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“Io sto con la Racagni i bambini non sono pacchi”: a Parma un nuovo comitato per la difesa degli asili

Genitori, famiglie ed educatori si sono uniti ancora una volta per dare vita a un nuovo comitato che si ponga come interlocutore con l’Amministrazione comunale. E’ stato presentato mercoledì il comitato che si è venuto a creare dopo una serie di problemi riguardanti la scuola Racagni.

“Non parliamo tanto del ritardo nella consegna dell’edifico ma, piuttosto, dei grossi ed evidenti problemi avuti con gli organi comunali e degli ulteriori problemi che potrebbero a venirsi a creare con famiglie e soprattutto con i bambini”. Così scrivono i membri del neonato comitato ‘Io sto con la Racagni’ in quello che considerano “un manifesto”.

“Visto quanto accaduto in altri casi, mi riferisco ai problemi con i bandi per gli educatori dei disabili e sui tagli per gli asili, abbiamo cercato di far sentire la nostra voce perché siamo ormai stanchi di essere rincuorati ma di vedere poi le nostre speranza gettate al vento per colpa di scelte molto più che opinabili. Da quanto abbiamo potuto vedere e toccare con mano i bambini sono stati trattati come pacchi da spostare da una parte all’altra.

Nel dicembre 2014 l’Amministrazione comunale ha assegnato alla Racagni quattro prime classi da insediare nella nuova sede, in caso di ritardo avrebbero dovute essere due alla Cocconi e una alla Corazza senza che quest’ultime abbiano subito variazioni nel numero di classi.

La convivenza da ormai quattro anni in altri plessi scolastici sarebbe andata avanti ulteriormente. Ma fino a questo punto era tutta normale amministrazione a cui insegnanti e genitori si sono adattati, anche se con non pochi sforzi. Il 3 aprile, a iscrizioni chiuse, arriva una comunicazione del Comune che sposta una prima classe per dare spazio a un laboratorio.

Da qui il problema ha iniziato a pesare sulla scuola, sui bambini e sui genitori, cosa che si dovrebbe fare solo in casi estremamente necessari. Il disagio viene dalla rottura dei rapporti con i compagni e con gli insegnanti, nel caso di un trasferimento come il nostro. I bambini sono abituati ad avere rapporti e a lavorare con altre classi, in un ambiente famigliare che a questo punto è venuto meno. L’aula che si andrebbe a occupare è troppo piccola, circa 36 metri quadrati, palesemente fuori normativa per la salute. Ulteriore problema sono le distanze che i genitori devono affrontare per portare i bambini a scuola.

Le classi sono state ‘sparpagliate’ all’interno del complesso così da ostacolare non poco la sorveglianza di bidelli e insegnanti sui bambini. Immaginiamoci in caso di emergenza come per terremoto, incendio o altro. La sede della Corazza rispetto alla Cocconi è troppo distante dal quartiere e dalla sede della Racagni, i problemi dei bambini non possono essere sopperiti con un semplice bus che vengono comunque allontanati ulteriormente da casa e dall’identità del quartiere

Il vicesindaco Paci ha deciso unilateralmente anziché chiedere alla Cocconi di portare pazienza fino a che la nuova sede non fosse pronta. La creazione di un laboratorio non può e non deve penalizzare una classe e il suo lavoro. Così noi e i nostri bambini saremo costretti a subirne le conseguenze.
Il rincorrersi di soluzioni raccogliticce sta portando alla morte della scuola e dello spirito scolastico della Racagni. Le famiglie stanno perdendo fiducia nella realizzazione della nuova scuola con la conseguente contrazione di richieste. Si rischia inoltre che il Pablo diventi un ghetto a causa della fuga degli italiani che puntano ovviamente a soluzioni più solide e durature nel tempo. La penalizzazione del quartiere è ormai solo a un passo di distanza.

Occorre quindi che venga dato un altro anno di respiro alla Racagni, in attesa che la nuova sede sia pronta. Occorre una dislocazione migliore che riunisca le classi della Racagni e permetta a insegnanti e bidelli di fare il proprio mestiere. Capita per esempio che un’insegnante debba essere quasi contemporaneamente in due posti diversi. Non è auspicabile né per la normale vita lavorativa né per l’organizzazione stessa del lavoro e quindi per i bambini.

Basterebbe attendere un altro anno così che la Cocconi potrà poi recuperare i propri spazi e gestirli come più desidera senza causare problemi o intralci a insegnanti, bambini e famiglie.
Intendiamoci, riguardo ai ritardi di costruzione, insegnanti e genitori hanno già capito cosa sta succedendo, hanno già accettato e si sono adeguati nella massima comprensione possibile. Quel che non è possibile tollerare sono i trattamenti, la scarsa chiarezza dell’Amministrazione riguardo l’organizzazione, gli spostamenti e la gestione delle classi in generale.

La prima era una soluzione di emergenza, per quattro anni abbiamo sopportato di tutto, abbiamo accettato che l’orario scolastico venisse modificato in base alle esigenze Tep, i problemi di trasporto (molti i genitori che arrivavano di corsa con i figli in auto) ma non possiamo andare oltre.
La situazione è ora al collasso. Un esempio ne sono gli ultimi 8 bambini che si sono iscritti in ritardo. E’ stato offerto loro un posto a Baganzola o Fognano, i genitori hanno rifiutato perché non sanno come accompagnarli.

La Racagni ha la necessità di mantenere per il prossimo anno nove classi alla Cocconi e quattro alla Corazza, con la possibilità di attivare un’ulteriore prima classe, che diverrebbe la terza.
Abbiamo già dato la massima disponibilità. Il Comune deve prendere atto che è necessario arrivare allo slittamento di quella decisione. Siamo pronti a divenire interlocutori così che possano essere prese le giuste decisioni nel miglior modo possibile, soprattutto evitando che possano nascere ulteriori problemi e frammentazioni”.

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