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Arrivederci: il Parma si congeda tra gli applausi. 2-2 AtestAlta a Marassi

TABELLINO

SAMPDORIA – PARMA 2-2

Marcatori: st 8′ Romagnoli, 29′ Palladino, 34′ De Silvestri, 43′ Varela.

SAMPDORIA (4-3-1-2): Viviano; De Silvestri, Silvestre, Romagnoli, Regini; Acquah (1′ st Correa), Duncan (42′ st Palombo), Obiang; Soriano; Muriel (31′ st Bergessio), Eto’o.

A disp. Romero, Okaka, Munoz, Rizzo, A.Coda, Djordjevic, Marchionni, Wszolek, Cacciatore.

All. Mihajlovic

PARMA (4-5-1): Mirante(27′ st Iacobucci); Cassani, Lucarelli, Feddal, Gobbi; Lila (12′ st Ghezzal), Mauri (37′ st Mariga), Jorquera, Nocerino, Varela; Palladino.

A disp. Bertozzi, Mendes, Prestia, Galloppa, Costa, Haraslin, Broh, Esposito, M. Coda.

All. Donadoni

Arbitro: Massa di Imperia

Note: Ammonito Mauri. Angoli 4-3 per la Sampdoria. Recupero: pt 2′, st 3′.

 

di Francesca Devincenzi

GENOVA – E’ l’ultima. L’ultima di una stagione complicatissima, iniziata con l’Europa negata e finita senza sapere che sarà del Parma. L’ultima, e come tale è sempre speciale, com ogni fine, che ha sempre quel sapore di bilancio e malinconia. E’ anche l’ultima del Parma in A, perlomeno per una stagione (sperando non siano di più), e ha tutti i sapori amari di una stagione vissuta da ultimi in classifica, tra le menzogne della dirigenza, oggi ex, le sconfitte, le partite non giocate, gli scioperi e le sconfitte, il fallimento e le speranze, tutte riposte in una data: 9 giugno. E l’ultima finisce 2-2, decidono Romagnoli, Palladino, De Silvestri e Varela. Resta da dire la solita cosa, che ripetiamo dal 19 marzo, giorno in cui i curatori sono subentrati alla non società precedente, e la squadra ha trovato quadratura mentale: senza penalizzazioni e con la giusta serenità, questa squadra non sarebbe retrocessa.

UNA CORNICE DI PUBBLICO DA 10 E LODE – Le due tifoserie sono gemellate e legate da una lunga striscia di affettuose trasferte insieme, per questo Marassi, tutto colorato di blucerchiato, regala un unanime e continuato “Parma, Parma”, e un lungo applauso alla lettura della formazione. Perchè alla faccia dell’Heysel, dei morti e del tifo violento, c’è un calcio che non retrocede mai: quello dei tifosi che chiedono che non serva la tessera (anche se gli viene negato) perchè anni di civiltà non si cancellano per novanta minuti di pallone. Così succede che quando il Bassano batte la Reggiana ai rigori (semifinale playoff di Lega Pro), impedendo ai cugini la salita in B (e un eventuale derby l’anno prossimo) lo stadio è un inno alla gioia.

FORMAZIONI – Undici “tipo” sia per Donadoni che per Mihailovic. Il tecnico ducale, probabilmente all’ultima sullo scranno gialloblù, opta per Palladino unica punta con Nocerino Varela e Lila a supporto, Jorquera in cabina di regia. Il tecnico doriano, in pole position per allenare il Napoli l’anno prossimo e fischiato dai suoi tifosi, cala la coppia d’assi Muriel – Eto’o. 
Se il Genoa (come sembra quasi certo) dovesse essere escluso dall’Europa, obiettivo doriano è conservare il sesto (settimo) posto per accedere ai preliminari di Europa League.

PRIMO TEMPO – E’ poco più di un’amichevole, in perfetto clima ultima giornata. Il Parma è ordinato, la Samp grintosa, per vedere il primo tiro in porta degno di nota bisogna aspettare l’undicesimo: cross di Regini, botta al volo di Eto’o, Mirante para a terra.Quattro minuti dopo prova il Parma: Nocerino trova un corridoio e calcia di poco fuori alla destra di Viviano. Poco dopo lo scoccare della mezzora ancora Nocerino: cross di Varela, di testa il numero 23 lambisce la traversa. Al trentaduesimo ancora lui: gran craniata sottoporta, Viviano devia con un intervento di reni. Sulla ribattuta destro secco di Mauri che si schianta contro la traversa. E’ una partita che vive di fiammate, e ha tempo per guardare in casa altrui. E applaudire la Parma che non retrocede, con Stefano Pioli e la sua Lazio che con un uno – due firmato da due ex ducali (Parolo e Candreva), scherzo del destino, atterra il Napoli e si issa al terzo posto, l’ultimo buono per l’Europa che conta. Finisce il primo tempo, con uno zero pari che sa tanto di ultimo giorno di scuola.

SECONDO TEMPO – I doriani tornano in campo con lo sprint: Correa al posto dell’ex Acquah regala maggior profondità, e gli uomini di Mihailovic paiono più spigliati e aggressivi.

DORIA IN VANTAGGIO – Al 54esimo ecco il vantaggio della squadra di casa: sugli esiti di un calcio piazzato Duncan serve Romagnoli che cerca l’incornata, tocca di schiena e insacca il vantaggio: uno a zero. Che pochi istanti dopo potrebbe diventare due, quando Eto’o salta mezza difesa e va al tiro, che Mirante para a terra. Donadoni prova a correre ai ripari: fuori Lila, dentro Ghezzal. Il secondo cambio è obbligato: Mirante si fa male in uno scontro di gioco, dentro al suo posto Iacobucci: lo stadio, che per tanti anni è stata casa sua, applaude.

PALLADINO GOL – Ma fischia poco dopo, al 74esimo, quando Palladino, ex dell’odiata Genoa, lanciato da Feddal si fa mezzo campo di corsa, salta Romagnoli e inventa un pallonetto che batte Viviano. Bellissima rete per lui, che si esalta nei propri personalissimi derby (Juve, Napoli, Samp) ed aveva segnato la rete numero mille del Parma in serie A.

2-2 – Peccato solo il vantaggio duri giusto cinque minuti, quando sugli esiti di un corner la difesa ducale pasticcia, Duncan colpisce di testa e centra il montante, arriva De Silvestri di piattone e insacca il nuovo vantaggio dei padroni di casa. Ma una festa di sport e amicizia non può finire con un vincitore e un vinto, così il Parma AlzalatestA e pareggia al due dal termine: su un’azione quasi innocente, Varela da fuori indovina un destro sul quale Viviano non può nulla. E’ suo, della freccia nera voluta da Taçi nell’interregno da presidente (insieme Lila, Nocerino e Rodriguez) l’ultimo gol del Parma in serie A. Per quest’anno, almeno.

E finisce qui. Lacrime, abbracci, applausi e giro di campo in trionfo e la curva doriana che intona “tornerete, tornerete in serie A”.

Appuntamento al nove giugno, sperando che dopo una stagione amara, di paradossi, prese in giro e disillusioni ci sia qualcosa da festeggiare.

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