Parma a Ballarò: “La vita costa 3.600 euro al mese”

Ballarò: i Comitati per la difesa del Welfare approdano in Rai. E sbattono in faccia alla nazione intera come i bambini della Racagni siano ancora senza scuola, sparpagliati tra aule provvisorie, come siano diminuiti i posti negli asili, e le rette troppo care.

I comitati che da mesi portano avanti la battaglia contro la riforma Paci si sono riunti alla Fattoria di Vigheffio, martedì 2 giugno per la diretta trasmessa da Ballarò su Raitre. Tra il pubblico, il Coordinamento per il welfare, composto da associazioni per i disabili, comitati cittadini di genitori e asili, assemblea degli educatori e il neonato comitato “Io sto con la Racagni”.

Quest’ultimo, difende i ragazzi da 4 anni sballottati tra una scuola e l’altra in attesa che siano terminati i lavori alla Racagni, appunto. “Siamo tassati al massimo e in tutti i modi si cercano di ridurre i servizi essenziali”, ha esordito la presidente del Comitato Genitori infuriati, tra gli appalusi.

I COSTI DELLA SCUOLA E DELLA VITA – Il comitato Attivarsi per l’infanzia, fa i calcoli delle spese di una famiglia di 5 persone. 1.800 euro da pagare in soli quindici giorni: 150 euro di Tasi con l’aliquota al massimo, 160 euro di tassa sui rifiuti “che continua ad aumentare nonostante la raccolta differenziata e l’inceneritore acceso”, 500 euro di acqua luce e gas, 700 euro di mutuo, oltre ai 300 euro di servizi educativi.

E ancora, spiega Francesca Manusia, pediatra del comitato Attivarsi per l’infanzia: “Le strutture dedicate all’età 0-6 hanno subìto una riduzione dei posti, dopo aver visto negli anni passati un aumento smisurato delle tariffe. Questo comporta una riduzione in generale degli investimenti su un’età critica e sensibilie su cui, come dimostrano vari studi economici, bisognerebbe investire per interrompere il circolo vizioso degli effetti causati dalla crisi economica”.

Mentre un medico, Roberto Vassallo soggiunge: “Ho due bambine piccole, una va all’asilo con una retta di 500 euro al mese, l’altra non riesco a mandarcela. Sto riflettendo se lasciare l’Italia, ho fatto un colloquio in Inghilterra”. La voce è bassa, a perso anche quella, oltre la speranza.

Dopo i cervelli, in fuga ci sono i genitori. Perché non è più una città, e una nazione, per nessuno, questa.

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