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Melli: “Io, il Parma, Ghirardi, la retrocessione e poi…”

Ospite lunedì sera nel salotto sportivo di Teleducato, Sandro Melli ha commentato a lungo la situazione del Parma. Partendo dalla retrocessione, l’abbandono di quella categoria che lui aveva contribuito a conquistare 25 anni fa a suon di reti, passando per Ghirardi e le colpe di tutti. Perché da un crac così nessuno esce senza ossa rotte e macchie sulla coscienza. 

SULLA LA RETROCESSIONE – “La giornata di ieri è stata purtroppo triste, con l’ultima partita al Tardini del Parma in A. Speriamo  tutti sia per poco, ma  è stato difficile, eravamo tutti consapevoli che era l’ultima.  Io ho sofferto, ma ho visto tanti col magone, gli occhi lucidi… Abbiamo speso tante energie, soprattutto nervose, e nemmeno positive. Ci auguriamo che questa sia la settimana più importante, e che arrivi qualcuno a salvarci e mantenerci in Serie B”.

LE (EVENTUALI) COLPE DEI GIOCATORI – “L’orgoglio sul campo è arrivato troppo tardi? Vorrei fare un po’ di cronistoria del passato. Noi abbiamo delle colpe, sia come squadra che come dirigenti, fino al 15 novembre. Con qualche attenuante…

Ci sono stati dei passaggi: il primo Licenza Uefa, con un tam-tam di notizie che ci rassicuravano mentre sapevamo essere menzogne. All’interno ci si divideva, tra chi provava a credere a queste parole, chi no. Poi il mercato, la squadra che si è indebolita.Accusavamo il problema, ci dicevamo che era una scusa per lavorare male, e andavamo avanti. I problemi aumentavano: quando alla prima scadenza del primo settembre a 8 big non vengono pagati dei premi già posticipati di un anno…

In ritiro c’erano  dei giocatori che sarebbero andati sicuramente via, non ritenuti da Parma. Ma gli otto big, e Cassano non era tra questi, hanno iniziato a lamentarsi, poi hanno atteso il 15 novembre, quand’è caduto il mondo. Nonostante il penultimo posto in classifica la squadra avrebbe dovuto prendere una posizione, sia lo staff tecnico che i giocatori, la mia non è un’accusa, perchè fare una messa in mora o un atto pubblico non era proprio semplice. L’errore grosso comunque è stato che il 15 novembre bisognava prendere una decisione forte”.

LEONARDI FUORI DAGLI SPOGLIATOI – “Avevamo deciso che Leonardi non poteva più entrare negli spogliatoi. Leonardi ha giurato sui figli che avrebbe pagato, e non l’ha fatto, per questo avevamo deciso così. Nel momento in cui queste promesse non sono state mantenute avremmo dovuto fare qualcosa. Lì ci è mancata personalità, anche se era difficile e lui dopo quattro giorni è rientrato, ha preso posizione, e questo è stato l’errore che ha fatto il Parma sotto l’ aspetto tecnico. Dovevamo fare quadrato, non far entrare più nessuno, nè il Presidente né l’Ad, ma non era facile. Con i se e con i ma è molto facile ragionare, e bisogna capire anche il momento storico. Però era un momento in cui si poteva prendere una posizione importante. Io lo dico adesso, ma all’epoca non so se sarei stato in grado di prendere una decisione del genere. Da quel giorno lì, comunque, non si è più parlato di calcio. Esistevano solo altre situazioni che hanno confuso l’ambiente.

Donadoni? Mi allineo a quello che ho detto prima. Roberto ed il suo staff hanno responsabilità fino al 15 novembre. Da lì in poi non riesco veramente ad imputare nulla. Chi non stava lì dentro non può capire quello che vivevamo. Nel campionato attuale, con una società normale i mezzi tecnici per arrivare quart’ultimi c’erano, secondo me”.

GHIRARDI, LE DIMISSIONI, SCHINELLI – “Le dimissioni di Ghirardi? Era convinto di aver fatto un errore e di essere in una situazione molto delicata. Ha fatto un colpo di teatro per far capire che era la vittima, non so se c’era un piano dettagliato dietro. Parliamo di due persone, lui e Leonardi, che vivevano molto perl’immagine. Ghirardi ha pensato che a livello di immagine poteva perdere tanta credibilità. Il colpo di teatro è nato dalla sua testa, secondo me, per far vedere che era una vittima.

