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Lavagetto, Pizzarotti e i servizi educativi: “Le verità non dette dal sindaco”

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“Domani il Consiglio Comunale sarà chiamato a prendere una decisione in merito ad una scelta fondamentale per i servizi educativi della città che ha creato grande agitazione tra le famiglie e gli addetti ai lavori. Il Sindaco, alla fine ha espresso la sua verità in merito alla vicenda. Poiché di quello che oggi, unanimamente e a ragione è considerato un patrimonio della città, il sottoscritto ne è stato uno dei principali artefici, con nozione di causa mi permetto di approfondire se l’analisi del primo Cittadino sia reale, oppure, ritengo in buona fede, sia frutto di errate valutazioni.

1. Parmainfanzia è nata per favorire la esternalizzazione dei servizi educativi comunali.

Falso:la società nacque con lo scopo opposto. Infatti, per servizi che la cui gestione fino ad allora era stata esternalizzati attraverso gare di appalto, con la nascita di Parmainfaznia il Comune ne ha potuto riassunto il controllo. Parmainfanzia in realtà, come da Statuto, aveva il compito di tutelare, promuovere e valorizzare il modello educativo di Parma attraverso la creazione di un sistema territoriale integrato Comune, Privato e Stato. A Parminfanzia, infatti, mai sono stati esternalizzati servizi a gestione diretta del Comune.

2. In Parmainfanzia è necessario portare la quota di partecipazione del Comune al 51% perché l’attuale situazione non da all’amministrazione pubblica il controllo della società.

Falso: sono i patti parasociali che stabiliscono chi e come controlla la società. Quelli di Parmainfanzia danno al Comune il potere di veto assoluto su ogni operazione e lo stesso Presidente, legale rappresentante, è di nomina Comunale.

3. La qualità dei servizi di Parmainfanzia garantisce gli stessi livelli di quelli gestiti dal Comune

Vero: questo è stato possibile sia alla grande professionalità del socio privato, sia al fatto che da Statuto gli operatori del socio privato che operano in Parmainfanzia devono garantire lo stesso modello educativo di quelli gestiti dal comune, anche attraverso un identico percorso formativo. A maggior ragione non si giustifica l’aumento di quote di capitale nella società.

4. la situazione economica è tale per cui si rende necessaria una visone strategica di potenziamento del sistema territoriale integrato nato oltre 10 anni fa.

Vero: le scelte operate oltre 10 anni fa derivavano dalla consapevolezza che per tutelare il modello educativo di Parma fosse necessario che il Comune si facesse carico di promuovere un sistema integrato territoriale tra i diversi attori in campo: Comune, Stato, Privato, Famigli e parti sociali.

5. La esternalizzazione a Parmainfanzia è l’unico modo per garantire la tutela del modello Parma grazie ad una diminuzione dei costi di gestione

Falso: Certamente la scelta operata dalla Giunta Comunale è una risposta, possibile e di qualità alla grave crisi economica che colpisce anche il bilancio dei servizi educativi, ma non è l’unica. Tuttavia, come avvenuto in altre realtà anche noi limitrofe, ve ne sono anche altre. Quella che a mio parere è più consona alla nostra realtà è la costituzione della Istituzione delle scuole dell’Infanzia e dei nidi d’infanzia comunale, come fatto a Reggio Emilia. Una modalità di gestione diretta prevista dal legislatore che permette di mantenere la gestione comunale di servizi con riduzione di costi economici, burocratici ed amministrativi. Un’ ottima soluzione a fianco di Parmainfanzia che può comunque lasciare aperta eventuali, condivise e future nuove collaborazioni.

Per le scuole dell’infanzia paritarie comunali esiste anche la possibilità della statalizzazione. A differenza della esternalizzazione a Parmainfanzia permette una gestione pubblica del servizio. con riduzione dei costi per le famiglie e assunzione del personale della scuola, come recentemente avvenuto nel comune di Salabaganza, ma estromette totalmente il Comune in via definitiva.

6: La presenza di due società partecipate con le stesse funzioni nei servizi educativi di Parma è in linea con quanto previsto dal legislatore.

Falso: l’art. 3 della legge 190/2014 obbliga i Comuni a ridurle a una entro il 31 dicembre 2015

In conclusione, ritengo che Pizzarotti stia compiendo a tutela del modello educativo di Parma una scelta possibile e in parte in linea con quanto operato negli anni precedente, ma certamente non l’unica scelta. Una scelta, quindi, politica che andrebbe apertamente discussa con le parti in causa e dichiarata alla città come tale”.

Giampaolo Lavagetto

Ex Assessore ai servizi educativi di Parma

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