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I genitori contro i 5Stelle: “TRADITI e INSULTATI dall’amministrazione”

I genitori del comitato AttivarSI per l’Infanzia, promotore del referendum sulla esternalizzazione di alcuni servizi oggi comunali, si sentono traditi e insultati.

Ecco le loro motivazioni all’indomani della seduta del Consiglio comunale in cui la maggioranza 5 Stelle – salvo Savani e l’ormai fuoriuscito Nuzzo – ha approvato la delibera che di fatto ha impedito lo svolgimento del referendum consultivo.

“Il 12 maggio è stata scritta una delle più brutte pagine della storia politica della città di Parma. Pensiamo che dopo le ultime Amministrazioni la città meritasse di meglio, molto meglio.

Noi genitori, che abbiamo seguito la vicenda che ha portato alla delibera riguardante la riorganizzazione dei servizi educativi e il bando per la ricerca del nuovo socio privato di Parmainfanzia, siamo stati TRADITI:

– TRADITI da un’Amministrazione che nei punti del suo programma orgogliosamente rivendicava la gestione diretta di servizi fondamentali legati all’educazione, che spiegava perché alcuni processi di esternalizzazione andavano combattuti, e che poi ha proceduto all’esternalizzazione della Scuola dell’Infanzia più grande di Parma, in attività da quaranta anni, considerata centro di eccellenza per la formazione dei piccoli. Politica lungimirante quella che demolisce uno dei servizi pubblici, e non sono molti, che funzionano bene e che era considerato un modello da imitare in Italia e all’estero!

– TRADITI quando non è stata data la possibilità di far esprimere un parere alla cittadinanza rispetto alla scelta fatta dalla Giunta tramite l’istituto del referendum, che tanto è stato sbandierato da questa Amministrazione come strumento capace di dare voce alla popolazione e farla diventare partecipe delle scelte rilevanti per la città.

– TRADITI quando, nel negarci il referendum, ci è stato detto che i tempi erano stretti e che era necessario approvare la delibera tassativamente. Il che suona davvero beffardo se si pensa che da oltre due anni la Giunta conosceva la necessità di effettuare la delibera. La responsabilità dei tempi stretti era unicamente dell’Amministrazione. I genitori e i cittadini di Parma, per contro, hanno appreso da meno di due mesi le intenzioni dell’amministrazione rispetto alle scelte di esternalizzazione. Oltretutto, se fosse stato approvato un emendamento presentato dalla minoranza, si sarebbe potuto sia approvare la delibera che svolgere il referendum. Ma evidentemente del referendum si aveva paura.

– TRADITI quando, con il voto di ieri, i Consiglieri hanno preferito mantenere le promesse fatte al socio privato, piuttosto che quelle fatte ai cittadini e con la conseguenza che il prossimo anno circa 200 famiglie in più rispetto a quest’anno non avranno la possibilità di mandare i loro figli all’asilo nido e alla scuola dell’infanzia a causa dei tagli previsti nella delibera.

Noi genitori ci siamo anche sentiti INSULTATI:

– INSULTATI quando il Sindaco ha preso la parola durante il Consiglio e, mentendo, ha affermato che a noi interessava solo la scuola Tartaruga mentre invece il quesito riguarda tutte le Scuole dell’Infanzia Comunali a gestione diretta di Parma.

– INSULTATI quando il Sindaco ha sostenuto che la protesta era stata da noi condotta solo perché i nostri figli frequentavo la scuola Tartaruga, mentre numerosi aderenti al Comitato l’anno prossimo non avranno figli al Tartaruga e non saranno minimamente toccati dalla riorganizzazione.

– INSULTATI nella nostra intelligenza quando il Sindaco, sprezzante ormai più che del senso della decenza di quello del ridicolo, ha avuto il coraggio di definire un’operazione che porta alla esternalizzazione di 183 posti che prima erano a gestione diretta da parte del Comune come “L’inizio di una reinternalizzazione”.

Avremmo preferito parlare in questo comunicato solo di cose importanti ma due parole sui consiglieri della maggioranza ci vediamo costretti, purtroppo, a spenderle.
Grande è stato lo stupore di noi genitori, che non abbiamo frequentazioni del Consiglio Comunale, vedere questi soggetti fissare il vuoto, o il soffitto, o i loro cellulari, per ore invece di ascoltare il dibattito assembleare, assentarsi per lunghi periodi dagli scranni, effettuare interventi dai quali si desumeva la superficiale conoscenza delle questioni affrontate.

Grande è stato il nostro stupore quando alla fine della seduta li abbiamo visti votare contro il loro stesso programma, contro i loro stessi principi, impedendo di fatto con il loro voto lo svolgimento del referendum. Li abbiamo visti votare contro quella democrazia diretta tanto invocata a parole, ma alla prima occasione che si è presentata non applicata. Li abbiamo visti votare solo per obbedienza al Capo, a favore di un sistema che loro stessi si erano impegnati a provare a scardinare.

Tanti di noi martedì sera hanno avvertito un profondo sentimento di tristezza e delusione perché avevano creduto fino all’ultimo che questa Amministrazione potesse davvero rompere con vecchi sistemi di potere e vecchie logiche politicanti. E’ evidente invece a tutti che la delibera approvata martedì è in continuità con la preservazione dei sistemi e delle logiche del più recente passato.
Forse i 5 stelle (in verità non tutti, i consiglieri Nuzzo e Savani infatti si sono contraddistinti anche martedì sera per indipendenza di giudizio e schiena dritta non unendo il proprio voto a quello della maggioranza) hanno dimenticato che ad eleggerli sono stati soprattutto i giovani stanchi e nauseati dalla vecchia casta, che avevano visto in loro un tramite per riavvicinarsi alla politica.

A quegli elettori, ieri, è stato insegnato che si può fare e dire tutto e il contrario di tutto, senza un’esitazione, senza un ripensamento, senza il giusto approfondimento delle complesse problematiche sottese.

Il sindaco, il vice sindaco e i consiglieri di maggioranza sono arrivati dal nulla due anni e mezzo fa sugli scranni del Municipio, ieri sera noi semplici cittadini non usi alla politica sentendo i loro interventi in Consiglio Comunale abbiamo capito perché sino a due anni e mezzo fa fossero nel nulla, e siamo convinti che tra due anni e mezzo gli elettori li rimanderanno a quel nulla dal quale sono arrivati.”

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