Da lì poi è tornato presidente, e si è portato l’Ad della Leonessa, che ci era stato detto fosse lì per risanare. Nelle nostre teste si pensava che la madre di Ghirardi avesse messo dentro la persona giusta, Schinelli, che avrebbe cambiato le strategie. In realtà era lì per prendere dei documenti perchè la società era in vendita. Lui e i professionisti legati alla madre erano lì per preparare la cessione”.

È POSSIBILE TROVARE UN COMPRATORE –  “Se è impossibile fare la Serie B? E’ fuori dubbio che sia difficile, perchè i numeri li conosciamo. Non è facile prendere una società in Serie B a quei numeri. Ma non è impossibile, c’è qualcosa che si sta muovendo, e poi ci sono stati gli sforzi di tutti noi, che ci siamo decurtati lo stipendio del 75%. Sono numeri alti, c’è un numero di persone da convincere abbastanza importante, ma qualcosa c’è, e mi auguro che poi si concretizzi. Non posso dire di più, non sta alla mia persona dire cosa, ma qualcosa c’è. Ci sono più realtà interessate, non ce n’è solo una”.

I DISSIDENTI E IL DEBITO SPORTIVO – “Cosa penso di chi ha detto no alla rinuncia? Non è ancora una notizia piena di fondamento. La trattativa è ancora in corso. Uno ha già detto sì, e gli altri si potrebbero allineare. Io conosco questi ragazzi, e credo che lo faranno”.

RICORDATI FRATELLO CHE DEVI MORIRE – “Ogni settimana mando un messaggio a tutti, a Leonardi, a Ghirardi, alla madre di Ghirardi e anche a Schinelli, che è come un bollettino. Un modo per metterli a conoscenza della situazione, per ricordargli che io non dimentico”.

PERCHÈ MELLI NON HA ABBANDONATO LA BARCA – “Non me ne sono andato perchè mi sembrava sbagliato uscire da una società che era come se fosse la mia famiglia. Non volevo abbandonare la barca. Qualcuno è andato via, ma non lo giudico perchè era un suo diritto. A me non sembrava giusto uscire, abbandonare la barca e guardare da fuori una situazione che sapevo fosse molto difficile, che ogni giorno creava dei problemi anche nelle relazioni, perchè c’erano discussioni continue anche con persone che apprezzi e ami. Mi sembrava sbagliato uscire e dare dei giudizi da fuori. Io non giudico negativamente chi è voluto uscire. Non condanno Cassano, aveva il diritto di farlo, ha lasciato dei soldi e non posso accusarlo di nulla.

 Avrei dovuto segnalare i problemi prima? All’interno degli uffici la mia voce si sentiva, ed era uno dei momenti di disturbo per molti aspetti. Sono stato richiamato, ma mai direttamente. Mi mandavano messaggi per vie traverse. Ho avuto la voglia di urlarlo fuori, ma c’erano situazioni difficili. Io faccio il Team Manager, posso dire alcune cose ma non ho documenti in mano per farlo. La signora Pasotti avrebbe potuto intervenire e dire “questi sono i soldi, chiuso il buco” ed io per aver urlato prima sarei stato cacciato. Avrei potuto farlo, ma all’interno la mia voce l’hanno sentita a più riprese. Fuori servono invece delle prove. Essere il compagno della rappresentante legale del Parma non è stato facile, perchè avevamo due stipendi con il Parma. Lei aveva un rapporto con la famiglia Ghirardi di amicizia, di rispetto, ed è rimasta stupita e delusa per ciò che è successo”.

LE COLPE DELLA CITTA’ E DELLA STAMPA – “Anche la città ha le sue colpe. Marginali, ovvio, ma c’è stata un’informazione non fatta bene. In tanti erano a conoscenza, e credo che gli industriali, la Gazzetta di Parma e l’informazione non abbiano dato una mano al Parma. Non so il Comune, ho poca conoscenza, ma la città a livello informativo e a livello aziendale ha lasciato andare dei passaggi importanti. Non so i motivi, ma hanno sicuramente delle colpe. Fino all’ultima conferenza stampa di Leonardi siamo stati lì ad ascoltarlo ancora, e nessuno si è azzardato a fare una critica anche tecnica alla società. Fino a quel giorno lì i giornalisti erano ancora lì, e per me sono anche loro colpevoli”.

ALTERNATIVE – “Non ho mai avuto offerte da altre squadre, ho tanti amici nel mondo del calcio. Ufficialmente l’unica proposta che ho avuto è quella di Guidolin quando andò all’Udinese. Sapeva che non sarei andato via, e quindi non mi fece nessuna richiesta ufficiale”.

TACI – “Io sono datato, ma se un Presidente prende la società arriva e si presenta. Taci non si è mai materializzato a Collecchio. Nessuno l’ha mai visto, qualcuno l’ha sentito per telefono, ma bisogna capire se fosse lui. Leonardi e Taci per due mesi non li abbiamo più visti, erano a Milano. Poi è rispuntato Leonardi con Manenti. Era sempre a Milano, poi è andato all’ospedale”.

I GENITORI DI GHIRARDI HANNO ANNUNCIATO LA VENDITA A TACI PRIMA DI PARMA-JUVENTUS – “Noi siamo entrati a conoscenza della vendita a Torino con la Juventus, perchè i genitori del Presidente negli spogliatoi hanno fatto presente che la società era stata venduta, prima della partita. Qualche giocatore lo sapeva già anche prima. Altre comunicazioni ci sono state date prima di Parma-Lazio”.

MISS PASOTTI – “Se era vero che la mamma ha chiuso i rubinetti al figlio? Se tu prendi qualsiasi dipendente del Parma, e gli fai questa domanda, tutti ti risponderanno che chiunque aveva la speranza che intervenisse la madre per risolvere la situazione”.

PARMA, SERVE UNA COMUNICAZIONE PIU’ TRASPARENTE – “Se c’è bisogno di una comunicazione trasparente per il Parma? Con me sfondi una porta aperta, perchè serve una società che abbia una comunicazione molto trasparente. Non si può sempre raccontare tutto, ma il 90% delle cose bisogna dirle. Parma ti ama se tu gli fai conoscere le tue idee, le tue realtà, ma anche i tuoi limiti e le tue debolezze”.

IL PRESIDENTE CHE VORREBBE MELLI – “Sono uno che ama il calcio di una volta, quindi se dovessi avere la fortuna di poter scegliere preferirei un Presidente italiano, possibilmente, che metta la sua azienda, la sua faccia e tutto il resto senza problemi. Siamo però in una condizione di non poter scegliere. Non siamo una bella donna, o meglio, siamo una donna che è ha avuto qualche problemino, non possiamo sceglierci il compagno”.

GLI INDUSTRIALI DI PARMA E BARALDI – “Gli industriali di Parma? Ne ho incontrati un paio, non da solo, un mese fa. Da quello che ho capito la possibilità della Serie B non entrava nelle loro idee. Ho sperato di fargli cambiare idea, ma non sono stato così bravo. Ho bevuto un paio di caffè con Baraldi, ma noi ci auguriamo che ci possa essere una persona che arrivi a darci una mano. Baraldi è una persona che ama il Parma, vuole conoscere la situazione, è al servizio di Zanetti ed è lecito che possa chiedere qualche informazione in più”.

L’AIUTO DELLA LEGA – “Senza l’aiuto della Lega avremmo smesso tre mesi fa di giocare. Noi non avevamo più le risorse per andare avanti, e ringrazio tutti gli imprenditori e i proprietari di hotel che ci hanno permesso di fare tutte le trasferte in maniera gratuita”.

MANENTI – “Un giorno è entrato nello spogliatoio e ha detto: ecco il documento che attesta che ho i soldi. C’era una cifra scritta al computer, 100 milioni, e ci è scappato da ridere a tutti. Appena è andato via Manenti, Lucarelli ha preso un foglio di carta, ci ha scritto anche lui 100 milioni e ha detto: ce li ho anch’io”.

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